Clara è riuscita ad entrare all'Accademia di Teatro, il suo sogno si è avverato.
Finalmente potrà studiare nella stessa scuola di Arthur, la sua dolce metà e attore già in carriera.
Ma nuovi incontri cambieranno la sua quotidianità: riuscirà ad otte...
La mia vita è come la mia stanza. Sembra in ordine, ma la verità è che nascondo tutto il casino nell'armadio. E infatti ogni volta che lo apro, come adesso, montagne di vestiti, peluche, libri e roba inutile mi cadono addosso. Arthur continua a bombardare di messaggi non solo me, ma anche Giulia che continua a ripetermi di perdonarlo e di non comportarmi da bambina e forse ha ragione. Immersa nei miei pensieri entro in Accademia e vedo il suo viso incorniciato dagli splendidi capelli color del grano; sta parlando con una ragazza e sorride sornione. Non riesco a reprimere la gelosia e mi dirgo verso di lui a grandi falcate. -Arthur.- -Bimba!- è piuttosto sorpreso. Fisso la ragazza e poi lui, ripetutamente mentre mi osserva con la testa un pò piegata, come quei cuccioli di labrador che non comprendono cosa stai cercando di comunicargli. Poi finalmente capisce e liquida la ragazza garbatamente. -Are you ok?- -Si.- rispondo incolore. -Sei ancora arrabbiata con me?- Annuisco cercando di essere il più severa possibile. -Domanda stupida...Sono due giorni che mi eviti.- -Tu invece sono mesi che non mi dai le giuste attenzioni.- Sospira, guardandosi attorno. -Hai ragione. Senti, possiamo ricominciare da capo? Sono stato poco presente è vero. Ma proverò a fare di tutto. Non voglio perderti...- Ha l'espressione di chi sa benissimo di aver già vinto. Ma è così, non so stare senza lui. Fingo di pensarci un pò anche se ho già deciso. -E va bene...- -Lo sapevo!- mi abbraccia -Sei la cosa poi bella che ho.- -Anche tu Arthur...- Poi prende la mia testa fra le mani e mi bacia.
Oops! This image does not follow our content guidelines. To continue publishing, please remove it or upload a different image.
Mi era mancato, mi era mancato tanto. -Dopo le lezioni sei libera?- mi chiede ed io annuisco, finalmente sorridente. -Allora ti porto in un bel posto.- -Ok!- sono euforica. Un ragazzo lo chiama da lontano e lui si volta tenendomi ancora le mani. -Ci vediamo dopo mon amour.- sorride. Lo saluto con la mano ed entro anche io in aula, piuttosto rincuorata.
***
Aspetto Arthur fuori scuola che non tarda ad arrivare. -Eccoti!- sorride cingendomi la vita con un braccio. -Dove andiamo?- -In un bel posto.- -Lo so. Questo me l'hai già detto.- -Sei curiosa?- -Molto...- Lui ride trascinandomi con se. Percorriamo il viale alberato che ci porta alla stazione della metro e dopo poche fermate scendiamo. Camminiamo ancora ed io credo di non essere mai stata qui; infatti poco dopo mi spiega che siamo approdati in periferia. Il mio biondino si ferma solo quando siamo nel bel mezzo di un prato verde sgargiante. -Ma è bellissimo!- -Non hai ancora visto la cosa più bella.- Il suo spirito naturalista prende il sopravvento e con l'entusiasmo di un bambino indica un mastodontico albero poco distante da noi che sui suoi accoglienti rami ospita un'altrettanto grande casa, se così si può definire. -Arthur...Ma sul serio?- -È una casa sull'albero!- -Ho notato...Ma non è pericoloso?- -No. L'ho già provata molte volte, my girl.- Sono basita, ma anche entusiasta. -Dai vieni!- mi porge la mano mentre sta già salendo. Con l'ansia di mettere il piede sul ramo sbagliato, riesco ad arrivare in cima. Quella che Arthur chiama casa è in realtà un insieme di travi che formano una specie di pavimento sospeso nell'aria. Lui si sdraia ed io lo imito, poggiando la testa sul suo petto. -Ti piace?- Il sole filtra dalle foglie che ci fanno da tetto, gli uccellini cinguettano allegramente e le mie narici sono invase da un buonissimo odore d'erba e legno secco. -È bellissimo...- rispondo, cullata dal suo respiro. Sento la sua mano muoversi leggermente fra i miei capelli. -Alla fine cosa hai fatto ieri?- Panico. Non so cosa dire. Mi torna in mente Claudio e tutto quello che è successo e decido di raccontare una mezza verità. -Ho fatto...le prove. Per lo spettacolo.- -Brava. Hai fatto bene. È meglio iniziare subito a provare, te lo dico per esperienza.- -Già...- -Clara...I'm so sorry for yesterday.- -Arthur ne abbiamo parlato, stai tranquillo.- -Sei sicura?- Annuisco stringendomi a lui, forse per scacciare il brivido inopportuno e squallido che mi provoca il ricordo delle prove con quello stronzo di Claudio.
***
Arthur mi ha accompagnata fin sotto casa e sto finalmente rientrando. Infilo la chiave nella toppa e giro. -Giulia! Sono a casa.- I passi leggeri e svelti della ragazza rimbombano nel corridoio. -Clara? Ma non eri con Arthur?- -E infatti. Ma sono tornata. È anche ora no? Sono le sette di sera.- -Giusto.- -Tutto ok?- la guardo perplessa ed ho motivo di pensare che mi stia nascondendo qualcosa. -Ehm...si. Tutto bene, certo. Però, Clara, ecco...Mi sono permessa di invitare una persona. Non pensavo tornassi, credevo saresti rimasta da Arthur.- -Nessun problema Giulia. È andato via?- -Clara?!- una voce maschile mi chiama all'attenzione. -Flavio?!- il ragazzo fa capolinea in salotto. -Che ci fai qui?!- -Beh...È casa mia.- -Cosa?! Sul serio?!- -Aspetta! Vi conoscete?!- si intromette mia cugina. -Come no! Frequentiamo insieme l'Accademia!- -Ma...Voi due invece come vi conoscete?!- -Clara, meglio che vada.- prende le sue cose che evidentemente aveva poggiato prima sul divano -Ci vediamo domani?- -Ok...- è l'unica cosa che riesco a dire, cercando di capire cosa stia succedendo. -Ciao!- ci saluta, prima di chiudere la porta alle sue spalle. Mi siedo sul divano piuttosto crucciata fino a quando mi decido a chiedere di più a Giulia. -Ma come lo conosci scusa?- -Per caso. In un bar. Che cosa assurda! È il tuo compagno di corso, non ci credo.- -Bizzarra coincidenza in effetti.- Mentre mia cugina iniziata a preparare qualcosa per cena, io comincio a mettere insieme tutti i tasselli. Forse la ragazza di cui voleva parlarmi Flavio è proprio Giulia. Non che mi dispiaccia. Ora sono troppo curiosa e non vedo l'ora che arrivi domani per inondare il mio amico di domande. -Ma Flavio come ti sembra?- mi chiede all'improvviso dalla cucina mia cugina. -Un tipo tranquillo, intelligente...bello...- dico, modulando la voce per sottintendere qualcosa. Ma lei non risponde. Vado a farmi una doccia e metto un punto a questa splendida giornata piena di sorprese.