Come tutto ebbe inizio!

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Annabeth

È così che tutto cominciò.

Mi chiamo Annabeth Chase e avevo passato sedici anni della mia vita a San Francisco, con i miei genitori. Avevo una vita fantastica, degli amici spettacolari e un quasi fidanzato ammirato da tutte. Finché un bel giorno mia madre non decise di sparire dalla faccia della terra e abbandonò me e mio padre. Dopo qualche mese dalla separazione, mio padre, Frederick Chase, incontrò una donna originaria di New York, rimasta vedova e con due gemelli di cinque anni e se ne innamorò.

E ora eccomi qui, un anno dopo, in un appartamento di New York con una matrigna e due fratellastri.

- Annabeth alzati o vuoi far tardi il primo giorno di scuola? - mi chiese la compagna di mio padre.

Non avevo voglia di alzarmi, sinceramente odiavo entrare in una nuova scuola in quarto superiore dove tutti i gruppi erano già formati e io sarei rimasta sola ed esclusa da tutti. Mio padre la faceva facile quando diceva che visto che ero un genio e amavo studiare, sarei stata la prima della classe se non della scuola. Peccato che la cosa non andava a mio vantaggio: nuova e secchiona.

Mi alzai comunque e mi preparai, uscii di casa e mi affrettai a raggiungere la Good High School. Meglio arrivare prima, in modo da studiare i miei nuovi compagni.

Percy

- Percy Jackson ma quante volte devo chiamarti per farti alzare da quel letto? - chiese mia madre guardandomi male.

- Non mi va! - risposi io mettendo la testa sotto il cuscino.

Per fortuna mia madre se ne andò e mi lasciò in pace, ma dopo meno di due minuti una secchiata d'acqua gelata mi fece saltare giù dal letto.

- Alzati o farai tardi a scuola -

Sbuffai. L'estate era finita e la scuola stava ricominciando.

Frequentavo il quarto liceo alla Good High School, la scuola dove insegnava Paul, il mio patrigno. In parte ero contento, perché erano quattro anni che andavo nella stessa scuola senza farmi bocciare o espellere, ma in parte no, perché ero convinto che era opera di Paul se ero ancora lì dentro.

I miei genitori dicevano che invece era merito mio, perché mi stavo impegnando a studiare e a non far saltare in aria nessuna classe.

- Buongiorno Percy! Se ti sbrighi vieni con me a scuola e ti lascio guidare - mi salutò il mio patrigno facendomi l'occhiolino.

Sorrisi e corsi a cambiarmi. Paul e mia madre si erano sposati quattro anni prima e io lo consideravo più un padre che un patrigno, considerando anche che mio padre si faceva vedere una volta ogni due mesi da quando i miei si erano separati. Senza contare che nella maggior parte delle volte gli urlavo contro o gli sbattevo la porta in faccia. Ma questi erano dettagli.

Dopo dieci minuti eravamo in macchina e mia madre si affacciò al finestrino per salutarci.

- Vedi di non entrare in classe direttamente con la macchina - mi disse sorridendo.

Paul scoppiò a ridere.

- Quanta fiducia! Ti voglio bene anche io mamma! - risposi con il mio solito sorriso da piantagrane. Poi accesi la macchina e partii diretto per un nuovo, noioso anno scolastico.

E se il destino...Where stories live. Discover now