CAPITOLO SETTE : TU ED IO

250 21 2
                                    




Il primo incontro fra i due amanti sembrava essere stato frutto del destino ma prima che il loro amore potesse definitivamente infuocarsi, ci fu un periodo di piccola crisi. Era trascorsa solo metà giornata ma l'affrettare le tempistiche da parte dell'uomo portò ad un fraintendimento.

Accadde il giorno in cui lui tornò dal suo viaggio in Sud America.

''Perché non posso mettermi in contatto con te.''

L'uomo si colpì la testa con il cuscino. Continuava a domandarsi se stesse facendo qualcosa di sbagliato.

''Wow, vai in Sud America? E dove di preciso? Ci vai da solo? Con degli amici?''

''Sì.. è la mia prima volta.. visiterò i luoghi più famosi.. qualcosa del genere.. andrò da solo.''

''Sud America.. ti invidio. Vorrei davvero andarci. Penso sia un luogo romantico e lì il clima è sempre caldo''

Lei scrollò un po' le spalle. L'uomo la osservò per un momento, pensando che avrebbe saputo adattarsi bene al clima caldo, ma fu al contempo deluso e rattristato nel notare il suo entusiasmo per la propria partenza. Chissà cosa avrebbe pensato, si domandò l'uomo fra sè e sè, se avesse conosciuto il significato nascosto dietro quella vacanza.

''Quando tornerai?''

''Dopo tre settimane.''

''Divertiti. Prenditi cura di te stesso e non scordarti di prendermi un regalo!''

Evidentemente, il ricordo di lui in lei non era scomparso. Le dodici ore di fusorario e la distanza fisica tra i due, non furono di ostacolo nel sentirsi. Quando lui le lasciava un messaggio, lei gli rispondeva con regolarità.

A volte, era lei la prima a cercarlo. L'uomo ne fu sollevato.

Fu nel giorno che tornò in Corea che perse completamente i contatti con lei.

''Chiamami quando raggiungi l'areoporto. Ho appena tirato fuori la macchina per esercitarmi un po' alla guida.''

Quello fu il suo ultimo messaggio.

''Te l'avevo detto che volevo incontrarti..''

Come lei gli aveva chiesto, una volta giunto all'areoporto lui la chiamò ma al suo posto rispose la segreteria. Forse aveva lasciato il cellulare a casa. Aspettò 3-4 ore all'areoporto ma lei non si fece vedere. Decise quindi di andare a casa a piedi, appesantito e deluso.

Casa sua era estremamente tranquilla e silenziosa.

Solitamente, Dan creava molto scompiglio per accoglierlo ma la cagnolina al momento del suo ritorno non si trovava lì.

''Vorresti che ti controllassi Dan quando sarai via?''

''Posso chiederlo a degli amici o a mia madre.''

''E' ancora una cucciola. Va bene per lei cambiarle l'ambiente così presto?''

''Anche a me preoccupa questa cosa..''

''Lasciala a me. Siamo nello stesso vicinato, si sentirà come se fosse qui. Non pensi che starebbe meglio se la lasciassi a me?''

''Oh, okay. Scusami per il disturbo.''

''Potrai offrirmi un drink se vorrai scusarti! Birra!''

Le conversazioni con lei erano sempre piacevoli e gioiose. Solamente al pensarci, gli venne da sorridere anche se lo frustrava un po' ricordare le volte in cui lei era riuscito a farlo ridere.

''Dovrei andare?''

Lei gli aveva detto di abitare nel palazzo di fronte. Non era mai stato a casa sua ma avrebbe potuto andarci ora. Esitò per un minuto. Si mise le scarpe ed uscì di casa. Fischiettò un po' per calmarsi. Arrivò da lei ancora prima che la canzone fischiettata finisse, ma si sentiva ancora nervoso.

JONGHYUN'S SKELETON FLOWER - ITALIAN VERSIONDove le storie prendono vita. Scoprilo ora