XI CAPITOLO

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La mia vita è come la mia stanza. Sembra in ordine, ma la verità è che nascondo tutto il casino nell'armadio.
E infatti ogni volta che lo apro, come adesso, montagne di vestiti, peluche, libri e roba inutile mi cadono addosso.
Arthur continua a bombardare di messaggi non solo me, ma anche Giulia che continua a ripetermi di perdonarlo e di non comportarmi da bambina e forse ha ragione.
Immersa nei miei pensieri entro in Accademia e vedo il suo viso incorniciato dagli splendidi capelli color del grano; sta parlando con una ragazza e sorride sornione.
Non riesco a reprimere la gelosia e mi dirgo verso di lui a grandi falcate.
-Arthur.-
-Bimba!- è piuttosto sorpreso.
Fisso la ragazza e poi lui, ripetutamente mentre mi osserva con la testa un pò piegata, come quei cuccioli di labrador che non comprendono cosa stai cercando di comunicargli.
Poi finalmente capisce e liquida la ragazza garbatamente.
-Are you ok?-
-Si.- rispondo incolore.
-Sei ancora arrabbiata con me?-
Annuisco cercando di essere il più severa possibile.
-Domanda stupida...Sono due giorni che mi eviti.-
-Tu invece sono mesi che non mi dai le giuste attenzioni.-
Sospira, guardandosi attorno.
-Hai ragione. Senti, possiamo ricominciare da capo? Sono stato poco presente è vero. Ma proverò a fare di tutto. Non voglio perderti...-
Ha l'espressione di chi sa benissimo di aver già vinto.
Ma è così, non so stare senza lui.
Fingo di pensarci un pò anche se ho già deciso.
-E va bene...-
-Lo sapevo!- mi abbraccia -Sei la cosa poi bella che ho.-
-Anche tu Arthur...-
Poi prende la mia testa fra le mani e mi bacia.

-Poi prende la mia testa fra le mani e mi bacia

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Mi era mancato, mi era mancato tanto.
-Dopo le lezioni sei libera?- mi chiede ed io annuisco, finalmente sorridente.
-Allora ti porto in un bel posto.-
-Ok!- sono euforica.
Un ragazzo lo chiama da lontano e lui si volta tenendomi ancora le mani.
-Ci vediamo dopo mon amour.- sorride.
Lo saluto con la mano ed entro anche io in aula, piuttosto rincuorata.

***

Aspetto Arthur fuori scuola che non tarda ad arrivare.
-Eccoti!- sorride cingendomi la vita con un braccio.
-Dove andiamo?-
-In un bel posto.-
-Lo so. Questo me l'hai già detto.-
-Sei curiosa?-
-Molto...-
Lui ride trascinandomi con se.
Percorriamo il viale alberato che ci porta alla stazione della metro e dopo poche fermate scendiamo.
Camminiamo ancora ed io credo di non essere mai stata qui; infatti poco dopo mi spiega che siamo approdati in periferia.
Il mio biondino si ferma solo quando siamo nel bel mezzo di un prato verde sgargiante.
-Ma è bellissimo!-
-Non hai ancora visto la cosa più bella.-
Il suo spirito naturalista prende il sopravvento e con l'entusiasmo di un bambino indica un mastodontico albero poco distante da noi che sui suoi accoglienti rami ospita un'altrettanto grande casa, se così si può definire.
-Arthur...Ma sul serio?-
-È una casa sull'albero!-
-Ho notato...Ma non è pericoloso?-
-No. L'ho già provata molte volte, my girl.-
Sono basita, ma anche entusiasta.
-Dai vieni!- mi porge la mano mentre sta già salendo.
Con l'ansia di mettere il piede sul ramo sbagliato, riesco ad arrivare in cima.
Quella che Arthur chiama casa è in realtà un insieme di travi che formano una specie di pavimento sospeso nell'aria.
Lui si sdraia ed io lo imito, poggiando la testa sul suo petto.
-Ti piace?-
Il sole filtra dalle foglie che ci fanno da tetto, gli uccellini cinguettano allegramente e le mie narici sono invase da un buonissimo odore d'erba e legno secco.
-È bellissimo...- rispondo, cullata dal suo respiro.
Sento la sua mano muoversi leggermente fra i miei capelli.
-Alla fine cosa hai fatto ieri?-
Panico. Non so cosa dire. Mi torna in mente Claudio e tutto quello che è successo e decido di raccontare una mezza verità.
-Ho fatto...le prove. Per lo spettacolo.-
-Brava. Hai fatto bene. È meglio iniziare subito a provare, te lo dico per esperienza.-
-Già...-
-Clara...I'm so sorry for yesterday.-
-Arthur ne abbiamo parlato, stai tranquillo.-
-Sei sicura?-
Annuisco stringendomi a lui, forse per scacciare il brivido inopportuno e squallido che mi provoca il ricordo delle prove con quello stronzo di Claudio.

***

Arthur mi ha accompagnata fin sotto casa e sto finalmente rientrando.
Infilo la chiave nella toppa e giro.
-Giulia! Sono a casa.-
I passi leggeri e svelti della ragazza rimbombano nel corridoio.
-Clara? Ma non eri con Arthur?-
-E infatti. Ma sono tornata. È anche ora no? Sono le sette di sera.-
-Giusto.-
-Tutto ok?- la guardo perplessa ed ho motivo di pensare che mi stia nascondendo qualcosa.
-Ehm...si. Tutto bene, certo. Però, Clara, ecco...Mi sono permessa di invitare una persona. Non pensavo tornassi, credevo saresti rimasta da Arthur.-
-Nessun problema Giulia. È andato via?-
-Clara?!- una voce maschile mi chiama all'attenzione.
-Flavio?!- il ragazzo fa capolinea in salotto.
-Che ci fai qui?!-
-Beh...È casa mia.-
-Cosa?! Sul serio?!-
-Aspetta! Vi conoscete?!- si intromette mia cugina.
-Come no! Frequentiamo insieme l'Accademia!-
-Ma...Voi due invece come vi conoscete?!-
-Clara, meglio che vada.- prende le sue cose che evidentemente aveva poggiato prima sul divano -Ci vediamo domani?-
-Ok...- è l'unica cosa che riesco a dire, cercando di capire cosa stia succedendo.
-Ciao!- ci saluta, prima di chiudere la porta alle sue spalle.
Mi siedo sul divano piuttosto crucciata fino a quando mi decido a chiedere di più a Giulia.
-Ma come lo conosci scusa?-
-Per caso. In un bar. Che cosa assurda! È il tuo compagno di corso, non ci credo.-
-Bizzarra coincidenza in effetti.-
Mentre mia cugina iniziata a preparare qualcosa per cena, io comincio a mettere insieme tutti i tasselli.
Forse la ragazza di cui voleva parlarmi Flavio è proprio Giulia.
Non che mi dispiaccia.
Ora sono troppo curiosa e non vedo l'ora che arrivi domani per inondare il mio amico di domande.
-Ma Flavio come ti sembra?- mi chiede all'improvviso dalla cucina mia cugina.
-Un tipo tranquillo, intelligente...bello...- dico, modulando la voce per sottintendere qualcosa.
Ma lei non risponde.
Vado a farmi una doccia e metto un punto a questa splendida giornata piena di sorprese.








AMORE DIETRO LE QUINTEWhere stories live. Discover now