Capitolo 23

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Giuse va ad aprire alla porta, noi tre gli andiamo dietro.

Quando apre ci ritroviamo davanti quattro poliziotti armati.

《Lei é il signor Sascha Burci?》chiede squadrando Giuse con fare sospettoso.

《N-no..》dice Giuse in soggezione, ha sempre odiato le armi da fuoco e lo spaventano.

《Sono io!》dico facendomi avanti.

Immediatamente i poliziotti mi circondano e uno mi piega sul tavolo e comincia ad ammenettarmi.

Stefano d'istinto si butta su di loro dicendogli di fare piano con me, ma viene allontanato.

Poi si rivolgono a me: 《Lei è in arresto per rissa aggravata da omissione di soccorso, resterá in carcere per questa notte in custodia cautelare e domani avverrá il processo, se non dispone di un avvocato gliene verrá assegnato uno d'ufficio, se vuole difendersi autonomamente dovrá dichiararlo prima dell'inizio del processo, se dispone di un avvocato lo contatterà appena arrivato nel penitenziario》quando ha finito di parlare mi rialza dal tavolo e mi spinge fuori.

Ho solo il tempo di incrociare per un secondo lo sguardo di Stefano.

Sta per piangere, lui ha capito perchè mi stanno arrestando.

Giuseppe e Sal non possono saperlo con certezza non gli abbiamo mai spiegato i dettagli di come è andata.

La sera in cui Stefano è stato aggredito, io per difenderlo ho ingaggiato una rissa con quell'uomo e non l'ho soccorso dimenticandomene completamente, troppo concentrato per le condizioni di Stefano.

Si vede che quello stronzo deve aver fatto causa sperando di avere qualche ricompensa, ma per quanto mi riguarda abbiamo la prova vivente chiamata "Stefano" che quell'uomo ha fatto una cagata a farmi causa e si farà anni di carcere.

Il massimo che puó succedere é che mi facciano pagare una penale, ma poco mi importa non mi pento di ciò che ho fatto.

Sarei morto piuttosto che far patire a Stefano una cosa del genere.

Al momento mi spaventa più la nottata che dovrò passare in carcere chiamata per ovvii motivi "il lato oscuro del mondo" che il processo in se...

Vengo caricato in macchina con poca grazia che per poco non mi fanno sbattere la testa e come frecce mi portano al penitenziario.

Nel frattempo ho dichiarato di non avere un avvocato e di conseguenza appena arrivo vengo una volta spogliato e umiliato a sufficienza per scoprire che non tenessi stupefacenti in posti "proibiti" mi spediscono con la divisa del carcere dal mio avvocato per costruire la mia difesa.

Le accuse contro di me in totale sono: Inizio di aggressione dove ho leso l'opponente in modo lieve e sono stato a mia volta colpito e ho omesso consapevolmente il soccorso.

In mia difesa posso dire che ho compiuto ció per difendere il mio ragazzo, infatti l'aggressore consapevole del fatto che fosse in stato di ebrezza aveva messo dei narcotici nel suo bicchiere.

Inoltre l'aggressione è sconfinata a fini di tentato stupro.

In più siccome ha tentato di narcotizzarlo con ketamina cioé una droga pesante ha l'aggravante di possesso di stupefacenti.

Il mio avvocato sembra sollevato di sapere questo.

《Ricorda ragazzo... il tuo fidanzato deve stare attento a usare le parole giuste quando sará chiamato a testimoniare》mi dice.

《Gli stranieri non vengono visti di buon occhio quando avviene un processo in cui è coinvolto un cittadino americano...》conclude.

Ho paura, non posso negarlo... sto dando troppo per scontato che la giustizia trionferà nei miei confronti... ma ora non posso fare altro che sopravvivere a questa notte qua dentro.

Una notte che avrei scoperto sarebbe stata una delle peggiori e lunghe della mia vita...


~Kaminari

(Don't) Believe me ~|Saschefano|~Hikayelerin yaşadığı yer. Şimdi keşfedin