18.Capitolo

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POV LEXA

- Grazie per il pranzo...spero di rivederti ancora in giro.- disse scendendo dalla moto.
- Non preoccuparti. È stato davvero un piacere.-
Riaccesi la moto e mi diressi verso la palestra. Dovevo parlare con Anya. Arrivata davanti al posto nel quale prima sapevo passare ore e ore ad allenarmi presi il mio telefono e chiamai Anya.
- Ehi Anya...Hai da fare? Ti disturbo?-
- No...dimmi.-
- Potresti uscire un'attimo davanti alla palestra?-
- Perché non entri? Ti faccio del caffè.-
- Anya...lo sai perché non entro. Non farla più difficile di quello che è.- risposi seccata.
- Lo so...Ma non hai mai pensato di ritornarci? Non è più lo stesso senza di te.-
- Mi dispiace...rispettalo.-
- ok...Ora esco.-
Spensi il telefono e parcheggiai la moto. Anya stava uscendo e io oltrepassai la strada.

- Scusa...- mi disse.
- Non fa niente...-
- Com'è andata?-
- Benissimo. Davvero...lei è una persona meravigliosa...è molto gentile e positiva...-
- Ti è sembrato che potrebbe esserci qualcosa?-
- Non siamo ancora arrivate a tanto, ma Nyko ha fatto davvero un buon lavoro.-
- Spero che tu non sia andata in bancarotta a causa sua e del suo ristorante.-
- No, non ti preoccupare.-
- Parlami di Clarke.-
- Non vedo l'ora di rivederla...ma mentre stavo cominciando a rilassarmi mi è venuto un groppo alla gola...un peso enorme nel petto...ho provato un forte senso di colpa.-
- Dio....-
- Volevo chiederle di più ma mi mancava l'aria...mi veniva in mente Costia ogni volta che cercavo di fare un passo avanti...-
- Incredibile.-
- Si...ero in cerca di un contatto ma mi bloccavo...e mi maledicevo allo stesso tempo...non so che fare...mi manca lo sai...-
- Lo so Lexa...ma devi trovare il coraggio necessario per andare avanti...-
- È difficile...-
- Ma per ora hai fatto un gran bel passo avanti. Sono fiera di te.-

POV CLARKE

- Si può sapere che fine hai fatto signorina?-
- Ero a pranzo.- risposi al suo sguardo indagatore.
- Ah si? Non so se ti rendi conto ma sprizzi gioia da tutti i pori...chi era a pranzo con te? Un bel ragazzo? Se era Finn giuro che gli spacco costola per costola.-
- Smettila Mamma...E per la cronaca non era Finn.- risposi arrossendo.
- Ora sono tranquilla. Chiunque sia sono felice...perché è da tanto che non vedo un sorriso così raggiante sul viso di mia figlia.-
- Sta tranquilla...andrà tutto bene.-
- Mi fido eh.-

La lasciai nel suo reparto e mi diressi verso il mio. Lì c'era Monty ad aspettarmi.
- Guarda chi si rivede.-
- Buongiorno anche a te Monty.-
- A qualcuno piacciono le moto rosse.-
- Mi stai per caso spiando?-
- No...Ma tu sei piena di sorprese Griffin.-
- Lo prendo come un complimento.-
- Senti...c'è un paziente appena arrivato...è senza sensi...ha avuto un incidente d'auto...dobbiamo fargli una Tac e una radiografia...per vedere se il cervello è stato danneggiato oppure la spina dorsale.-
- Ok...sbrighiamoci allora.- mi misi subito il camice e presi L'ascensore assieme a Monty che mi mandava costantemente sguardi sospetti.
- Venite...presto...il paziente è da questa parte.- ci disse Spencer il caporeparto.
- Va bene ora noi gli facciamo la Tac e il resto.-
- Sbrigatevi...devo sapere le sue condizioni al più presto.-
- Stia tranquillo.-

Il paziente era davvero malmesso ma le sue condizioni erano migliori di quanto lo faceva vedere il suo aspetto.
Uscii dalla stanza e vidi i suoi genitori.
- Vostro figlio sta meglio di quanto sembra a prima vista. Ha perso i sensi dagli urti. Il cervello non è danneggiato...a subito al massimo un trauma cranico....niente di più...è possibile che abbi vuoti di memoria per un periodo di tempo ma poi dovrebbe mettersi al suo posto. La spina dorsale non è danneggiata.-
- Oh...grazie dottoressa, grazie.-
- Ringraziate Dio che le cose sono andate in questo modo...poteva finire molto male la storia.- scesi di nuovo e guardai l'orologio. Avevo ancora tre ore di lavoro e poi finalmente a casa. Ero davvero stanca...e Lexa non usciva dai miei pensieri. Era costantemente presente. Ma insomma...cosa mi stava succedendo?

POV LEXA

Ritornai a casa quando il mio telefono suonò. Era una chimata da Lincoln.
- Pronto?-
- Ciao...volevo dirti che ho parlato con Rebecca...hai di nuovo il caso...-
- Grazie...-
- Mi dispiace...spero che mi perdonerai un giorno.-
- Ti ho già perdonato. Grazie per averci rinunciato.-
- Solamente quando mi hai urlato contro ho capito quanto per te era importante la cosa...spero che riuscirai ad incastrare quello stronzo e per ogni aiuto lo sai che sarò sempre qui per aiutarti.-
- Allora domani ci vediamo a lavoro?-
- Lo spero.-
- Ok...ciao.-
- Ciao.-

Entrai in casa e mi feci del tè. Salii in biblioteca. Ero completamente assorta nei miei pensieri. Era stata davvero una bella giornata. Camminavo su e giù per la biblioteca e guardavo i libri. Passai la mano lungo gli scaffali...Dante...Tasso...Dumas...Dostoevsky...Tolstoj...Petrarca...Dickens...Dan Brown...Tolkien...Shakespeare...Boccaccio...
C'era di tutto e di più lì...stavo cercando però qualcosa che lì non c'era. Stavo cercando un sorriso...un sorriso di Costia.

Io sono LexaDonde viven las historias. Descúbrelo ahora