26. Capitolo

469 40 6
                                    

POV LEXA

Leggendo quelle pagine sentivo i brividi passarmi lungo la schiena. Sembrava come se lei fosse qui da qualche parte...
Volevo scendere da Clarke ma queste pagine mi attiravano come mai nulla aveva fatto.
Continuai ancora...

Amore mio,

Oggi ho pensato un sacco a noi. E voglio tanto dirti che mai in vita mia non mi sono sentita così amata da qualcuno.
Anche se non me lo hai mai detto a parole...lo so che mi ami...
Ogni tuo gesto nei miei confronti dice TI AMO e io un giorno te lo dirò...non serve che tu risponda nulla...lo so che con le parole non sei proprio a tuo agio...
Non so cosa ho fatto nella vita per meritarti...Dio ti ha mandato come un vero angelo custode sulla terra...
Ti amo Lexa...Grazie di esistere.

Piansi. Queste erano proprio le parole che avevo bisogno di sentire. Lei sapeva che l'amavo. Lo sapeva. Inaspettatamente sentii il peso che portavo nel cuore sparire...un sollievo mai provato prima...mi sentivo libera da catene che non mi lasciavano andare avanti a causa di tutti quei rimorsi che provavo. Poco dopo sentii dei passi. Era Clarke.

- Tutto bene?- mi chiese.
- Si...si...tutto bene...- dissi asciugando le lacrime.
- Ti senti meglio?-
- Lei vorrebbe che io vada avanti...-
- Quando si inizia?-
- Ora.- dissi alzandomi e uscendo dalla biblioteca e dirigendomi di sotto.
- Dove vai?-
- Vieni giù.-
-Ok...arrivo...- disse seguendomi.

Quando scese cercai di calmarmi ancora un po'...volevo dirle dell'indagine, di Rebecca, di me...c'erano cosi' tante cose da raccontare...ma ero stravolta da una miscela di emozioni che tenevo dentro da anni. Lei si avvicino'...-Non c'e' bisogno di parlare...almeno per ora.- mi disse prendendomi per mano. -Grazie...-le dissi guardandola negli occhi.

-Per cosa?- mi chiese con uno sguardo confuso. -Per la pazienza che hai con me.- risposi abbassando lo sguardo. -Per certe persone vale la pena.- wow...Clarke era davvero brava con le parole...aveva la cosa giusta da dire in ogni fottuto momento.

In quel preciso istante il mio telefono squillò. Era Jaha.
- Pronto Jaha?!-
- Ciao Lexa...ho sentito delle dimissioni...mi dispiace.-
- Non c'è bisogno di dispiacersi...Rebecca è corrotta e io non intendo lavorare con gente del genere, lo sai che mi fanno schifo.-
- È stata corrotta da chi?-
- Non intendo parlartene per telefono.-
- Ma sono io...mi conosci, me lo puoi dire.-
- Anche tu conosci me Jaha eppure non mi hai detto niente del tuo trasferimento...qualcosa non mi quadra se me lo lasci notare...-
- Ho fatto tutto in fretta, scusa...-
- Potevi almeno chiamare...-
- Lasciamo perdere...dove pensi di andare a lavorare ora?-
- Non lo so...-
- Qualche ditta di investigatori privata? CIA? -
- Non ci ho ancora pensato...meno si sa meglio è.-
- Sei molto riservata...-
- Devo stare attenta Jaha, non prenderla sul personale.-
- Non capisco perché non ti fidi...sono stato io quello che ti ha aiutato di più col caso Costia...-
- Si ma forse mi hai anche ostacolato di più...devo andare, ho degli impegni.- dissi e spensi il telefono prima di poter sentire quello che aveva da dire. Inutile fingere. Di Jaha io non mi fidavo più.
Perché non mi aveva detto del trasferimento? Perché era scomparso così? Perché ora mi fa tutte queste domande e per due mesi non si è nemmeno degnato di chiamare giusto per vedere come stavo, siccome eravamo colleghi da tanto tempo. Non avevo nessuna risposta pronta questa volta. Appena spento il cellulare lo buttai sul divano. E salii nervosamente le scale. Presi il guinzaglio di Amon e scesi di nuovo.
- Cosa è successo?- mi chiese Clarke con tono preoccupato...
- Te ne parlerò più tardi...-
- Va Bene...- disse spostando lo sguardo sul guinzaglio del mio cane.
- Si...ehm...ho un cane, è un pastore tedesco, ma è da un po' di tempo che sta' da mia cugina....oggi pensavo di andarlo a prendere.-
- Ah...ok...-
- Che c'è? Hai paura dei cani?-
- Se mi garantisci che non morde no.- disse tirando un sorriso forzato.
- Non preoccuparti...non farebbe male neanche a una mosca...-
- Allora andiamo a prenderlo?-
- Si...andiamo in macchina.- le dissi uscendo di casa.

Io sono LexaWhere stories live. Discover now