Capitolo 60

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Vedo il mondo in scale di grigi. L'unico elemento ad essere colorato è la luna piena. Il suo bagliore rosso si riflette sulle foglie degli alberi tutt'intorno a me. Non sono tranquilla. Sento che sta per succedere qualcosa.

Un rumore improvviso mi spinge a chiudere gli occhi e a portare le mani davanti al viso. Cosa sta succedendo?

Quando mi ridesto sono legata a un albero solitario posto in mezzo a una radura. Di fronte a me riconosco le figure di Orochimaru, Kabuto e Itachi. Mi guardano con disprezzo, pronti a colpirmi con le loro spade al minimo cenno d'insicurezza.

Deglutisco. È solo un'illusione.

«Ciao, Akira.» mi saluta Itachi. «Perché non vediamo... Quanto può resistere l'ultima sopravvissuta del clan Koi?» mi provoca trafiggendomi all'altezza del cuore.

Grido in preda al dolore e provo a divincolarmi dalla presa, ma tutto è vano. Sento il sangue scorrere lungo il petto e impregnarmi i vestiti. Rabbrividisco e provo a raddrizzarmi.

È solo un'illusione.

«No, Akira, non è una semplice illusione.» aggiunge Kabuto puntandomi la katana nel ventre.

Sputo sangue e spalanco gli occhi. Il mio corpo viene scosso da un'onda di calore.

«Perché reprimi l'odio che si cela dentro il tuo cuore?» esclama Orochimaru aggiungendo anche la sua spada.

«Io...» balbetto inutilmente.

La mia bocca si riempie di liquido rosso che inizia a gocciolare dal mio mento.

«Non ho sentito.» mi stuzzica sempre lui.

Prendo un respiro profondo e poi chiudo gli occhi, provando a concentrarmi sulle mie mani. Anche se non so come me le abbiano legate posso sempre provare a liberarmi.

«No no no.» mi interrompe Kabuto estraendo di colpo la sua katana.

Urlo di nuovo e inarco la schiena in avanti.

«Due giorni.» commenta compiaciuto Itachi. «Sono passati due giorni in questo mondo. Mi domando quanto altro tempo resisterai prima di cedere.»

Deglutisco e lascio che continuino la loro tortura finché non riesco più a tenere gli occhi aperti. Mi sento così tremendamente stanca. Vorrei solamente cedere e morire in pace.

Quando penso di essere arrivata al punto di rottura, però, una nuova forza mi percorre le membra. Stringo i pugni e alzo il capo in modo fiero.

No. Non posso morire. Non ancora.

Itachi indietreggia colpito.

«Quanto tempo ancora vuoi fingere di stare bene a Konoha?»

«Non sto fingendo, Itachi.» mormoro con la voce spezzata.

Orochimaru si mette a ridere.

«Non credevo che mi avresti voltato le spalle tanto facilmente.» dice con uno dei suoi sorrisetti.

«Già. Siamo molto delusi da te.» conferma Kabuto.

«Itachi...» commento passandomi la lingua tra le labbra bagnate di sangue fresco.

«Che c'è, adesso?!» grida provando a ficcarmi la punta della spada nel cuore.

«Ma cosa!?» esclama non appena la punta si infrange a contatto con la mia pelle.

Mi metto a ridere compiaciuta.

«Sei davvero un essere maledetto, Itachi.» ripeto.

Chiudo gli occhi per poi riaprirli di colpo. Li sento bruciare entrambi, come se di colpo si fossero riempiti di sabbia.

Poco a poco le immagini di fronte a me si dissolvono e quando riesco finalmente a capire dove mi trovo non posso che sentirmi sollevata. Mi alzo in piedi con uno strappo secco e afferro il mio avversario per la gola.

Ce l'ho fatta. Sono uscita dall'illusione.

Itachi si mette a tossire e prova a divincolarsi.

«Il tuo... Sharingan! Perché? Perché ora ce l'hai anche nell'occhio destro!? Nessun Koi prima d'ora... Solo... Hinemasu...»

Io sogghigno fiera e lo stringo con più forza.

«Mi hai ricordato una cosa molto importante.» spiego. «Io ho in mano la mia vita. Sta a me decidere cosa farne. Mentre tu... Tu hai seguito gli ordini per tutta la vita. È per questo che io sono più forte di te.»

Lui posa le mani contro la mia e dopo essersi sforzato con tutto se stesso riesce a farsi cadere a terra.

«Davvero... Incredibile. Ci vediamo.»

Provo inutilmente ad allungare le mani verso di lui, ma un nuovo senso di stanchezza invade il mio corpo. Prima ancora di accorgermene sono stesa a terra.

«Akira! Akira!» grida una voce confusa.

«Oh, santo cielo, Akira! Apri gli occhi!» ripete la stessa persona.

Sollevo le palpebre di qualche micrometro e stringo i pugni. C'è qualcuno di fronte a me, riesco a percepirlo chiaramente. Batto gli occhi un paio di volte, ma le sagome sono troppo sfocate perché possa identificare il volto posato di fronte al mio.

«Oh, sia benedetta Konoha!»

Inarco debolmente un sopracciglio.

«Gai...» lo riconosco finalmente.

Lui mi sorride e poi volta indietro la testa.

«Shizune, vieni a darmi una mano.»

Sento delle mani avvolgersi intorno al mio corpo e tirarmi su. Rimango sospesa tra due figure, ossia Gai e Shizune. Sono arrivati. Mi hanno trovata.

Sorrido debolmente e poi alzo gli occhi verso il cielo. Ci vedo. L'occhio sinistro è completamente guarito.

«È un miracolo...» commenta Shizune.

«No, io ne ero certo. Sapevo che Akira ce l'avrebbe fatta.»

«Il coprifronte.» mormoro con le labbra secche.

«Il coprifronte?» mi chiede Gai.

«Dov'è il mio coprifronte?» ripeto.

«Oh, il tuo coprifronte...» dice Shizune guardando in giro con frenesia.

«M-Mi dispiace, non lo vedo.»

«Oh, eccolo lì, invece. Aspetta un secondo. Shizune, reggila.»

Gai si allontana e torna poco dopo con una fascia coperta di terra. Me la porge con gli occhi sbarrati. La stringo al cuore con nostalgia.

«È stato...» inizia Gai.

«Itachi.» concludo. «È scappato.»

I due soccorritori si scambiano un'occhiata preccupata.

«Tu...» esclama scioccata Shizune.

«Devo... Riposare.» balbetto chiudendo gli occhi.

«Certo. Torniamo al villaggio.»

Spazio autrice

Oggi torno in Italia quindi da domani gli aggiornamenti torneranno ad essere al pomeriggio XD

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