Malandrini

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Hogwarts 1972

«Professoressa com'è diventata un Animagus?»

«Non sono autorizzata a darvi questo tipo di informazioni»

«Ma si parla in via ipotetica, per scopi accademici»

«Non sono autorizzata a darvi questo tipo di informazioni» ripeté la Mcgranitt seccata «Perciò, se ci fosse un libro nella sezione proibita dedicato alla trasfigurazione umana, non potrei parlarvene»


****

Un silenzio inquietante aleggiava nella camera dei Malandrini, illuminata dalla fievole luce della luna piena che filtrava dai vetri delle finestre. Il baldacchino di Remus, l'unico che sarebbe rimasto vuoto quella notte, attirava gli sguardi di James, Sirius e Peter, accampanti sul pavimento con un libro logorato dal tempo al centro del loro cerchio di gambe, pergamene consunte e foglie di Mandragora.

«Un mese» la voce improvvisamente vivace di James squarciò la quiete, attirando su di sé gli occhi grigi e riflessivi di Sirius ma non quelli di Peter, troppo abbattuto per smettere di fissare accigliato il letto perfetto del loro amico «Ce la faremo»

«Vomiterò»
«Ti aiuteremo noi, Pete» lo rassicurò Sirius con tono pratico e affabile, agguantando una delle foglie di Mandragora. Era ovale, ruvida, con un peluria appena percepibile al tatto. L'idea di doverla tenere in bocca per un mese intero, senza mai toglierla o poterla masticare, gli fece accapponare la pelle, ma doveva farlo, per Remus.

Per Remus che in quel momento era solo nella Stamberga Strillante e non con loro. Per Remus che sarebbe stato solo per altre centinaia di notti. Per Remus che la mattina seguente si sarebbe svegliato in infermeria con una nuova cicatrice. Perché se i Malandrini non potevano impedirgli di trasformarsi in un lupo mannaro, allora si sarebbero trasformati con lui.

James picchiettò il dito magro sulla pagina ingiallita del libro sull'Animagia che, probabilmente, aveva duecento anni o forse più, anche se l'odore di decomposizione faceva pensare che fosse rimasto nella biblioteca della scuola per molto più tempo «Un'altra cosa» disse, lasciando che gli occhiali gli scivolassero sul naso e gli conferissero, secondo Sirius, un'aspetto maggiormente idiota «Non dovete assolutamente ingoiarla, neanche per sbaglio, è tossica e può essere letale»

«Letale» ripeté Peter in un sussurro, con le guance grassocce che iniziavano a tingersi di rosso per l'agitazione. La luna splendeva alta nel cielo, e questo bastò a ricordargli che Remus stava rischiando anche adesso, e che per lui ogni plenilunio poteva essere l'ultimo.

«Può causare tachicardia e allucinazioni» proseguì Sirius, dopo che James rimase pietrificato nell'udire un ululato lontano. Dietro gli occhiali tondi, i luminosi occhi nocciola brillavano decisi: l'avrebbe fatto, l'avrebbero fatto tutti, lo sapeva, nessuno di loro si sarebbe tirato indietro. «Beh, non è detto che sia così per forza. L'ipotesi più probabile è che chiunque abbia scritto questo libro aveva fatto indigestione di Mandragora»

James sorrise nell'esatto istante in cui le labbra di Sirius si curvarono verso l'alto «Al tre?»

«Uno...» iniziò Peter visibilmente in trepidazione, con in testa unico pensiero: ci puzzerà l'alito, ma sarà per una buona causa. Gli occhietti acquosi fissarono con attenzione la foglia verdastra stretta tra le dita, immaginando di tenere tra le mani un pasticcino glassato.

Magicians | short stories Where stories live. Discover now