Il regno di ghiaccio

La mattina dopo

Quella mattina Ambra di svegliò con l'immagine di un grande carrubo, un'immagine forzata come se qualcuno le avesse voluto dare un segnale solo a metà, e poi quell'urlo era più come un richiamo, dolce e amaro... La luce entrava nella stanza,era l'alba, si vestì velocemente, ma non ebbe il tempo di infilare le scarpe e di legare i capelli quando sentì:-Ambra! Muoviti devi scendere in giardino!- scalza e con i capelli al vento Ambra raggiunse il giardino grande e lo attraversò, i piedi nudi affondavano nella bianca e fredda neve, il vento gelido le muoveva i capelli neri non molto lunghi per colpa dell'ultima punizione inflitta dalla Signora. Si avvicinò al pozzo e fece scendere il secchio, non appena sentì il rumore dell'acqua lo fece risalire. L'acqua era gelida si affrettò ad entrare, ma il suo sguardo fu catturato da un enorme albero, un carrubo, si avvicinò a lui e il suo amuleto si illuminò e ricominciò a battere, il tronco del carrubo era caldo, possente, infondeva sicurezza.. Anche lui aveva un cuore, infatti Ambra nel poggiare il suo orecchio al rugoso tronco sentì un lieve battito, quasi impercettibile... E poi vide delle immagini che apparvero nella sua testa come dei flash: Ambra!!! Un uomo prese la mano di quella bambina appena divisa da quella che molto probabilmente era la madre, mano nella mano i due iniziarono a correre tra la neve e le urla l'uomo diede la bambina ad un bambino di 5 anni annunciando:- proteggila a costo della tua stessa vita!- -lo farò Re!- fu la risposta del ragazzino... Ambra rimase in silenzio si lasciò cadere a terra, non capiva più niente, la cosa diventava seria, non erano più semplici sogni, ma vere e proprie visioni! Fece cadere l'acqua a terra e guardò ancora una volta l'albero. Entrò di corsa nel palazzo, dove si rivestì, poi corse di nuovo in giardino e riempì l'acqua senza guardare per un secondo il carrubo. Appena entrata lo sguardo di Lupe la fulminò e le intimò di sbrigarsi a preparare la colazione a Miranda, sarebbe andata lei a portarla il camera sua.