capitolo 2

1.1K 57 11
                                    

Harry ci aveva provato, davvero!

Era rimasto al letto per tre giorni, senza lamentarsi più di tanto e accettando di malgrado quella minestra che aveva definito 'cibo del diavolo'.

Ma, dobbiamo precisare, che Harry e la pazienza sono due cose nettamente diverse e, se ci aggiungiamo, che Harry era da tre giorni che non correva libero nel bosco o semplicemente non correva allora, qui, le cose si complicano.

Adesso riusciva a stare seduto sul letto per più di un'ora, poi però incominciava a tremare e a lamentarsi del dolore e Liam era costretto a dargli un antidolorifico e un piccola dose di tranquillante che lo facevano dormire meglio la notte.

Harry, però, aveva iniziato a lamentarsi sempre di più, prima di tutto perché voleva uscire, secondo perché il dolore al petto iniziava a diventare sempre più forte. Mentre i graffi sulle cosce e il taglio sulla fronte erano del tutto guariti, ed era sorprendente come un lupo poteva guarire così in fretta senza lasciare cicatrici o segni sulla pelle, il petto aveva ancora dei profondi graffi che lo attraversavano su tutta la superficie ed erano rare le volte che anche un semplice spostamento non riapriva un taglio che poi incominciava a sanguinare e a imbrattare tutte le fasce e le garze.

Adesso Harry era sdraiato sul letto a pancia in su mentre Liam gli iniettava il suo anti dolorifico giornaliero. E, per quanto quelle medicine lo aiutavano a sopportare quel dolore, lui non riusciva a muoversi dopo che quella sostanza gli era entrata in circolo, per il semplice motivo che gli anti dolorifici che usavano loro erano nettamente diversi da quelli che usavano gli umani e, sui lupi, avevano anche qualche effetto collaterale di troppo.

Harry, in quel momento, stava piangendo. Stava piangendo perché il dolore che durante la notte aveva sentito lo stava facendo torcere su se stesso e questa sensazione di impotenza contro il suo stesso corpo non riusciva ad accettarla.

Liam era preoccupato, in tutta la sua vita non aveva mai visto una tale reazione a quel farmaco che, per molti, era una mano santa, ma, forse, per Harry, era tutto tranne che un tocca sana.

Dopo la puntura Liam era uscito, lasciando Harry immobile sul letto a combattere una guerra tra lui e la medicina.



















"Niall ti prego, fammi uscire da qui" erano ormai due ore che Harry cercava di convincere il suo fidato amico a farlo uscire da quella stanza che ormai lo stava soffocando

"lo sai che non posso" ecco la risposta che ormai sentiva da due ore a quella parte e sinceramente il ricciolino era stufo.

Ormai il suo corpo stava reagendo bene alle cure, certo, c'era sempre quell'effetto collaterale di troppo ma adesso riusciva anche a rimanere in piedi per trenta secondi e questo si che è un record!

"almeno aiutami ad alzarmi"

Niall lo stava guardando, indeciso se assecondare quella richiesta che avrebbe fatto finire nei guai entrambi, oppure no.

il biondino alla fine grugni "e va bene. Ma per poco" acconsentì per poi avvicinarsi a Harry e con un mano sulla schiena e l'altra sul petto, poco più su delle fasce, ed aiutarlo a sistemarsi in un posizione vagamente retta.

L'omega dai capelli cioccolato sbuffo, forse era meglio rimanere seduti sul letto, ma dopo una fitta di dolore iniziale si impose che, se voleva tornare a correre e a trasformarsi, doveva iniziare a fare qualche miglioramento e quello era sicuramente un primo passo.

Niall era lì comunque, pronto a prenderlo e a sorreggerlo.

"Tutto bene Haz?"

"No" grugnì

only half a blue skyWhere stories live. Discover now