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-Mario-

La festa è nel pieno del suo svolgimento. Federico gira per la casa salutando il mondo. Abbraccia i volti conosciuti e dà il benvenuto agli sconosciuti che becca qua e là. La porta è aperta. Gente che entra, gente che esce. Giada è arrivata da poco con due sue amiche e stanno cercando gente con cui parlare. Giada in particolare cerca Mario. Passa dalla cucina, guarda in terrazza, entra nel salone pieno di persone. Lo vede in un angolo della stanza insieme ad Alex. Già capisce che, come nelle ultime settimane, Mario ha esagerato con la scusa della festa. È preoccupata per lui. Lo raggiunge. «Eccoti tesoro, non ti trovavo. Ciao Alex».

Mario si gira. Il suo viso perfetto sciupato dall'evidente condizione. Entusiasmo eccessivo. «Ciao amoreeeee, come sei bella, mi sei mancata tantissimo, sai?». La abbraccia con molta decisione. «Amore, ti voglio tanto bene, lo sai vero? Sei stupenda, non so come farei senza di te».

Giada ascolta senza dare peso alle parole. Non perché Mario non le voglia davvero bene ma perché sono parole che a malapena si ricorderà il giorno dopo, quando si sveglierà e non parlerà con nessuno. Giada gli accarezza i capelli. «Lo so cucciolo, anche io ti voglio bene». Lo spinge appena per staccarselo di dosso.

Mario sorride. «Hai visto chi c'è? Alex, anche a lui voglio tanto bene», mette un braccio intorno al suo collo, «lo sai che lui è stato il mio primo ragazzo? Strana la vita, guardaci ora, dopo tutti questi anni». Gli dà un bacio a stampo.

Giada sa che è finzione e sa benissimo di Alex. Mario glielo sta raccontando come se fosse la prima volta che ne parlano. «Mario, sì Alex lo vedo, sicuro che non vuoi venire un po' di là con me e le altre? Stiamo un po' in terrazza, all'aria fresca».

Mario scoppia a ridere. «No tranquilla amore, tu vai, divertiti, stai con le tue amiche, non pensare a me. Io sto bene, c'è lui con me. Tanto viviamo insieme, ricordi? Possiamo parlare tutti i giorni».

Giada fa un mezzo sorriso. Tutti i giorni? Non ti vedo alla luce del sole da mesi. Ma tanto, questo non è il luogo per parlarne. «Va bene... Per qualsiasi cosa sono di là...». Si avvicina ad Alex. Va vicino al suo orecchio. «Alex porca troia, ogni volta dobbiamo fare lo stesso discorso? Invece di aiutarlo lo stai facendo peggiorare. Mi fai incazzare».

Alex non la vuole ascoltare. «Giada non mi rompere il cazzo, ci sto provando, non sono sua madre».

Giada si avvicina ancora. «Non sei sua madre ma gli vuoi bene e so che in fondo sei un bravo ragazzo. Invece di pensare a scopartelo cerca di tenerlo lontano dal bere o da qualsiasi altra cosa almeno per una sera». Va via.

«Che vi siete detti? Avete dei segreti?».

Alex sorride. «Ma quali segreti? Mi ha detto di avvertirla quando andiamo a casa così facciamo la strada insieme».

Mario sorride felice perché i suoi amici sono felici. Ricominciano a ballare.

-Claudio-

Ore di macchina tra caffè in autogrill, radio, cambi al volante, risate per sdrammatizzare, ricordi di gioventù, silenzi assoluti e soprattutto pensieri, tanti pensieri. Più i chilometri diminuiscono e più Claudio sente crescere dentro di sé l'ansia di arrivare. Ansia intesa come paura, sente i muscoli irrigidirsi e la saliva sparire. Sta guidando lui, Luca e Mattia si sono addormentati. D'istinto ne vorrebbe approfittare per fare retromarcia e tornare verso Padova. Ma che cazzo sto facendo? Io che non riesco mai a dire niente, vado lì per fare cosa? Come se lui fosse lì ad aspettarmi. Che figura di merda. Dopo tutto questo tempo. Magari nemmeno ci sta pensando. Sarà andato avanti con la sua vita e si sarà scordato di me. Basta, adesso giro. Il problema sono gli occhi, il viso di Mario. Solo al pensiero di vederlo, sente un brivido percorrergli tutta la schiena. Si sente vivo come non si sentiva da agosto.

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