CAPITOLO 5

9 0 0
                                    


Erano passate le otto di sera quando nel suo ufficio il commissario ricevette una chiamata dal collega McCoy di recarsi immediatamente dal dottor Ferham, il medico legale.

Appena mise piede nel corridoio del reparto iniziò a sentire delle urla e frasi senza senso, girò l'angolo e in fondo trovò due poliziotti e McCoy che tenevano una persona, non vide chi fosse. Il dottor Ferham sentì i passi, e quando vide il commissario, andò incontro.

<<Che cosa sta succedendo?>> disse il commissario.

<<Stava bruciando il cadavere, commissario.>>

<<Chi?>>

<<Quel ragazzo che era venuto a riconoscere il corpo>>

<<Dwane?>> riuscì a intravedere il professore in uno stato di pazzia ,non smetteva di ripetere la solita frase con tutto il fiato che aveva: "E' pericoloso... è una trappola...lo libererà...non posso..." con occhi fuori dalle orbite e la bava che si stava formando agli angoli della bocca.

Il commissario si avvicinò al professore bloccato dai poliziotti. <<Professore?>> con un tono amichevole <<Che cosa stava facendo?>>.

Il professore si bloccò e con un mezzo sorriso disse: <<Non era una ricerca, no, era in pericolo, il corpo è umano non si sbagliava commissario, il corpo è umano>> disse con una voce schizofrenica. <<Non gli permetta di fare l'autopsia...lui aspetta solo questo e per noi sarà la fine... è lì dentro, il taglio...>>.

Il commissario era sconvolto, non sembrava la stessa persona che aveva incontrato in mattinata, era come se due personalità vivessero all'interno del prof Dwane, certo ognuno reagisce al dolore in modo diverso ma non in quella maniera.

Bright e McCoy si allontanarono col dottore per decidere cosa fare; trovarono la soluzione più appropriata in quel momento: sedarlo.

<<Portatemelo nel mio studio>> disse il dottore ai due agenti che facevano fatica a tenere il professore che nonostante il suo fisico ossuto aveva una strana forza e resistenza.

Mentre veniva trascinato nello studio, il professore continuava a blaterare cose che per i commissari erano senza senso del tipo "il taglio, controllate il taglio..." o " è li dentro" .

<<Mi servirebbe anche a me un calmante>> disse McCoy visivamente provato da questo episodio.

<<Vai a controllare, avranno bisogno di una mano più pesante per bloccarlo>> suggerì Bright.

McCoy ci andò ma lentamente ne aveva abbastanza, voleva andare a casa, sedersi e bere il suo quotidiano bicchiere di whisky scozzese, il suo preferito che l'aiutava a stendere i nervi, l'unico rimedio per dormire e si chiedeva, sempre, quale fosse il modo di rilassarsi di Bright, dopo 7 anni che lavoravano insieme non l'aveva visto mai abbassare la guardia ed era un po' invidioso di non aver quel sentimento di indifferenza.

Bright lo seguì con gli occhi fino all'entrata dello studio del dottor Ferham, le urla che provenivano dalla stanza non erano cessate.

Fuori la pioggia era aumentata e i lampi sovrastavano il cielo illuminandolo a tratti creando uno spettacolo teatrale, mefistofelico.

I neon all'interno dell'edificio iniziarono a spegnersi a tratti; mise appena un passo all'indietro quando senti sotto di esso qualcosa di molliccio, abbassò lo sguardo e trovo una busta da lettera, s'inginocchiò a raccoglierla e sopra c'era scritto: "IMPORTANTE".

Bright stava aprendo la busta che conteneva alcuni fogli, li stava per estrarre quando la porta del dottor Ferham si aprì e uscirono uno alla volta: il dottore stesso, McCoy e i due poliziotti.

<<Dorme ma continua a blaterare>> enunciò il dottore << Ora se volete scusarmi, inizierò l'autopsia>>.

<<Certo, io aspetterò qui fuori>>.

<<Non ce ne bisogno commissario, le invierò il rapporto subito dopo>>.

<<Meglio che rimango qui, per il professore...potrebbe risvegliarsi peggio di come si addormentato>> sorridendo e il dottore rise.

<<Come vuole, ora vado>>.

Il dottore entrò nel suo studio. Bright si rivolse a McCoy <<Tu puoi andare e portati anche i ragazzi.>>

<<E riuscirai a tenere a bada il pazzo?>> indicando con il pollice la stanza dove dormiva Dwane.

<<Si, si tranquillo, appena ricevo il rapporto verrò in commissariato>>

<<Ok ma non citofonare, usa la chiave>>.

Scoppiarono a ridere, era un modo per allentare la tensione. McCoy richiamò i due agenti e si allontanarono fino a scomparire appena voltato l'angolo.

Nel lungo e silenzioso corridoio, Bright, estrasse di nuovo la busta dalla tasca della sua giacca, si sedette e iniziò a leggere quei fogli che erano caduti da Dwane, forse avrebbe scoperto qualcosa sulla sua pazzia e alle sue frasi senza senso...almeno per il momento. 

L'ESSEREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora