Capitolo 14

448 25 5
                                    

Cap.14

Chat Noir uscì velocemente dall'abbaino di casa Dupain, senza girarsi. Sapeva che il tempo di ritrasformazione era agli sgoccioli e, non appena balzato via dal tetto dell'abitazione dell'amica, si ritrovò sopra al medesimo edificio in cui aveva provato a confessare a Ladybug i suoi sentimenti, nel giorno di San Valentino di tre anni prima, e dove aveva ricevuto la sua prima vera batosta: lei era innamorata di un altro e non era lui - gli aveva detto l'eroina mascherata a pois. Il dolore di quel momento era ancora vivo e, seppur mitigato dall'incontro con Marinette, non era passato per nulla ed il luogo sicuramente non l'aiutava.

Si adagiò in un angolo nascosto, giusto in tempo per vedere Plagg sciogliere la trasformazione e svolazzargli stancamente attorno, per posarsi sulle sue mani, congiunte a coppa per accoglierlo.

Si guardarono vicendevolmente, senza parlare, per alcuni minuti. Fu proprio il Kwami ad interrompere il silenzio: "come stai, Adrien?" - gli chiese.

Il modello lo fissò silenzioso. Effettivamente avrebbe potuto contare sulle dita di una mano le volte che il Dio della Distruzione lo aveva chiamato col proprio nome di battesimo e questo significava che la situazione era davvero grave.

"Speravo mi potessi aiutare tu... Non ricordo cosa sia successo..., almeno... non tutto" - rispose titubante.

Lo sguardo del Kwami lo invitò a procedere.

"Stavo combattendo con l'akumizzata, cercando di proteggere Marinette e sua madre, ma poi ho buio, almeno fino a che ho visto quella specie di leonessa... somigliava alla madre di Marinette!" - continuò Adrien con uno sforzo enorme, ma inutile, per mettere in fila i ricordi e gli avvenimenti.

"Se Leon è intervenuto, direi che hai rischiato di lasciarci le penne!" - esclamò l'esserino nero senza abbassare lo sguardo dalle iridi verdi del suo portatore.

"Leon?" - chiese Adrien.

"Si" - rispose Plagg - "Leon è l'unico di noi Kwami il cui potere è quello di guarire anche le ferite più gravi: credo sia per questo che il Maestro Fu lo ha consegnato ad un nuovo portatore, dopo tutti questi secoli".

Il giovane modello continuò a guardare silenzioso il proprio Kwami, cominciando a ricordare.

"Ero stato effettivamente colpito" - si disse quasi come ad autoconvincersi - "ricordo un boato fortissimo".

"E...?" - lo incitò il piccolo Dio nero, cercando di capire lui stesso la gravità della situazione.

"E il Maestro Fu mi ha fatto andar via prima di ritrasformarmi!" - concluse con la voce stridula.

"Quando sono nell'anello posso solo sentire le tue emozioni, ma non vedere cosa accade. Il botto l'ho sentito pure io, ma prima di quello, cosa ti ha spaventato da perdere il controllo?" - "... Non ricordo ..." - ammise il biondo.

Abbassò lo sguardo verso il resto del terrazzamento, senza guardare nulla in particolare. Ricordava la luce delle candele di quel San Valentino ed il rifiuto di Ladybug, ma anche la voce roca della sua compagna di classe, Marinette, che gli confidava pure lei di amare senza esser ricambiata e di soffrirne molto.

Dolore, sconforto, tristezza: ecco cosa stava percependo.

Adrien scosse la testa e si rivolse nuovamente a Plagg: "Perché il Maestro Fu era da Marinette?" - fu la domanda sconveniente a cui né lui né il suo Kwami risposero. Lui non sapeva ed il Kwami non poteva.

Qualcosa doveva essere successo, ma cosa? - si martellò la testa coi pugni, quasi che i ricordi potessero, in qualche modo, affiorare.

"Mi ha detto che non avrei dovuto rivelarmi! Eppure, vi era un nuovo portatore ed Alya - anche lei ha visto tutto!".

MarinetteWhere stories live. Discover now