capitolo 19

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KIM

«Kim, fermati un attimo! Ho bisogno di parlarti.» mi richiama mia madre ma io sono già in camera mia con la porta chiusa a chiave.

Durante il viaggio, per fortuna, ho potuto parlare con Ethan che questa volta era nella mia stessa macchina. Mi ha detto le stesse cose che mi ha detto Daniel aggiungendo il fatto che lui è il fratello maggiore e che sarebbe il suo compito proteggerci.

Per questo mi ha detto che, se io volessi, mi avrebbe accompagnato volentieri in ospedale. Anche senza il consenso dei nostri genitori.

Sbuffo e mi siedo sul letto fissando quella valigia. Non ho niente di cui pensare, ho già deciso tutto quando ho scoperto del mio tumore.

Svuoto tutta la valigia e ci metto dentro tutte le magliette e i pantaloncini che possono servirmi insieme a un po' di pigiami in più. Ci metto altro intimo, calze, assorbenti, caricabatterie, auricolari e computer e la chiudo.

Prendo il telefono e chiamo Ethan, che risponde subito dopo il primo squillo.

«Cos'è successo? Ti senti male? Sto venendo.» dice di fretta.

«No! Sto benissimo, non c'è bisogno che tu venga. Ti ho chiamato per dirti che stasera, dopo che mamma e papà andranno a letto, tu mi accompagnerai all'ospedale.» dico e lo sento sospirare.

«Ti vuoi ricoverare? Ti prego dimmi di si...» dice, praticamente supplicandomi.

«Si.» dico e chiudo la chiamata sentendo poco dopo bussare.

«Sono Daniel.» dice dall'altra parte della porta.

«Da solo?» dico mettendo la valigia sotto al letto ed andando verso la porta.

«Con chi dovrei essere?» dice ed apro la porta.

«E da quando siamo tornati che cerchi di farmi parlare con mamma e papà.» lo guardo male mentre entra in stanza e richiudo la porta a chiave.

«Si, ma ci ho perso le speranze.» dice sedendosi sul letto, cosa che faccio anch'io subito dopo.
«Cosa hai deciso di fare, allora?» mi guarda preoccupato.

«Stasera Ethan mi accompagnerà in ospedale, ho intenzione di fare una cura.» gli sorrido per rassicurarlo.

«E non mi avete detto niente?» si finge offeso.

In questo momento è la cosa più dolce del mondo. Con quel broncio sembra di rivivere quei momenti quando avevamo sei e quattro anni, quando la mia Barbie rifiutava di uscire con il suo Spider-Man.

«Vuoi venire con noi? Torneremo tardi e domani abbiam-hai scuola.» sospiro e lui mi guarda di scatto.

«È vero! Come farai con la scuola?» chiede spalancando gli occhi.

«Ed è qui che dovresti aiutarmi. Devi chiedere a mamma e papà, appena tornerai da scuola, di assumere una specie di insegnante privato.
Non durerà di certo qualche giorno, e non ho intenzione di perdere l'anno.» sospiro appoggiando la mia fronte sui palmi delle mie mani.

«Accetteranno?» chiede preoccupato.

«Basterà dirgli che questo è l'unico modo per potermi parlare.» sospiro per poi alzare la testa e guardarlo negli occhi. «Non deve saperlo nessuno, Daniel.» dico e si mette una mano sul cuore facendomi capire che me lo promette.

«Ora vado, caso mai ti vengo a trovare domani dopo la scuola.» si alza triste e lo abbraccio.

«Non mi succederà nulla, capito? Devi stare tranquillo.» gli sussurro all'orecchio.

Lui si allontana e noto che ha gli occhi lucidi. Se tutto questo non fosse successo non avrei mai pensato che fossi così importante per lui.

«Promettimelo.» dice cercando di non perdere il controllo.

TI ASPETTO.Tempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang