Capitolo 7 - Giro Di Vite

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"Do you ever wonder why things have to turn out the way they do?"

— Nicholas Sparks


I primi raggi del sole filtravano timidamente attraverso le sottili fessure delle persiane, illuminando in più punti il minuscolo - ma ben arredato - salottino dell'appartamento di Alice, ancora placidamente immerso in una silenziosa e sonnacchiosa penombra.
Fuori da quelle mura, però, il resto del mondo pareva già pronto a rituffarsi a capofitto nella solita routine quotidiana e non trascorse poi molto tempo prima che anche i sensi di Alice venissero riscossi bruscamente dal dolce intorpidimento del sonno, riattivandosi di colpo al ritmo di quella frenesia umana riversatasi in massa nelle vie affollate del quartiere. La verità era che, per quanto ormai si fosse adattata al caotico stile di vita della città eterna, di tanto in tanto le capitava ancora di tornare con il pensiero al suo caro vecchio paesello d'infanzia, accarezzandone dolcemente il ricordo con una leggera punta di nostalgia.

Le mancava da morire potersi svegliare serenamente nel suo ampio e comodo lettone, con il delicato cinguettio degli uccellini a riempirle la stanza, senza dover rischiare un colpo al cuore ogni volta che il loro vicino di casa capellone riesumava disgraziatamente la sua passione per la musica death metal o che l'arzilla vecchietta del secondo piano optava per l'ennesima discussione mattutina all'aria aperta con la sua amica che abitava nel palazzo di fronte, facendo a gara a chi delle due sforzasse di più le corde vocali fin quasi allo sfinimento.
Strano ma vero, anche il sole le appariva ben più conciliante e collaborativo a Sacrofano, quasi fosse disposto perfino ad adattarsi alle sue pigre esigenze!

Con la testa che le batteva dolorosamente a livello delle tempie - come se un intero esercito di mini soldatini le stesse mitragliando le meningi senza alcuna pietà - si sforzò pian piano di riaprire gli occhi...pentendosene però all'istante.

« Mmh...qualcuno spenga il sole... » protestò con la voce ancora impastata dal sonno, lasciandosi andare ad un lungo e profondo grugnito di disappunto, soffocato debolmente tra le pieghe del cuscino.
Dio, le sembrava di non aver mai detestato così tanto la luce del giorno!

Fu proprio mentre tentava per l'ennesima volta di raddrizzarsi a sedere sul divano che i ricordi risalenti alla sera precedente cominciarono pian piano a riemergere nella sua mente, un confuso slide-show di flashback rivelatori estratti da un ben più ampio e misterioso puzzle tutto da ricostruire. Ricordava chiaramente di aver accettato un passaggio in macchina da Claudio e di averlo poi invitato a trascorrere con lei una tranquilla serata cinema sul divano, dopodiché...il vuoto quasi totale. In realtà, sospettava fortemente che dietro quella sua parziale "amnesia" si celasse il contenuto di quel cartone vuoto di birre appoggiato sul tavolo del soggiorno, ma per una questione di dignità personale evitò di soffermarsi troppo su quel pensiero, pur trattandosi di un'eventualità tutt'altro che trascurabile. D'altronde, la sua scarsa resistenza agli obnubilanti effetti dell'alcol era divenuta di dominio pubblico già da un bel pezzo.

L'ultimo ricordo chiaro della serata riguardava l'imbarazzante incontro con il garzone della pizza sulla soglia del suo appartamento e i suoi goffi tentativi di far colpo su di lei, affidandosi - in modo a dir poco pessimo, per giunta! - ad alcuni stralci poetici impunemente rubati a Rilke e Neruda. Il tutto ovviamente accompagnato dalle risatine in sordina di Claudio che, da buon infame qual era, si era goduto in silenzio l'intera scenetta, premurandosi di documentarla dall'inizio alla fine con il suo iper tecnologico telefonino di ultima generazione.

Il pensiero di Claudio le fece drizzare di colpo le antenne e, scrutando rapacemente nella penombra circostante, si rese conto che non v'era alcuna traccia del suo "compagno di bevute" nell'appartamento...che razza di fine aveva fatto? Se l'era svignata alla chetichella?
Probabile considerato il soggetto notoriamente "sfuggente".
Fu allora che, quasi per puro caso, lo sguardo le cadde sul tavolino sistemato lì accanto.
E così lo vide.
Un piccolo post-it azzurro scritto a mano che svettava sulla superficie trasparente, in attesa che lei se ne impadronisse.

L'Allieva - Paura D'AmareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora