27. La Luz del passato

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Ben si siede affianco a me e cerca il mio sguardo ma io continuo imperterrita a fissare il sangue che cola lentamente dal corpo di Jacob.

"Stai bene Luz?"

"Se ti dico di sì mi credi?" mi si spezza la voce e mi prendo la faccia tra le mani.

"Vieni qui" apre le braccia e mi ci fiondo dentro come se potessi ripararmi da tutto il male che mi circonda.

Alzo la testa verso di lui e mi sorride. "Ben, non ce la faccio a tornare al campo."

"E che vorresti fare? Lasciare tutto e andartene? Lasceresti qui Mary e Sarah" mi passa una mano tra i capelli ormai disordinati e sporchi di sangue.

"C'è Rachel, ci sei tu"

"No, io verrei con te"

Alzo lo sguardo su di lui e sì, lo farebbe davvero. Glielo leggo negli occhi.

"Pensavo fossi arrabbiato con me, anche se non credo di aver fatto nulla"

Sospira e guarda il cielo prima di tornare a guardare me. "Ero arrabbiato con me stesso e me la sono presa con te per qualcosa che ho fatto io. Non potrei mai arrabbiarmi per davvero con te, solo nel caso mi lasciassi"

Mi alzo e mi inginocchio davanti a lui, con tutta onestà credo proprio che una Luz meno scossa si maledirebbe per quello che sto per fare.

Ultimamente mi pento di tutto. Faccio qualcosa e subito dopo vorrei tornare indietro e farla diversamente. Come per esempio all'ospedale, come oggi. Avrei dovuto gestire la situazione in modo diverso e tutto sarebbe andato meglio e nessuno sarebbe morto.

"Mi dispiace se ti tratto male o se qualche volta sono scorbutica o ti uso come cuscino"

Ridiamo entrambi e lui scuote la testa divertito.

"Mi piace quando dormi su di me, anche se ho sempre paura che ti svegli. Non credo sia piacevole ricevere un pugno in faccia. Parlando seriamente però, se vuoi andartene dovresti prima tornare al campo e salutare Grace"

"Lo so ma lei proverebbe a fermarmi e sicuramente ci riuscirebbe"

"Se non ti fermerà lei lo farò io, non voglio che tu te ne vada e poi dove andresti?"

"A Denver c'è una casa di cui mi ha parlato proprio lei, resterei lì per un po' e poi cercherei una qualche base militare o governativa nella speranza che qualcuno sia sopravvissuto."

"Tutta sola? No, non sei adatta per una vita solitaria, ecco perché io sono qui a fermarti"

"Sicuro sia questo il motivo?" chiedo dubbiosa.

"Hai ragione, la verità è che non voglio che tu te ne vada senza di me." dopo di che mi prende il mento fra le dita e si avvicina sempre di più fino a far toccare le nostre fronti.

Dopo lo prenderò a schiaffi per questo, ne sono più che certa.

"Se ti bacio mi dai un pugno?" sorride e mi passa il pollice sul labbro inferiore.

"Probabile"

Ride e un brivido mi percorre la schiena, poi attacca le sue labbra alle mie. Inizialmente rimango sorpresa ma poi mi abbandono a quella strana e nuova sensazione. È un bacio lento ma grondante di emozioni, tutte quelle che mi si sono accumulate dentro dall'inizio dell'apocalisse. Inclino la testa di lato per riuscire a muovermi meglio e lui mi attira a se con le braccia.

Gli metto le mani a coppa sul viso e sorride sulle mie labbra. Si sposta leggermente ma non voglio che la sensazione che provo sparisca, quel vuoto alla pancia, mi piace troppo per lasciarlo andare via. Schiudo le labbra e lui ne approfitta facendo in modo che le nostre lingue si incontrino e scontrino come in un ballo.

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