Capitolo 30

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Uno sbalzo improvviso mi sveglia facendomi scivolare dalle gambe di Sascha.

Cadendo sbatto la testa che comincia a pulsare brutalmente.

《Porca put...》mi trattengo dal finire l'imprecazione senza un motivo apparente.

Quando finalmente metto a fuoco il tutto mi rendo conto di essere l'unico fra i Mates a essere sveglio, devono essere crollati dallo spossamento.

Quella terribile botta potrebbe aver significato solo una cosa: siamo arrivati!

Apro un pochino la tendina del finestrino e riconosco finalmente la mia dolce e cara Italia.

Come ogni volta dopo un lungo viaggio quando si torna a casa il cuore mi batte sempre forte, come se ne avessi lasciato una parte qui ad aspettarmi e solo al mio ritorno si fosse ricongiunta.

Distolgo lo sguardo dal finestrino e sveglio prima Giuse, lasciando stare Sascha che dorme così beato.

Probabilmente sta notte pur di tentare di non svegliarmi deve essere stato seduto immobile cosí per qualcosa come 13 ore di volo... che dolce.

Giuse si riprende dal sonno quasi subito e da un colpetto a Sal di fianco a lui che si sveglia di soprassalto, si era addormentato sul computer.

Accendo la fotocamera, questo video lo terró per me chiaramenre non posso pubblicarlo.

Inizio a fare il solletico sul collo a Sascha, quando solleva un briciolo le palpebre gli do un bacio sulla guancia e lui allora fa un sorriso compiaciuto continuando a tenere gli occhi chiusi.

Gli do un altro bacio e lui allarga di più il sorriso, so che è sveglio e lo sta facendo apposta.

Si avvicina al mio viso e mi permette di baciarlo sulle labbra, gli sorrido quando finalmente apre gli occhi assonnati.

《Bentornato a Milano, Saschino》Gli dico mentre tiro giú la valigia dagli scompartimenti.

Sascha mugugna qualcosa di incomprensibile e apparte restituirmi il bacio non si sveglia del tutto fino all'arrivo nella casa mia e di Sal.

《Quindi potró stare davvero qui?》chiede incredulo quando entra nella casa dove altre mille volte è stato.

Io annuisco: 《Giuse ti aiuterá a spostare le tue cose dalla tua casa di Monza》.

Sascha guarda la mia stanza, che da ora in poi sarà la nostra, come se non l'avesse mai vista prima.

Registrerá nella stanza in più che abbiamo come è giusto che sia, ma di fatto dormiremo qui.

Finalmente assieme. Finalmente tranquilli.

Porgo a Sascha le chiavi di casa che immancabilmente mi cadono di mano... in questo periodo sembra io abbia le mani di ricotta.

Gli brillano gli occhi e di botto mi stringe in un abbraccio dolce.

《Grazie Ste... é il più bel regalo che tu potessi farmi》mi sussurra.

《M-ma i-io non ho fatto niente di che... é il minimo che potessi farti dopo tutto quello che é successo in America》rispondo.

《Non scherzare neanche. Senza di te... senza di voi...non sarei niente di quello che sono diventato. Senza i consigli e il sostegno di Giuse, senza l'aiuto e la voglia di vivere di Sal, senza il tuo sorriso, la tua follia, il tuo affetto io davvero non so chi sarei diventato. Quindi... solo grazie..》conclude lui.

Restiamo protetti in quell'abbraccio, altre parole non servono.

Non noto Sal, avendo chiuso gli occhi, che guardandoci dalla porta sorride. Quasi con nostalgia.

Scuote la testa poi: 《hem-hem... devo mettermi di già le cuffie per non sentirvi?》chiede scherzando.

Scoppiamo a ridere.

《Per ora no! Magari sta notte Caciotto》gli fa l'occhiolino Sascha sciogliendo l'abbraccio.

Arrossisco nuovamente mascherandomi a guardare il telefono.

Come se il mio rossore fosse invisibile.

Poi lui si dirige verso l'uscio per andare a recuperare le sue cose dalla ormai vecchia casa...


~Kaminari

(Don't) Believe me ~|Saschefano|~Where stories live. Discover now