CAPITOLO 7 - LA LETTERA parte II

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Rimanemmo sconvolti ma allo stesso tempo affascinati e curiosi nel vedere quello stravagante sarcofago diverso da quelle egiziane, sembrava più un bozzolo fatto con un minerale, che scoprimmo in seguito, essere il quarzo; la caratteristica che attirò immediatamente la nostra attenzione era il corpo che vedevamo all'interno.

Appena mi avvicinai al sarcofago quel strano e fastidio brusio cessò immediatamente.

Rommel ci accennò che la scoperta fu un "colpo di fortuna, un regalo per il nostro ottimo lavoro" e ci mostrò questo sarcofago di ghiaccio e notammo dei strani segni sul lato superiore dell'involucro, non era geroglifici come fu rivelato dagli esperti, era un linguaggio sconosciuto e probabilmente molto antico e non di questo mondo, ancora oggi non sono riuscito a decifrarlo. Se qualcuno lo avesse fatto, sicuramente, non sarei qui a scriverti questa lettera e non avrei vissuto nella paura per tutto questo tempo.

Non avevamo attrezzi particolari per eseguire delle analisi anche perché decisero, Rommel e Von Blomberg, di portarlo in Germania, dove avevamo tutti i mezzi a disposizione.

Mentre stavano parlando del volo di ritorno, io e uno dei due biologi rimanemmo vicino al sarcofago e cercai di vedere il viso della mummia deformato dal riflesso del minerale che lo copriva e mi spaventai quando ebbi la sensazione di essere osservato da occhi invisibile e per un attimo vidi il viso di quella creatura sorridere.
Era solo suggestione pensai, ma mi sbagliavo, quella cosa doveva rimanere lì, sepolto sotto quella torre in quel deserto lontano da qualsiasi civiltà.

Durante il volo di ritorno, mentre gli altri dormivano, fui svegliato da una voce, da un sussurro ipnotico che proveniva dal sarcofago, che mi spinse ad avvicinarmi e notai che il quarzo s'illuminava di un blu scuro evidenziando quelle scritte che riempivano la parte superiore, di colpò cesso tutto e ritornò la normalità.

Credimi Archibald che siamo lontani da qualsiasi cosa che si possa definire normale.

Mentre ritornavo al mio posto, un vuoto d'aria mi fece cadere sul mio superiore, che per fortuna non lo svegliai, ma feci cadere involontariamente un fascicolo con un titolo: PROGETTO FENICE.

Non avevo mai sentito parlare di questo progetto e poteva essere utile sapere di più e informare John.

Cercai di non farmi scoprire da Von Blomberg e dagli altri, lentamente presi il fascicolo, l'aprì e c'erano delle foto della torre ripresa dall'alto, alcuni documenti firmati da Rommel e da Hitler, riuscì velocemente a leggere alcune frasi come "rinascita", "nuova stirpe per il nostro futuro" non riuscì a leggere tutto perché lo strano sussurro ricominciò di nuovo svegliando gli altri membri.

Arrivammo a Berlino in tarda serata, e non perdemmo tempo, iniziammo subito a lavorare sul corpo.

Portammo il sarcofago nella camera, dove il dott. Mengele usava per operare e far esperimenti sui poveri ebrei, era l'unica stanza grande e con tutti i macchinari necessari ed era l'unica, dove Hitler e Himmler poteva vedere lo spettacolo dalla stanza accanto tramite una finestra.

Il sarcofago fu messo al centro della stanza, ci fu un silenzio, tutti guardavano con terrore e curiosità il corpo all'interno, erano come ipnotizzati.

Von Blomberg ordinò di aprirlo; non riuscivamo a capire come si aprisse, non c'era nessun tipo di fessura era un blocco intero, qualcuno adoperò una piccola sega fallendo.

Qualsiasi oggetto che usavamo non scalfiva di un millimetro il materiale, era indistruttibile, non avevamo idea di come aprirlo o almeno danneggiarlo.

Entrò Himmler con un passo sicuro e ci guardava in maniera superficiale mostrandoci il suo sorriso beffardo, dalla tasca interna della sua giacca, estrasse una piccola provetta con un liquido rosso, l'aprì e la versò sul sarcofago, era sangue.

Il sangue iniziò a ramificarsi e scomparire come se il sarcofago la assorbisse, il coperchio superiore si sollevò.

Himmler ci augurò "buon lavoro" e se ne andò. Loro lo sapevano, noi lo scoprimmo.

Finalmente avevamo una visione più chiara della mummia... non so se è il termine giusto per definire quell'essere.

Un'altra ondata di terrore mi colpì, il corpo all'interno non presentava nessuna traccia di invecchiamento, sarà il quarzo che rallentava il meccanismo di decomposizione.

Il corpo doveva essere alto 1 metro e 78, nonostante gli anni il colore della pelle era ancora rosea, gli occhi semichiusi, come se fosse in dormiveglia e il viso era scavato.

Notai uno strano taglio che iniziava dal mento fino all'ombelico. Ricordati di questo particolare, è fondamentale per riconoscerlo.

Eravamo pronti con l'autopsia sul cadavere, il compito fu assegnato al dott. Krueger, braccio destro di Mengele, noi eravamo intorno al tavolo.

Il dottore prese il bisturi e inizio a incidere seguendo quella strana linea, che partiva sotto il mento, arrivato alla gola,  fu interrotto dall'entrata di un sottoufficiale che ci comunicava un incontro immediato con i superiori.

Lasciammo tutto e andammo nell'ufficio del Fuhrer che era abbastanza nervoso, e finalmente ebbi qualche notizia su questo progetto Fenice.

Hitler, come gli altri suoi fidati, sapeva che avrebbero perso la guerra (forse era per merito mio che avvisavo gli alleati) entro poco tempo e così iniziarono a fare delle ricerche su armi più avanzate e sulla resistenza fisica; Mengele cercava di creare dei super soldati con i suoi esperimenti, ma falliva ogni volta; l'idea di Hitler si stava sgretolando giorno per giorno fino a quando Rommel scoprì quel sarcofago, sapevano di che cosa si trattava, l'avevano letto su un libro che L' AHNENERBE aveva nella sua biblioteca privata, si trattava di un saggio su un essere antico, che viveva sul nostro pianeta ancor prima della nascita dell'essere umano, che aveva delle doti extrasensoriali molto sviluppati e una resistenza fisica incredibile, era una specie di DIO.

Il progetto FENICE consisteva nel trovare questo "Dio", ottenere maggior informazione su questo primate semi-umano, estrarre il suo DNA, elaborarlo, iniettarlo ai soldati e creare dei nuovi feti, una nuova stirpe di super uomini, un'evoluzione della razza Ariana, in modo tale da distruggere il terzo reich e dalle sue ceneri sarebbe rinato il Quarto, più forte di prima.

Dopo aver sentito questa rivelazione, dovevo immediatamente avvisare gli alleati, ma non sapevo quale scusa trovare anche perché non mi diedero tempo di pensare perché andammo velocemente nel laboratorio per continuare il nostro lavoro.

Solo che al nostro ritorno trovammo una scena spaventosa, il corpo sul tavolo era svuotato, era rimasta sola la pelle flaccida, piatta che si estendeva lungo il perimetro del tavolo, come se qualcuno fosse uscito lasciando un vestito.

Nel corridoio sentimmo degli spari, uscimmo immediatamente e vedemmo due soldati che sparavano su un infermiere che si avventò con ferocia inumana sui due sventurati riducendoli a brandelli.

L'infermiere o l'Essere si voltò verso di noi e vedemmo l'orrore che avevamo liberato: era talmente alto che la pelle umana era tirata lungo la sua struttura ossea come se indossasse una maglia di una taglia più piccola , era veramente una visione disgustosa, le mani e piedi con due dita robuste e unghie affilate e poi il suo volto... Non si dimentica una cosa del genere, il volto era diviso in due: la parte inferiore, dalla mandibola in giù una bocca, non era umana e aveva dei denti, delle zanne, di color giallo e l'altra metà aveva il viso del povero infermiere come se quell'Essere usasse una mezza maschera umana. Probabilmente non aveva avuto il tempo necessario di adeguarsi al costume umano.

Eravamo inermi alla vista, non sapevamo cosa fare, la mia mente era bloccata, la paura aveva preso il sopravvento sulla ragione.

L'Essere ci guardava con quegli occhi rossi di sangue che t'ipnotizzavano, ci fu un silenzio inquietante prima dell'urlo disarmante, che ci gelò il sangue, era un urlo di un animale, di un lupo e di un uomo.

Partirono una raffica di colpi che colpirono l'Essere senza ucciderlo e ne ferirlo, sul pavimento si crearono delle chiazze verdi, probabilmente il suo sangue; scappò, lasciando quei corpi, quei soldati maciullati con arti inferiore divorate, sentivamo l'odore del sangue che ci nauseava.

L'Essere scappò appena arrivarono altri colpi.

L'ESSEREWhere stories live. Discover now