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Il Gigante Dalle Fattezze Femminili

Era notte fonda, la luce lunare illuminava la stanza, ero nel letto con le braccia dietro la nuca a chiedermi che senso avrebbe avuto la spedizione.
Quella sensazione non mi lasciò per nemmeno un secondo, si propagava sempre di più dentro di me, sentendo un male atroce all'altezza dello stomaco: era inutile rimanere nel letto, il mio corpo e la mia mente non volevano più saperne di stare fermi, mi alzai dal letto dirigendomi verso l'unica parte del castello che riusciva davvero a calmarmi...il tetto.
Aprii quella porta percorrendo le scale, quando arrivai guardai subito il cielo, non era stellato come la prima notte, ma ugualmente la luna era alta mentre poche stelle illuminavano il restante cielo: mi diressi verso il confine notando di non essere da sola, una sagoma era seduta nell'ombra, sembrava tranquilla mentre il braccio era appoggiato sul ginocchio.
-C-Chi sei?- chiesi titubante, la sagoma si girò, sentii uno sbuffo.
-Anche tu qui...mocciosa?- capendo chi fosse decisi di girare i tacchi.
-Non andartene, sarebbe inutile tornare nella tua stanza, non trovi?- non aveva tutti i torti, sospirai prendendo posto accanto al ragazzo.
-Come fai a conoscere questo posto?- mi chiese il ragazzo senza distogliere lo sguardo dal cielo, io invece lo guardai: il suo viso era illuminato dalla luce stellare, il suo sguardo era neutro mentre scrutava il cielo, come se stesse cercando qualcosa.
-Una notte sono andata in giro e per caso ho trovato questa porta, e tu?- chiesi io tornando a guardare l'unisono, il ragazzo schioccò la lingua sul palato.
-Questo è il vecchio quartier generale, lo conoscevamo come le nostre tasche- disse lui parlando al plurale.
-Chi lo conosceva oltre a te?- chiesi io incuriosita, il ragazzo tacque facendo scendere un'atmosfera imbarazzante tra noi due. Il silenzio era assoluto, a parte il verso di qualche gufo che proveniva dalla foresta difronte al castello.
-Hai paura?- mi chiese cambiando totalmente discorso, scossi la testa aggrottando le sopracciglia.
-Non ho paura di morire, ho solo il timore di perdere tutti quanti- dissi io rispondendo alla domanda, il ragazzo mi guardò in faccia: le sue sopracciglia erano aggrottate mentre sul volto si stampò una smorfia.
-Timore di perdere tutti...- ripetè lui abbassando lo sguardo, lo guardai stranita: era parecchio strano quella notte, non era il solito Levi.
-Sicuro che vada tutto bene?- chiesi io, il ragazzo risollevò il viso come se si fosse ripreso da un pensiero.
-Si- disse lui freddamente, la luna venne oscurata da una nuvola, ora tutto divenne più buio e più tetro.
Ancora una volta l'atmosfera si fece decisamente silenziosa, nessuno dei aveva intenzione di rompere quel silenzio così religioso.
-Non ti sei mai chiesto cosa ci fosse al di fuori dei territori esplorati?- chiesi io guardando in direzione del Wall Rose, Levi mi guardò con una smorfia intenerita: faceva quasi impressione guardarlo in quelle condizioni.
-Non mi sono mai posto il problema dato che non succederà mai- disse lui sospirando, lo guardai allibita saltando in piedi.
-E allora perché non provarci?!- chiesi, il ragazzo mi seguii con lo sguardo: per un attimo mi convinsi di aver visto una strana luce brillare negli occhi di ghiaccio del ragazzo al mio fianco.
-È inutile stare qui fermi e aspettare la vecchiaia, io non voglio morire così. Voglio superare ogni limite, e se mai morissi, almeno non avrei il rimpianto di esser rimasta qui, chiusa tra quattro mura di cemento!- dissi guardando il cielo, la nuvola lasciò nuovamente la luna, ora il mio viso era completamente illuminato. Lo sguardo di Levi era un misto tra il compiaciuto, la tenerezza e l'orrore, un mix che forse qualcuno avrebbe ritenuto impossibile, ma il viso del ragazzo parlava chiaramente.
-Sai era questo il mio sogno, viaggiare, al diavolo le mura, al diavolo i giganti, al diavolo la monarchia! Io non voglio essere un animale tenuto in gabbia! Io sono libera! Tutti noi siamo liberi!- pian piano che parlavo la mia voce si rompeva, non lo trovavo giusto, non riuscivo davvero a mettermi in testa di vivere in una vita dove la cosa importante era non uscire dalle mura.
Non riuscivo a capire perché quei mostri ce l'avessero tanto con l'umanità, perché cibarsi di esseri umani? Perché non di animali selvaggi?
Sentivo un groppo in gola, mentre i miei occhi cominciarono a farsi lucidi.
-Non è giusto questo mondo, noi siamo liberi, eppure...guardaci...siamo tenuti tra quattro mura, temendo che i giganti ci divorino tutti: c'è gente che sta aspettando solo questo...io davvero non posso accettarlo, mi fa davvero impazzire pensare di non poter uscire da queste maledette mura senza le dovute precauzioni...mi fa male pensare di poter vivere solo in una recinzione...- sentii cedermi, la voce si ruppe del tutto mentre delle superflue lacrime cadevano lungo le mie guance, Levi restava a fissarmi con uno sguardo stupito: mi risedetti accanto a lui lasciando che le lacrime scivolassero tranquillamente lungo le guance, non era la prima volta che mi vedeva piangere, ma forse era la prima volta che mi sentiva parlare con quel tono.
-T-Ti sembra così stupido?- gli chiesi rivolgendogli un piccolo sorriso mentre cercavo di asciugare le lacrime, il ragazzo riportò lo sguardo davanti a sè.
-No, affatto...le assomiglia sempre di più- sentii quelle ultime parole in un sussurro, vidi sul volto del ragazzo formarsi un piccolo sorriso amaro.
-Assomiglio a chi?- chiesi io riuscendo a ristabilire la voce, il ragazzo scosse la testa alzandosi.
-È meglio tornare dentro, almeno per dormire un paio di ore, altrimenti ci addormenteremo sul cavallo- disse rivolgendomi uno sguardo, annuì alzandomi anche io, seguii il ragazzo per le scale fino ad arrivare davanti alla sua camera.
Sapevo benissimo che non avrebbe chiuso occhio nemmeno un ora, prima si riferiva a me probabilmente, ma dopo quel discorso non riuscii a chiudere occhio ugualmente.
Decisi allora di vestirmi degli indumenti che avrei usato per a missione, mi diressi verso la mensa senza prendere nulla: con l'ansia che avevo probabilmente il mio corpo avrebbe rigettato tutto.
Mi diressi verso la scuderia per prendere il mio cavallo, la spedizione sarebbe partita dal distretto di Karanes passando poi per i territori assediati dai giganti fino ad arrivare al Wall Maria.
Poteva sembrare una pazzia, ma a quanto pare secondo Erwin non era poi così impossibile, man mano tutti cominciarono a svegliarsi: avremmo raggiunto Karanes mentre il sole sorgeva e saremmo partiti quando il sole sarebbe sorto.
Ero intenta ad accarezzare e "coccolare" il mio cavallo fin quando tutta la mia squadra non mi raggiunse.
-Non sei eccitata?!- mi chiese Petra con un sorriso a 32 denti, annuì abbozzando un piccolo sorriso.
-Hai dormito stanotte? Hai due occhiaie...- commentò Aurou scavando il dito sotto entrambi i miei occhi, scossi la testa spostando le dita di Auoru dalla mia faccia.
-Non sono riuscita a chiudere occhio- dissi strofinandomi quest'ultimo, sentii quella sensazione tornare, si faceva sempre più forte mentre sentivo lo stomaco girarsi nuovamente.
-FORZA UOMINI! IN MARCIA VERSO KARANESS!- sentii urlare Erwin da davanti l'intera colonna, salimmo tutti quanti sui cavalli cominciando a galoppare verso ovest. Sentivo la brezza mattutina scompigliarmi i capelli mentre si faceva spazio all'interno dei miei polmoni: mi guardai intorno, ero al centro tra Petra e Gunther, davanti a me c'era il cavallo di Levi e ai suoi lati Eren e Auoru.
Spontaneamente sorrisi in direzione del capitano.

Bad World ~ Levi Ackerman Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora