capitolo 5

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Si, lo so. È da un botto che non posto.
Ma, don't worry,oggi sono iniziate le vacanze natalizie quindi avrò tutto il tempo per scrivere, spero.
Per farmi scusare ho fatto fare un passo avanti a Jacob e Kim. Amatemi, la storia doveva essere più lunga. Adesso vi saluto, byeee.
(Stavolta l'ho scritto giusto😂)

KIM

Entra nella stanza girovagando con lo sguardo in cucina.

«Che cazzo stai facendo? ti ho detto di essere pronta per le sette.» viene verso di me e lancia il coltello che avevo in mano per terra.

«S-stavo.... ho-o quas-si finito.» tremo, non ce la faccio. Ho paura, avrei dovuto fare più veloce.

Mi spinge verso il muro facendomi sbattere la testa. Per una frazione di secondi vedo tutto nero, la testa mi gira ma poi sfortunatamente ritorno alla realtà.

«Io ho fretta. E adesso che cavolo dico, eh? La mia ragazza perde tempo a farsi i cazzi suoi sempre e mi fa sempre arrivare in ritardo?» prende un ciocca di capelli e la rigira tra le sue dita.

«P-posso fare più v-elocemente.» sento gli occhi pizzicarmi, e ho ancora più paura di come possa comportarsi a momenti.

Fa una faccia schifata e tira violentemente la ciocca di capelli facendomi male, ormai sono abituata.

«Povera Evans, piange.» fa il labbruccio guardandomi con pietà.
«Quasi mi dispiace...» mi sorride per poi staccarsi.

Mi spinge via per poi ritornare di fronte a me.

«Torno fra cinque minuti, se non sei pronta preparati a passare l'inferno tesoro.» mi bacia la guancia accarezzandomi per poi uscire dalla stanza ed io scoppio a piangere come mai ho fatto nella vita.

«Ehi, Kim svegliati! Ti prego!» urla.

Apro gli occhi guardandomi attorno.
Sono nella mia stanza.

«Che è successo? Ho avuto un incubo? Ti ho fatto male?» guardo Ashley preoccupata.

«Hai avuto un incubo, un'altra volta. Mi spieghi cosa sogni, per una buona volta?» ha una faccia disperata. Ma sicuramente non quanto la mia.

Dopo la festa è rimasta a dormire a casa mia ed evidentemente lo svegliata mentre dormivo. Non faccio molto spesso gli incubi, ma quando vengono sono terribili.

«Che ora sono?» devio il discorso guardando verso il comodino dove è poggiata la sveglia.

Le 6:45 del mattino. Fra un quarto d'ora mi dovrei alzare.

«Andiamo a fare colazione a un bar?» le sorrido ma sembra piuttosto seria.

«È da quindici'anni che ci conosciamo e ancora tu non ti fidi di me ed Isaac.» mi guarda triste.

«I-io non ne voglio parlare.» guardo altrove.

«Non voglio che ti allontani di nuovo. Già quel coglione ti aveva allontanata da noi, non voglio che risucceda.» si altera un po'.

«La finite di metterlo sempre in mezzo?! Non ne posso più.» sbotto esasperata.

«Perché non ti apri con noi? Ti siamo sempre stati accanto nonostante i tuoi continui allontanamenti. Vogliamo solo aiutarti, ma tu non c'è lo permetti.» si alza dal letto infuriata.

«Ashley, io non posso farlo. Possiamo andare a fare colazione?» di solito quando si parla di cibo lei è sempre pronta, ma evidentemente questa volta no.

TI ASPETTO.Where stories live. Discover now