CAPITOLO 3

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Era una sera autunnale del 1985, mancavano cinque minuti a mezzanotte quando gli abitanti di Milton Road furono svegliati da una serie di colpi di pistola che provenivano dalla casa del prof. Byron, i vicini uscirono e notarono che da una finestra aperta dove, fuoriusciva della luce fioca, c'era qualcosa che penzolava dal cornicione; infine un urlo spaventoso risuonò per tutta la strada.

Aveva ancora gli occhi velati dal sonno, non smetteva di sbadigliare, eppure doveva essere abituato a svegliarsi nel cuore della notte, doveva essere pronto per qualsiasi evenienza, in fondo essere il commissario di Polizia significava anche questo e Arthur Bright, un quarantenne, capelli brizzolati e taglio militare, faccia con un mento importante e un corpo da ex nuotatore, malediceva ogni giorno di aver scelto questa strada, avrebbe preferito un semplice lavoro di ufficio, certo anche in quel campo ci sarebbero stati i turni ma almeno non aveva la responsabilità di dover scoprire i colpevoli, ma erano pensieri che svenivano velocemente appena il suo cervello si svegliava; chiunque avesse conosciuto Bright lo avrebbe definito come una persona contraddittoria ma infallibile come segugio di criminali.

Il commissario non aveva la patente e per questo era oggetto di battute da parte di alcuni colleghi.

Il taxi si era fermato all'inizio di Milton Road; la strada era piena di persone curiose, e il commissario dovette superare con difficoltà la folla e il muro di poliziotti che delimitavano l'area prima di raggiungere la villetta a schiera del professor Byron.

Appena mise il piede in casa, fu colpito da un vento gelido che lo fece rabbrividire, al piano superiore lo aspettava il suo collega e amico McCoy, rossiccio,  più basso di Bright, che masticava nervosamente il chewing-gum. << C'è da divertirsi questa volta>> disse McCoy con le mani in tasca e con la mandibola che si muoveva di continuo.

<<Perché?>>

<<Seguimi e vedrai>> McCoy con il suo fare da spavaldo s'incamminò e Bright lo seguì.

Prima di varcare la soglia della stanza, notò uno strano oggetto, tipo un lungo cappotto appoggiato sul muro, sotto la finestra, con una manica che penzolava fuori.

La stanza, che era lo studio del professore, era in soqquadro tutti i libri erano sparsi per terra, alcuni cassetti, dell'armadio, rovesciati e altri rotti a metà; in alcuni punti la carta da parete era strappata c'erano grossi tagli fatti da un coltello affilato.

Bright si girò e vidi il corpo del professor Byron, seduto con la testa china e con le braccia che penzolavano lungo il corpo, ma prima di notare i particolari fu attratto da quello che lui pensavo fosse un cappotto, invece era un corpo umano però non aveva la certezza che lo fosse.

<<Ancora non capisco, che cosa sia...>> disse McCoy con lo sguardo curioso ma allo stesso tempo disgustato.

Aveva solo le fattezze di un corpo umano con una pelle raggrinzita, e quando il commissario con l'ausilio di un bastone cerco' di spostarlo, il corpo cadde su se stesso piegandosi come un vestito.

Il corpo presentava un lungo taglio dal mento fino all'ombelico, che lo apriva in due, ma la stranezza che colpì chiunque lo avesse visto era l'assenza di organi, sistema muscolare e scheletrico come se qualcuno li avesse asportati lasciando incolume la pelle e il viso con occhi vuoti ma con capelli e sopracciglia.

Un altro fattore scioccante era che il corpo era vestito, indossava un ambito nero e scarpe dello stesso colore.

La mente di Bright iniziò a formulare una serie d'ipotesi che non avevano un fondamento stabile, chiaro e risolutivo; che cos'era? Un corpo umano o un vestito da carnevale? Domande su domande, perfino quelle più stupide di cui lui non era abituato, si sentiva uno sciocco e per fortuna che nessuno lo avrebbe sentito, ma c'era qualcosa che lo terrorizzava, aveva una sensazione che non gli piaceva perché non l'aveva mai provato durante la sua carriera e di omicidi, seri e non, li aveva visti un sacco, doveva avere una certa familiarità con queste vicende, si sentiva a disagio e prima di poter esaminare con cura quella specie di pelle morta si focalizzò sul corpo del professore.

McCoy notò il comportamento di Bright. <<Solo dalle analisi sapremo di più su questa cosa... Invece sappiamo che il signore si è sparato con la sua rivoltella>> indicando la pistola sulla scrivania.

<<Non è strano?>> disse Bright passando una mano tra i capelli.

<<Cosa?>>

<<Uno si toglie la vita si spara alla tempia e la pistola invece di cadere per terra e sulla scrivania>>

McCoy si sentì in imbarazzo, la sua mandibola di colpo cessò di muovere, i suoi occhi fissi sulla pistola, la sua mente, ora più attiva che prima, iniziò a elaborare il "perché" di questa negligenza, proprio lui che era considerato il secondo dopo Bright; era un dettaglio che qualunque recluta avrebbe notato, ma date le circostanze...

Bright frugando tra le tasche alla ricerca di una sigaretta gli chiese:<<Chi è la vittima?>>.

McCoy prese un fazzoletto sputò il chewing-gum <<Quale dei due?>>.

<<Il vecchio>> mettendo la sigaretta in bocca senza accenderla.

<<Si chiama, anzi si chiamava, Michael Byron, professore di antropologia a Cambridge, uno dei massimi esperti della materia a livello nazionale. Il vicino di casa, Mr. Lowing è stato il primo a sentire i colpi di pistola...>>.

Bright lo bloccò subito <<Colpi di pistola? Mi stai dicendo che il vicino ha sentito più di uno sparo?>>.

<<Si...così mi ha detto...>> con un filo di voce, per paura di fare un'altra figura di merda.

<<Io vedo solo un colpo di pistola sulla tempia del professore, la scientifica ha trovato altri bossoli?>>.

<<No, non hanno trovato nessun'altra traccia di pallottole all'interno della stanza.>> McCoy si massaggiò il mento <<Almeno che... il vicino crede di aver sentito più di uno, certo possiamo vedere la pistola e controllare>>.

Il commissario annuì; McCoy estrasse dall'altra tasca dei guanti di plastica, se lì infilò, impugnò la pistola, precisamente una rivoltella Enfield da sei colpi, la guardò attentamente. <<Questa dovrebbe stare in un museo d'armi era la classica rivoltella usata durante la seconda guerra mondiale...>>.

Mentre McCoy descrisse la pistola con una certa conoscenza in fatto di armi, le prime luci dell'alba colpirono la stanza che iniziò a illuminarsi lentamente, Bright era attirato dallo spettacolo.

Quadi aprì il tamburo della rivoltella, McCoy rimase sorpreso da quello che vide ma non tanto quanto Bright che notò, grazie alla luce del nuovo giorno, dei particolari che lo gelarono: sul corpo del cadavere svuotato, accanto al taglio centrale c'erano dei fori di proiettile.

<<Bright...sono stati sparati quattro proiettili.>> disse con voce titubante.

<<Uno al vecchio e tre a questa specie di manichino.>> con una voce sottile, si tolse la sigaretta dalla bocca; i due commissari si scambiarono degli sguardi perplessi.

<<Dove sono gli altri bossoli?>> chiese a McCoy che non risposte, neanche lui aveva una spiegazione plausibile.

Sui muri non c'era nessun segno di foro di proiettile ed era veramente strano.

Il sole iniziò a manifestare il suo splendore, il calore invase appieno la stanza e, ancora una volta, la luce rivelò altri dettagli.

Su varie parti del petto del professore, c'erano delle piccole chiazze semicircolari di color verdastro, guardando attentamente scoprirono che non erano delle ferite ma solo delle macchie di qualcosa che non avevano idea di cosa fosse.

Nel frattempo le ipotesi si moltiplicarono nella mente di Bright ma nessuna portava a una soluzione, almeno, provvisoria; doveva aspettare gli esiti degli esami del medico legale soprattutto su quell'altra specie di "corpo".

La folla, all'esterno, iniziò a rientrare nelle loro case tranne Mr. Lowing che stava fornendo altri dettagli sul ritrovamento del cadavere e sullo strano comportamento che aveva il professore nell'ultima settimana.

Il corpo del professore e l'altro furono spediti al medico legale. L'auto che gli trasportava fu seguita dallo sguardo del commissario Bright.

Si avvicinò McCoy <<Potremmo interrogare il suo assistente all'università, il professor Dwane, per scoprire qualcosa in più>>.

<<Ci andrò io, tu cerca di capire il mistero delle altre pallottole>>.

L'ESSEREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora