CAPITOLO 4

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Erano quasi le dieci quando Bright andò all'università per parlare con il professor Dwane, l'assistente di Byron.

Il corridoio era affollato da studenti e il commissario fermò un paio di ragazzi che indicarono l'ufficio del professore.

Il commissario ha sempre saputo di aver delle mani pesanti e la conferma di tutto ciò la ottenne quando busso alla porta, il cui suono rimbombò per tutto il corridoio chiassoso.

<<Avanti>> disse la voce dietro la porta.

Il commissario entrò e trovò un uomo, poco più trentenne, seduto dietro a una scrivania coperta di libri e fogli.

<<Professor Dwane, sono il commissario Bright>> allungando la mano e cercando di non stritolare quella del professore.

<<Come posso essere utile commissario?>> disse con una voce calma, quasi priva di emozione.

<<Vorrei sapere l'ultima volta che ha visto il professor Byron?>>.

<< Più di una settimana fa, lo trovai nel suo ufficio a rovistare tra i documenti nell'armadio, era agitato, come se volesse trovare qualcosa a tutti i costi, nemmeno si accorse della mia presenza...non l'avevo mai visto così...Prego si accomodi>> entrambi si sedettero.

<<Che cosa è successo?>> continuò il professore.

<<Il professor Byron è morto, suicidio, anche se ho qualche dubbio a riguardo.>>

Il volto del giovane professore era bianco, occhi sbarrati e bocca semi aperta, non riusciva a parlare, cominciò a guardarsi intorno con occhi persi e alla fine, con un filo di voce:<<Morto? S-suicidio?>> passando una mano tra i capelli.

Calò il silenzio, iniziò ad annuire lentamente <<Immaginavo...>>.

<<Cosa?>> interruppe bruscamente il commissario.

<<Immaginavo...>> deglutendo con difficoltà, <<...che c'era qualcosa di strano nel suo comportamento, lo conosco fin quando ero un semplice studente; era solito assentarsi per giorni, addirittura per settimane quando era al lavoro su qualche ricerca, ma rimanevamo sempre in contatto, e a volte andavo a trovarlo...>> si bloccò e con uno sguardo fisso sulla scrivania come se cercasse di ricordare qualcosa <<... non mi aveva chiamato nemmeno per il programma di studio da dare agli studenti, lo faceva una volta alla settimana così gli studenti poteva prepararsi meglio agli esami.>>

<<Mi ha detto che l'ultima volta che l'ha visto era agiato, giusto!>>.

<<Si, si era agitato, mai visto in quello stato.>>.

<<E ha scoperto il motivo e cosa stesse cercando?>>.

<<No, non ebbi il tempo perché appena mi vide nascose tutto nella sua ventiquattrore>>.

Bright si massaggiò la sua barba ispida, lo fa sempre quando non riesce a trovare un filo logico all'indagine o quando ha un indizio dove poter iniziare a srotolare il caso; si aspettava qualche risposta d'aiuto ma continuava a brancolare nel buio, non sapeva se menzionare, per ora, quello strano corpo privato di qualsiasi anatomia umana. <<Mi aveva accennato che queste assenze erano dovute a delle ricerche, mi saprebbe dire, almeno, su cosa? Può essere che questo lo abbia portato al suicidio.>>

Il professore titubante, ci pensò su, e la risposta su negativa, non sapeva niente. Rassegnato, il commissario, giocò l'ultima carta. <<Non abbiamo solo trovato il professor Byron nel suo studio, accanto c'era una specie di corpo che...>> Bright faceva difficoltà a trovare i giusti termini. <<...è strano ma mi creda è vero. Il corpo di questa persona ancora sconosciuta era priva di organi, muscoli e ossa, l'interno del corpo era vuoto, una carcassa>>.

Il professore era sbigottito <<Come vuoto?>>.

<<Vuoto, niente, c'era solo la pelle, anzi i vestiti che coprivano quella pelle, era come un costume che si usa ad Halloween con l'unica differenza che il corpo era umano.>>

<<Ne è sicuro Commissario?>>

<<Riteniamo che sia un corpo umano. Avremmo i dati al più presto.>>

Il viso del professore era serio, sembrava che tutto quello stupore, quell'incredulità di pochi secondi prima era solo una messa in scena di un bravo attore.

Bright ormai aveva finito le sue domanda, si alzò e prima di andarsene chiese: <<Il professor Byron ha dei parenti? Moglie, figli...>>

Dwane ancora con lo sguardo fermo sulla scrivania rimane in silenzio.

<<Professore?!>> insistette il commissario.

<<Eh? Cosa?>> era come se si fosse svegliato <<no, no, sono io l'unica persona che potrebbe avvicinarsi a un parente.>>

Ci fu un attimo di silenzio.

<<Quando sarà eseguita l'autopsia?>> chiese il professore in maniera dubbiosa, << perché ci sarà un'autopsia, giusto?>>.

Non gli piaceva il modo di come l'aveva chiesto, sembrava che ci fosse una secondo fine dietro a quella domanda, Bright aveva fiuto su queste cose. <<Questa sera professore>>.

<<S-stasera?>> agitandosi e riprendendo il controllo su se stesso, cercò di mantenere calma la voce <<Potrei sapere chi la eseguirà?>>.

<<Dovremmo eseguire sia l'autopsia e l'analisi prima possibile e sarà il dott. Ferham a eseguire tutto ciò. Lo conosce?>> in maniera ironica.

<<Solo di nome>> rispose il professore, freddamente.

<<Arrivederci professor Dwane>>.

<<A-arrivederci commissario>>.

Appena il commissario uscì dalla stanza, il professore si asciugò la fronte con un fazzoletto, allentò il nodo della cravatta e aprì un cassetto della scrivania dove c'era una busta da lettera, la prese, l'aprì ed estrasse alcuni fogli e iniziò a leggere attentamente.

Come premonizione della sciagura che si stava imbattendo sulla città, il tempo peggiorò: nuvole nere coprirono tutto il cielo facendo piombare l'oscurità, i tuoni si facevano sentire lentamente come trombe di battaglia e la pioggia iniziò a scendere. 

L'ESSEREWhere stories live. Discover now