Capitolo 6

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Cap.6

La bolla rotolò indietro di qualche metro, scombussolando le due donne che si trovarono sballottate una sopra l'altra. Appena ferme, Sabine fu la prima a reagire: "Marinette, come stai?" - chiese visibilmente scossa e preoccupata. "Bene!" - rispose la figlia frastornata da sopra di lei - "e tu, mamma?" - "sto bene, credo!". "Aspetta" - aggiunse -" prova ad alzarti ora".

Lentamente ed evitando di fare rotolare ancora la sfera, madre e figlia riuscirono a districarsi e, a fatica, a rialzarsi in piedi. La bolla trasparente le circondava completamente e, dal suo interno, poterono vedere Mammylove osservarle con un ghigno di soddisfazione.

"Ora starete insieme per sempre, perché questo è il dovere di ogni madre e figlia!!" - Tuonò l'akumizzata - "non potrete più separarvi!".

"No!" - Esclamò Marinette appena si rese conto della situazione - "Manon, ti prego, torna in te. Non farti controllare da Papillon! Non sei tu questa!".

"Zitta!!" - urlò - "dovresti ringraziarmi! Niente e nessuno vi può separare! Ed ora, devo trovare mia madre e vendicarmi del male che mi ha fatto, legandola per sempre a me!".

"Ti prego, Manon, facci uscire" - supplicò Marinette.

In risposta Mammylove puntò la sua bacchetta sull'edificio a fianco della scuola e sparò un'altra bolla, ma questa volta l'effetto fu come l'esplosione di una bomba e, con un boato assordante, lo stabile implose diventando un cumulo di macerie polverose.

Marinette e Sabine sbiancarono!

Il potere distruttivo dell'akumizzata era assolutamente incredibile. Marinette si sporse verso Manon, per riprovare a farla ragionare, ma la sfera ricominciò a rotolare, facendola cadere nuovamente contro la madre.

"Accidenti!" - esclamò la teenager - "non possiamo muoverci senza rischiare di fare rotolare questa cosa!".

"Marinette, stai calma" - suggerì Sabine - "interverranno Ladybug e Chat Noir e sistemeranno tutto. Dobbiamo solo avere fiducia ed aspettare!".

Le parole della madre fecero strabuzzare gli occhi a Marinette: come avrebbe fatto a sistemare la situazione senza esser trasformata? Un simile potere distruttivo, in grado di fare crollare un intero palazzo in pochissimi secondi, era forse peggiore del cataclisma di Chat Noir stesso e, con lei rinchiusa nella bolla, di sicuro la battaglia sarebbe stata difficile.

La sensazione di paura ed impotenza cominciò a farsi strada nella ragazza. Era chiaro che non poteva trasformarsi in Ladybug di fronte a sua madre, ma temeva che la situazione sarebbe potuta degenerare se non fosse intervenuta celermente. Doveva ragionare e trovare un modo di uscire da lì.

Sabine continuò ad osservare la figlia che sembrava voler far ragionare l'akumizzata - non era da lei: non l'aveva mai vista così determinata se non quando lavorava alle proprie creazioni di moda ed ai bozzetti. Non capiva perché, ma trovò qualcosa di sbagliato in tutto questo. "Manon, ti prego!" - continuò Marinette - "fermati!".

La risposta fu immediata: Mammylove, ghignando, portò la sua bacchetta in direzione della panetteria Dupain Cheng e si preparò a far fuoco. Il terrore si impadronì di entrambe le prigioniere.

Il tempo di un battito di ciglia ed il colpo partì in direzione dell'edificio.

Marinette e Sabine, con la disperazione negli occhi, assistettero alla scena, impotenti, quasi al rallentatore.

La sfera arrivò a pochi metri dall'edificio e poi, improvvisamente, esplose, come se colpita a sua volta da qualcosa, mentre una figura in nero compariva dal tetto della scuola di fronte.

"Chat Noir!" - esclamarono praticamente insieme le due donne, con un sospiro di sollievo, osservando l'eroe recuperare il proprio bastone che gli tornava indietro come un boomerang.

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