Capitolo 14

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Mi alzai non appena vidi il sole sorgere. Non ero sicura al cento per cento della mia decisione, ma oramai non potevo più tornare indietro. Ero convinta che scappare stavolta non avrebbe portato a nulla.
Mi diressi verso quella specie di castello al centro di Alv Adastaer. Mentre camminavo per i suoi corridoi mi continuavo a chiedere cosa mai avrei potuto fare io per aiutare quella gente. Una guerra che non era mia, lo era improvvisamente diventata con la rivelazione che sia mia nonna che mia madre erano entrambe streghe, e che questa battaglia andava avanti oramai da secoli. Era un po' come sbattermi in faccia che non ci potevo fare niente e dovevo semplicemente accettare le cose come stavano. Speravo di trovare anche Kelpie. Avevo praticamente detto, se pur non intenzionalmente, che avevo paura di questo posto e delle sue creature, mettendoci ovviamente in mezzo anche lui. Solo riflettendo sull'accaduto mi ero resa conto di cosa avevano implicato le mie parole, e me ne pentivo amaramente. In cuor mio sapevo che lui aveva ragione e che dovevo reagire. L'aver conosciuto Aarthena mi aveva inoltre aperto un mondo, e mi aveva fatto vedere ciò che mi stava di fronte con uno sguardo diverso. Per carità, avevo ancora paura. Questo posto davvero mi terrorizzava, ma starsene ferma senza far niente non avrebbe aiutato me, loro ma soprattutto mia madre.

Mi diressi verso la stanza in cui mi ero risvegliata, provando a cercare Mirhist, ma non riuscii a trovarlo. Vagai ancora del tempo alla sua ricerca, ma con scarsi risultati. Provai anche a chiedere a chi incontravo in quel posto se qualcuno sapesse dove si trovava , ma pareva che di lui non vi fosse traccia. L'ultima volta che era stato visto se ne era andato con Kelpie. Almeno sapevo che avrei trovato anche lui, era un'occasione per parlare con entrambi. Mi feci coraggio ed uscii nella zona del mercato. Se non erano dentro dovevano essere per forza fuori,da qualche parte.
Scansai alcuni mercanti che passarono con le loro merci verso la zona centrale. Questo posto mi ricordava tanto il mercato che c'era a casa. Tutte le persone che conoscevo mi parevano ora lontane anni luce.
Camminando individuai un bar,lo stesso in cui il giorno prima avevo visto alcuni gnomi ubriachi. Da dentro sentivo venire molte risa ed un gran baccano. Era molto improbabile che qualcuno li avesse visti, ma tanto valeva tentare.

Spinsi la porta del posto ed entrai.
L'ambiente interno era completamente al buio, se non per alcune lanterne appese al soffitto che lo illuminavano a malapena ,il tutto estremamente rustico. L'odore di alcool mi invase le narici, facendomi fare una smorfia. Non ero mai stata una grande bevitrice; ad essere sincera non amavo nemmeno tanto bere. Mi feci largo tra la folla di nani ed elfi, ed arrivai al bancone. Il barista però non mi considerava nemmeno,nonostante avessi provato più volte a chiamarlo, complice la musica alta.
Era una musica allegra, con suoni molto simili a quelli prodotti da una cornamusa. Molta gente stava ballando, rendendo impossibile attirare la loro attenzione per chiedere informazioni.
Sospirai sconfitta pronta ad andarmene, quando un forte baccano divise la folla, spingendomi indietro.
Molti cominciarono a gridare, incitando qualcuno a darsele. Mi affacciai curiosa.

La folla del bar si era divisa per lasciare spazio a due uomini, che se le davano di santa ragione. Od almeno così pareva. Uno dei due era un uomo anziano. Riuscivo a vederlo bene. Non era però né un elfo né un nano, sembrava essere umano. Cosa abbastanza strana visto che non ne avevo ancora incontrato uno qui. L'altro mi dava le spalle.
I due si studiarono per un po', poi l'anziano si gettò addosso all'altro , che lo bloccò con il braccio. Per qualche secondo rimasero così, alla fine però l'avversario lo spinse in un angolo. Quando si separarono, finalmente, l'altro uomo si voltò.

Era un ragazzo alto, muscoloso. La maglia aderiva al suo corpo, fasciandone i muscoli, mal celati. I suoi capelli lisci, tenuti sbarazzini, neri, riflettevano la poca luce di quel posto. Il suo viso era molto mascolino, mettendo in risalto i suoi occhi. Mi ritrovai ad osservarli. Erano profondi, ricchi di un'anima tutta loro. Parevano due profondi pozzi verdi, ricchi di vita.
Senza preavviso, i suoi occhi incrociarono i miei, e rimase a fissarmi.
Per qualche strano motivo, sentii l'imbarazzo esplodere e le guance andare a fuoco. Interruppi il contatto visivo e me ne andai in fretta e furia da quel posto.

The Circle - Born witch - Nata Strega Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora