XIII CAPITOLO

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La sveglia suona ed io mi alzo dal letto con tutta la calma del mondo.
Faccio una doccia veloce e mi vesto per poi raggiungere la cucina e mangiare qualcosa.
-Buongiorno!-
Sobbalzo per la voce acuta di mia cugina che non pensavo di trovare sul divano.
-Che ci fai già vestita tu?-
-Oggi non ho lezione in università...Ti volevo chiedere...Se venissi con te? Solo per oggi!- mi supplica come una bambina.
Annebbiata dal sonno, ci metto un pò a capire il perché di questa richiesta. Vuole vedere Flavio.
-Giu, non so se si può fare...dovrei chiedere...-
-Chiederemo!- dice risolutiva.
-Va bene...Fammi fare colazione e poi andiamo.-
Con la coda dell'occhio la vedo tirare un pugno al cielo esultante e mi viene da sorridere.
Chissà perché quando siamo innamorati torniamo come bambini?

***

Sono riuscita ad accordare il permesso con la direttrice, e devo dire anche facilmente.
Così mia cugina è nel cortile con me, Flavio ed Arthur che almeno ogni tanto riesce ad essere rintracciabile in Accademia.
Giulia si allontana con il mio amico e sembrano parlare amorevolmente.
-Ma...qualcosa mi sfugge?- chiede il mio biondino.
-Si stanno conoscendo...Sarebbero carini.-
-Quanto noi?-
-No, noi siamo bellissimi.- sorrido avvinghiando le braccia al suo collo e lasciandogli qualche bacio sulle labbra sottili.
-Quanto mi manchi questi giorni.-
-Anche a me. Per quanto ne avrai ancora?-
-Le riprese? Eh...non so...un mese circa, credo.-
Annuisco, provando nostalgia dei giorni, o meglio anni, in cui nessuno dei due aveva impegni e passavamo le giornate e anche le notti, insieme a casa.
-Hey mon amour...- mi distoglie dai miei pensiere con quel sorriso un pò sbilenco ma bellissimo -Ti amo.-
Ed incurante del luogo pubblico in cui ci troviamo mi solleva ed io stringo le gambe intorno alla sua vita abbracciandolo, la mia schiena poggiata al muro.
Comincia a baciarmi come non faceva da tanto, stringendo le mani sulle mie gambe e capisco così che gli sono davvero mancata.
Lo spazio e il tempo perdono di significato, ci siamo solo io e lui.
Ho la sensazione che andrebbe avanti per ore, e forse la situazione evolverebbe in qualcos'altro.
Solo la campana di inizio giornata ci distoglie riportandoci alla realtà.
Mi mette giù con delicatezza si avvicina per darmi l'ennesimo bacio e poi va via.
-No ma dico, volete un letto?- obietta Giulia tornando verso di me, con Flavio.
Non posso fare a meno di sorridere, a metà fra l'imbarazzo e la felicità.
Entriamo tutti e tre in aula ed iniziamo le prove, durante la quale mia cugina non stacca gli occhi di dosso a Flavio.

***

Io ed Arthur siamo andati a mangiare qualcosa per pranzo e subito dopo sono tornata in Accademia per le prove.
Non so per quale motivo, ma continuo ad omettere davanti ad Arthur il fatto che le prove siano con Claudio, noi soli.
In fondo non c'è niente di male, siamo attori, è la normalità.
Decido che prima o poi lo metterò al corrente.
-Finalmente! Ma dov'eri?-
-Guarda che sono in perfetto orario.-
-Appunto. Avremmo potuto iniziare un pò prima, no?-
-Avevo da fare.-
-Si immagino. Ci hai dato dentro?-
-Che?!-
-Mi sa che Re Artù era da un pò che non giocava con la bambola eh?-
-Ma che hai capito?-
-E che devo capire?! A momenti stammattina ti spogliava! Neanche io arrivo a livelli simili, complimenti.- ride prendendomi in giro.
Gli lascio credere quello che ha pensato ed in fondo, anche se fosse, a lui cosa importa?
-Dai su.- mi fa cenno con la testa di entrare in teatro mentre tiene aperta la porta.
Ci addentriamo ancora una volta in quel mondo magico.
-Cosa proviamo oggi?-
Prende il copione dallo zaino e lo scruta attentamente.
-Questa!- indica una pagina e mi passa il foglio -Dagli un'occhiata. Io so già tutte le parti a memoria.-
Deve essere uno di quelli che da piccoli venivano definiti bambini prodigio, e questa cosa mi urta veramente tanto.

-Ciao Ginevra.- entra in scena, mentre io dovrei essere seduta ma non ci sono sedie.
-Guido...- qui dovrei alzarmi -Sei stato via due giorni...-
-Ti avevo detto che avrei avuto da fare.-
-Dove sei stato?-
-Da quel mio amico, come ti avevo detto. Ha accettato, mi farà un prestito.-
-Ne sono contenta.-
Si avvicina a me sorridendo.
-Mi sei mancata.-
-Lo dici per compiacermi?- gli do le spalle.
-No...Una notte senza di te non è degna di essere vissuta.- sussurra, poggiando le mani sulle mie spalle.
È incredibile come tutte le scene con Ginevra e Guido abbiano sempre qualcosa di erotico.
Fa scendere le mani sul mio petto per poter sbottonare lentamente la camicia. E meno male che stammattina non ho messo una maglietta, altrimenti per la scena sarebbe risultata scomoda.
L'ha aperta tutta ma, nonostante non possa vedermi perché è ancora alle mie spalle, comincio ad arrossire.
Con le mani fa scivolare il tessuto leggero lungo le mie braccia, sfiorandole con le dita.
Non vorrei farlo, ma il copione me lo impone. Così mi giro, di scatto.
Lui indietreggia un pò, come per giardarmi meglio ed ecco che la mia faccia diventa un semaforo rosso, acceso.
-Sei bellissima.- e non ne sono sicura, ma questa battuta non ricordo fosse nel copione.
Si sfila velocemente la maglietta, che poi sarà sostituita anche nel suo caso da una camicia, e rimango pietrificata davanti a tanta bellezza oggettiva.
Le spalle possenti, i pettorali abbastanza accentuati, le braccia un pò muscolose: sembra una statua greca.
Torna di nuovo verso di me e una volta vicino non riesco a proseguire, non ce la faccio.
Dovrei poggiare la mano sul suo petto, ma niente.
Mi irrigidisco e divento un pezzo di legno.
Lui se ne accorge e interrompe la rappresentazione.
-Tutto bene?-
-Si...cioè...scusa è che...-
-Ho capito. Sei bloccata.- dice, ma questa volta il suo tono è diverso, quasi comprensivo.
Annuisco passandomi la mano fra i capelli, imbarazzata.
-Vieni.- mi dice lui stranamente calmo, invitandomi a seguirlo.
Si siede sul bordo del palco con le gambe ciondolanti e io faccio lo stesso, senza il coraggio di guardarlo negli occhi; la sua maglietta è rimasta a terra, con la mia camicia.
-Chi era quella ragazza con te oggi?- mi chiede, anche se non capisco il senso di quella domanda.
-Mia cugina. Non provarci neanche! Si sta frequentando con Flavio!- lo informo, presa da uno strano senso di protezione nei confronti di Giulia.
-Con Flavio?-
-Si.-
-Non mi ha detto nulla quello stronzo!-
-È un ragazzo serio.-
-Certo certo. A differenza di me, giusto?- cerca conferma nel mio sguardo che però è puntato sul fondo del teatro.
-Io non so come sei...Non saprei dirlo.-
-Anche io non so poi molto di te.-
-Non mi hai mai chiesto nulla.-
-Raccontami qualcosa allora.-
-Tipo?-
-Non lo so. Basta che non ti metti a parlare di Re Artù!-
Una risata mi sorge spontanea.
-Ti sta così antipatico?-
-Non particolarmente, è solo una sensazione.- sorride lui ed io scuoto la testa, scoraggiata.
-La persona a cui sei legata di più? A parte lui.- mi chiede.
-Mia nonna.-
-La vedi spesso?-
-È morta.- rispondo senza troppi giri di parole, che mi farebbero ancora più male.
-Scusa...Mi dispiace.-
-Nessun problema. Mi fa piacere parlare di lei.-
-Non devi per forza.-
Solo in quell'istante mi rendo conto di essermi fissata con lo sguardo da troppi minuti sul suo petto, e lo distolgo subito.
-Era una persona stupenda...Da piccola praticamente stavo solo con lei, i miei lavoravano e non avevano tempo per me. Mi preparava dei biscotti buonissimi. In realtà erano natalizi ma lei me li faceva tutto l'anno perché li adoravo. Non li mangio da quando lei non c'è più. È morta quando avevo dodici anni.- sento una lacrima rigarmi il volto -Mi è crollato il mondo addosso. È stato come perdere una madre. A volte mi manca ancora la sua dolcezza, la sua allegria e quando mi sento sola la vorrei qui con me.-
Non ho il tempo di rendermene conto, che divento una fontana e non riesco a frenare il pianto.
All'improvviso sento il suo braccio cingermi le spalle nude e un brivido mi corre lungo la schiena per la sorpresa.
-Vieni qui.- sussurra tirandomi a se e stingendo la mia testa al suo petto.
Sento il flebile battito del suo cuore sotto la pelle morbida e profumata.
Stretta in quell'abbraccio inaspettato e bellissimo, riesco a calmarmi.
Mi accarezza i capelli e la schiena, mentre io, con la testa fra il suo collo e la sua spalla, ho la mano sul suo fianco.
E così, come se insieme alle maglie ci  fossimo tolti anche le maschere, rimaniamo così per tanto tempo, forse troppo.
E comincio a pensare che sarei voluta rimanere fra le sue braccia possenti, ancora un pò.
Perchè è uno stronzo, ma il suo cuore non è ghiacciato; è uno stronzo ma mi sto affezionando.




AMORE DIETRO LE QUINTEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora