Giornata no!

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Annabeth

Ok fin qui tutto bene, diciamo!

Tralasciando il fatto che mi ero beccata una punizione il primo giorno di scuola, che uno dei miei amici aveva non so che segreto di cui non voleva parlare, che ero andata al mare con i miei nuovi amici e avevo rischiato di affogare, che mio padre era troppo tranquillo per quello che mi era successo in un giorno che ero uscita di casa, e che forse, dico forse, mi stava venendo una cotta per un ragazzo che conoscevo appena e che era praticamente accerchiato dalle ragazze della scuola ogni volta che andava per il corridoio e che usciva nel cortile.

Comunque, era passata una settimana dal mio arrivo ed ero già a pezzi. Per fortuna c'era Piper che mi tirava su di morale, eravamo diventate migliori amiche.

- Che cos'è quella faccia Annie? - mi chiese.

Era ricreazione e io Piper eravamo sedute su una panchina del cortile a rilassarci. Però un gruppetto appena uscito da scuola aveva attirato la mia attenzione e la faccia che avevo fatto aveva attirato l'attenzione della mia migliore amica.

- Ancora con quella storia? Ma perché non gli dici quello che provi? - disse guardandomi di sottecchi.

- Non so nemmeno io quello che provo e poi guarda come gli vanno dietro, è impossibile pure avvicinarlo tra poco - risposi sbuffando e guardando male il gruppetto di oche che giravano attorno a Percy.

Quel ragazzo era già popolare di suo, poi da quando aveva accettato il ruolo di capitano della squadra di basket la situazione era andata di male in peggio.

- A lui non interessano quelle oche sta tranquilla! Mira di più alle ragazze belle, intelligenti e furbe - disse Piper sorridendo e facendomi l'occhiolino.

- Che intendi? Tu sai qualcosa che io non so e che dovrei sapere - chiesi sospettosa.

La mia amica si alzò di scatto e si diresse dentro scuola e io la seguii.

- Ho giurato che non avrei aperto bocca! Chi lo sente poi Jason - mi disse allontanandosi di corsa e piantandomi in asso davanti alle macchinette.

- Posso offrirti qualcosa dolcezza? - mi chiese una voce alle mie spalle.

Mi voltai e per poco non persi la pazienza. Davanti a me c'era quello spaventapasseri di Ottaviano. Aveva i capelli color paglia e gli occhi azzurri, frequentava il quarto superiore ed era rappresentante di istituto insieme a Rachel, che voleva infilargli la testa nel water e tirare lo sciacquone. Era odioso e si credeva un gran fico, molte persone lo seguivano e gli davano ascolto solo perché lui le ricattava o le comprava con i soldi. Gli unici che gli tenevano testa e che si divertivano a sfotterlo e a farlo incavolare erano Jason e Percy, che non mostravano neanche un filo di paura nei suoi confronti.

- No grazie! Togliti dai piedi, spaventapasseri! - risposi brusca.

- Ah, ti piace fare la scontrosa, novellina! Ora ti sistemo io - disse afferrandomi per un polso e strattonandomi - Sono sicuro che dopo andremo d'accordo -

Stava per mettermi la mano libera sulla camicetta quando un braccio, da dietro le sue spalle, lo strinse al collo.

- Sta lontano da lei o non te la faccio passare liscia. E so dove abiti - ringhiò Percy minaccioso.

Ottaviano mi lasciò andare, poi si girò verso il mio salvatore per fargliela pagare ma ricevette un pugno in piena faccia, sbatté contro le macchinette e cadde a terra mezzo svenuto.

- Adesso va pure a raccontare che sono stato io e poi ci penserò io a far coraggio a tutti quelli che hai ricattato finora - lo minacciò il mio amico.

Mi venne da ridere. Non c'era gara, Ottaviano era bravo a parole ma quando si trovava qualcuno che non si faceva problemi a conciarlo per le feste diventata piccolo e indifeso. E poi Percy era bravo con i fatti, era parecchio forte, grazie ai continui allenamenti negli sport che adorava, e non si prendeva troppe pene. E se lo spaventapasseri avrebbe convinto qualcuno a farsi aiutare a fargliela pagare, bè! Il ragazzo non era solo. C'erano Jason e Frank, che non scherzavano affatto su queste cose, e poi c'era Nico, il cugino minore di Percy, che ti faceva scappare a gambe levate con un'occhiataccia.

Quando i ragazzi mi avevano presentato Nico, di due anni più piccolo di noi, non avevo creduto alle voci sul suo conto. Tutti a scuola avevano paura di lui, apparte gli amici, però era un ragazzino pelle e ossa, con i capelli neri lunghi fino alle spalle e tutti scompigliati, occhi neri anch'essi e indossava sempre abiti più grandi di lui.

- Stai bene? - mi chiese Percy, evidentemente preoccupato.

- Certo tranquillo, grazie per l'aiuto - risposi.

In quel momento mi arrivò un messaggio e sgranai gli occhi.

No! Questa era proprio una giornata no!

E se il destino...Donde viven las historias. Descúbrelo ahora