Capitolo 11

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Il mondo che Harry ricordava era sparito, non esiste più niente. Tutto quello che una volta Harry riteneva importante era stato distrutto.
Il tempo era passato così velocemente che ora al solo pensiero di lui e il suo branco, felici, mentre si stendevano ai piedi della quercia, gli creava un vuoto nello stomaco. La stesa quercia che era andata a fuoco, anni prima.
Dove prima c'era la loro quercia, simbolo del branco di Louis, ora c'è un enorme recinto vuoto. Dove prima c'era il campo di addestramento, ora c'è una casa fatta in cemento con una bandiera.
Dove prima c'era la loro casa, quella che lo aveva visto crescere, piangere, ridere e nei loro momenti più intimi, ora c'è un grande capannone grigio, abbandonato.
Harry vedendo quel posto non avrebbe mai detto che era lo stesso posto in cui era cresciuto, in cui aveva passato venti anni della sua vita.

In quel momento dai suoi occhi scese una lacrima che subito asciugò, non poteva farsi vedere così, non da lui in quel modo. Da Max.
Era riuscito in pochi mesi ad attuare il suo piano. Non importava quanti umani e quanti lupi perdessero la vita, lui non si fermava davanti a niente. Era pronto a sacrificare il suo stesso figlio pur di rimanere in vita. Harry non aveva mai conosciuto una persona così viscida, cattiva ed egoista. Aveva sacrificato centinaia di umani che si erano battuti per lui, e centinaia di lupi innocenti.
Nessuno era riuscito a fermare la sua avanzata.
Harry non voleva ricordare quando Max arrivò con tutti quei Pirex. Non voleva ricordare quando nel giro di pochi giorni il suo mondo e il suo branco vennero rasi al suolo e tutto quello che negli anni avevano costruito  sparì, davanti ai suoi occhi.

Harry fece marcia indietro e tornò nel suo appartamento, volevano trattarlo come un animale ma riuscì ad imporsi e a non farsi mettere in gabbia. Il suo branco sarebbe stato fiero di lui.
Già, il suo branco, erano anni che non li sentiva, erano anni che non sapeva dov'erano, cosa facevano e con chi stavano. Si erano divisi nel bosco, prima che Max arrivasse nel loro territorio e si  promisero che si sarebbero rincontrati,   prima o poi.
Eppure lui non sapeva niente di nessuno e questo gli faceva male, molto male.

Arrivò nella sua camera da letto e prese l'unica cosa che non gli avevano levato, il suo diario. L'unica cosa che non lo aveva abbandonato da quando il suo mondo era sparito.
Prese la penna e aprì il diario:

È insopportabile, il mondo è diventato insopportabile.
Sei ovunque, eppure non so dove sei.
Vorrei che fossi qui, ma forse questa è una bugia.
Vorrei soltanto che tu mi amassi ancora, ovunque tu sia.

Prese un respiro profondo e chiuse il diario ancora più malinconico di prima, non riusciva a trovare felicità in niente. Aveva perso tutto ed era questione di tempo prima che arrivasse il suo turno con Max.
Scappare? Impossibile. I Pirex erano ovunque e lui stesso era quello più controllato. Sarebbe come andare in contro alla morte volontariamente e non poteva permetterselo.
L'unico momento in cui non era controllato era il momento del cambio guardia, durava circa sette minuti.
Sette lunghi minuti. Aveva imparato che il tempo era importantissimo e sette erano più che sufficienti per trasformarsi in lupo e correre dritto nel bosco.
Una volta entrato nel bosco tutto sarebbe stato più facile, c'era cresciuto tra quegli alberi e sapeva a memoria tutti i segreti che essa conteneva.

Harry guardò l'orologio, mancavano tre minuti al cambio della guardia.
Si alzò dal letto e iniziò a trasformarsi, non aveva mai dato a retta a Jack quando gli disse che trasformarsi dopo tanto tempo gli avrebbe fatto il doppio del male, ma perché non ascoltava mai nessuno?

Il dolore non era l'unica cosa negativa, l'ultima volta che si era trasformato era stato sei mesi fa e ora i suoi sensi erano ovattati e le zampe un po arrugginite.
Saltò dalla fiinestra, sei minuti.  Corse per tutto il campo, cercando di non farsi vedere da nessuno, quattro minuti. Mancava così poco al bosco che quasi non gli pareva vero, due minuti.
Sentì l'allarme suonare, cazzo lo avevano scoperto. Entrò nel bosco e corse con tutte le poche forse che aveva in corpo. Corse per ore e non si guardò mai indietro.
Aveva superato il suo vecchio territorio e ora non capiva dov'era finito. Si fermò e si guardò intorno, perfetto, si era perso.

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⏰ Last updated: Dec 25, 2019 ⏰

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