Salvatore inatteso!

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Annabeth

I miei piani erano saltati quando, quella mattina, non avevo sentito la sveglia. E i miei genitori avevano deciso di lasciarmi dormire visto che il giorno prima mi avevano vista turbata e parecchio stanca.

Mi alzai dal letto che erano le undici e decisi che quel pomeriggio sarei andata a scuola visto che c'erano gli allenamenti della squadra di basket, così ero sicura di trovare Percy. Dovevo parlargli, si meritava una spiegazione da parte mia e io volevo sapere che cosa pensava di me dopo quello che era successo.

Mi trascinai in cucina per mettere qualcosa sotto i denti e trovai Luke, che mi sorrise.

- Buongiorno Annie. Scusa per ieri penso di essere stato troppo diretto, però sono sicuro che possiamo ricominciare -

- No credo di no, non sarà così facile - risposi brusca - dove sono i miei genitori? E cosa più importante che cosa ci fai tu, ancora, qui? -

Luke mi guardò supplichevole e si alzò per avvicinarsi.

- Sono usciti. Ti prego dammi un'altra possibilità, Annie - disse prendendomi le mani

- No! Almeno non ora. Devo capire una cosa prima - risposi togliendo le mie mani dalle sue.

- Che cosa? Dimmi ti prego! - insisté mettendomi le mani sopra i fianchi.

Ora che era così vicino a me riuscivo a sentire l'odore di alcol. Quell'idiota si era ubriacato.

- Lasciami Luke, tu non sei lucido - dissi cercando di ribellarmi e provando ad allontanarmi da lui, ma senza successo.

Mi bloccò contro la parete e poggiò le labbra sul mio collo. Io strinsi gli occhi e cercai di fare forza sul suo petto per allontanarlo da me. Cominciavo ad avere paura, cominciai a pregare un qualsiasi dio esistente sulla faccia della terra che mandasse qualcuno in mio soccorso e istintivamente pensai a Percy.

- Brutto maiale, toglile le mani di dosso - ringhiò una voce che conoscevo bene.

Luke si girò verso chi aveva parlato, con rabbia, e cercò ti tirarli un pugno in faccia. Ma Percy fu più veloce, gli prese il polso e gli bloccò il braccio dietro la schiena spingendolo prima fuori dalla cucina e poi fuori dal mio appartamento.

- Annabeth stai bene? -

- Si si ma ...Talia! Cosa ci fai qui? - risposi quando mi resi conto chi era stato a farmi la domanda.

Talia mi prese per le spalle e mi scosse. Era la mia migliore amica ma eravamo come sorelle, quella che mi era sempre stata vicina nei momenti più bui della mia vita, c'era stata anche quando mia madre era andata via. Aveva i capelli neri e corti, la pelle olivastra e gli occhi azzurro cielo. I suoi genitori erano separati da quando era piccola, il padre viveva a New York insieme al fratello minore di Talia e lei a San Francisco con la madre.

- Sono qui perché mio padre vuole che passi un po' di tempo con lui. Ma in realtà sono venuta per mio fratello, mio cugino e per te, amica mia - mi rispose abbracciandomi stretta.

- Fammi indovinare, quello che ho appena preso a calci era il tipo che ti piaceva? - chiese Percy che era appena rientrato in cucina.

Io annuii, poi sgranai gli occhi.

- E tu che ci fai qui e come mi hai trovato? -

- Mi sono svegliato tardi e quindi non sono andato a scuola, poi ho scoperto che anche tu eri assente e ho deciso di venirti a cercare. Per fortuna ho incontrato Talia che conosceva il tuo indirizzo - mi spiegò Percy passandosi una mano tra i capelli, leggermente in imbarazzo.

Guardai Talia per chiedere come si conoscessero e lei mi capì al volo con un semplice sguardo.

- Percy è mio cugino. Suo padre e il mio sono fratelli - mi rispose sorridendo.

- Perché cavolo non mi hai detto che avevi un cugino così fico - sbottai, prima di diventare rossa come un peperone per essermi resa conto, troppo tardi, che Percy era di fronte a me. Per mio sollievo anche lui arrossì.

- Oh! Qui c'è da divertirsi! - sogghignò Talia guardando prima uno e poi l'altro - Quindi la ragazza di cui è innamorato Percy sei tu! Jason non mi aveva detto il nome -

- Talia! - gridò il ragazzo, poi fece una smorfia - Ma a quante persone lo ha detto quell'idiota - disse tra i denti

Ora si che mi sentivo male. Avevo appena saputo che il ragazzo per cui avevo una cotta e che avevo baciato, era innamorato di me!

Un sorriso ebete mi si dipinse sulle labbra. Ero al settimo cielo per la felicità!

E se il destino...Unde poveștirile trăiesc. Descoperă acum