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Un'altra giornata di lavoro era iniziata, Settembre stava portando con sé l'inizio delle scuole e la pasticceria era veramente piena già alle otto del mattino.

Erano sopraffatti dagli ordini e Changbin, che di solito lavorava al bar o nel laboratorio, si ritrovò a fare da cameriere vista la mancanza di personale.

Preparò l'ennesimo cappuccino e si diresse verso il tavolino 6, che stava in un angolo vicino ad una delle vetrine esterne da cui filtrava la luce. Il locale non era enorme, ma era accogliente; i tavolini erano di legno massiccio, così come le sedie. I muri erano color salmone e il pavimento sfoggiava un antico cotto restaurato.

Su ogni tavolo era posizionato il menu, i tovaglioli e il numero del tavolo.

Al centro della sala vi erano posizionati a U i banconi bar e le vetrine con i dolci ed infine la cassa; dietro di essi gli scaffali che contenevano tazze, bicchieri e alcuni alcolici.

Arrivò al tavolo, dove c'era seduto solo un ragazzo dai capelli biondi, mingherlino. Portava una maglietta a righe bianche e nere e dei jeans grigi. La sua borsa era appoggiata sulla sedia di fianco a lui, e la sua attenzione era rivolta su un libro di testo scolastico. Doveva essere un universitario.

"Il suo cappuccino" Changbin sorrise, mentre stava per poggiare il cappuccino sul tavolo, quando il ragazzo si voltò e lo guardò negli occhi.

Changbin rimase come folgorato, i suoi occhi erano la cosa più profonda che avesse mai visto, e dal suo viso dai tratti particolari. Rimase a bocca aperta tanto che il cappuccino gli scivolò dalle mani e bagno gli appunti che il ragazzo teneva di fianco al libro.

Changbin si ridestò dal sua stato di trance, e notando tutti i fogli macchiati di caffè iniziò a scusarsi e tirò fuori dal grembiule un asciughino nero come la sua divisa.

"Mi scusi, ora asciugo tutto" poi posò lo sguardo sui fogli completamente zuppi "Le ho rovinato gli appunti"

"Non fa nulla, vorrà dire che il prossimo cappuccino lo offrirà la casa" disse il ragazzo, spostando il libro dall'altro lato del tavolo per evitare che si bagnasse anche quello.

"Per gli appunti non si preoccupi, posso farmeli prestare, non è successo nulla" la voce del ragazzo non era dura, ma non era nemmeno dolce, sembrava più che altro annoiata.

"Le porto un altro cappuccino"

Mentre tornava al bancone non poté non sentirsi imbarazzato per l'accaduto. Aveva rovesciato tutto sul tavolo, aveva rovinato gli appunti a un cliente, lo aveva quasi sporcato e tutto perche ... perche questo lo aveva guardato dritto negli occhi.

I suoi occhi lo avevano così colpito, aveva sentito come una scossa, un brivido che gli aveva attraversato tutto il corpo e lo aveva mandato in uno stato di totale trance.

Una cosa del genere non gli era mai successa.

Preparò un altro cappuccino e prese anche una fetta di torta sacher, poi si diresse di nuovo al tavolo.

Il ragazzo ora guardava fuori, aveva riposto il libro nella borsa e in una mano reggeva lo smartphone.

"Eccomi, le ho portato anche una fetta di torta, ovviamente offre tutto la casa" disse sorridendo

"Grazie"

Chabgbin tornò al bancone servendo alcuni clienti, ora la maggior parte dei ragazzi erano andati via e nel locale regnava la tranquillità e il silenzio interrotto solo dal rumore dei bicchieri, dalla macchinetta del caffè e della cassa che emetteva gli scontrini. Il locale era quasi vuoto, tranne che per qualche coppietta o anziano che leggeva il giornale.

Lanciò uno sguardo al tavolo 6, sicuramente anche lui era già andato via, ma si sorprese invece quando lo vide ancora chino sullo stesso libro di prima, mentre prendeva dei nuovi appunti. Notò anche che ora portava degli occhiali di vista neri.

Senza pensarci si diresse verso di lui con il sorriso sulle labbra.

"Posso portati altro?"

Il ragazzo alzò lo sguardo, quegli occhiali gli donavano, gli davano un'aria da intellettuale.

Poi lo vide alzare un sopracciglio e sbattere un paio di volte le palpebre prima di guardarsi attorno con aria smarrita.

"Che ore sono?, ho il cellulare scarico"

"Le dieci meno un quarto" disse nascondendo una risata

"Cosa?" lo vide alzarsi di scatto infilare il libro in borsa e mettersela in spalla "Sta per iniziare la mia lezione!" ... "Grazie"

"Senti, se hai il carica batterie potresti lasciarlo a me e venirlo a prendere quando hai finito ... siamo aperti fino alle 19.00"

Il ragazzo sembro pensarci su, e poi infilò una mano nella tasca dei jeans e l'altra nella zip della tracolla tirando fuori cellulare e caricabatterie porgendoglieli. "Grazie"

"Io sono Changbin, se quando arrivi non mi trovi puoi chiedere di me alla cassa"

"Grazie ancora, io sono Felix"

"E' il minimo che potessi fare dopo stamattina, Felix"

Uscì velocemente dal negozio, dirigendosi verso la facoltà che distava pochi minuti dalla pasticceria.

Silky Место, где живут истории. Откройте их для себя