Capitolo 42

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Cap.42

Le immagini proiettate sugli schermi di Adrien ferito, dell'anello di Chat Noir a terra e dei suoi orecchini gettati nella Senna furono il colpo di grazia per l'aspirante fashion designer che rimase in piedi solo grazie all'amica Alya la quale, da dietro, la prese per le spalle, sostenendola.

Nino, vista la situazione, scese immediatamente dal palco per dare man forte alla fidanzata ed all'amica.

Il silenzio attonito nella sala fu la corale della sconfitta: l'akumizzata e Papillon avevano vinto e, con la fine di Ladybug, chi avrebbe potuto salvare Parigi dalle akuma?

Con la consapevolezza della disfatta, il caos si scatenò immediato ed incontrollabile, ovunque.

Tutti fuggirono, senza motivo e controllo, verso le uscite di emergenza.

La ressa spinse il gruppetto di supereroi in borghese verso una porta, ma il passaggio nella strettoia non fu dei migliori: Alya venne calpestata dalla folla e fu solo grazie alla trasformazione di Nino che, illuminando l'area e spiccando per forza, salvò ambo le ragazze da morte certa.

Qualcuno non fu abbastanza fortunato e Rose cadde sotto il peso delle spinte.

Di lei, Marinette vide nitida la mano protesa verso il cielo, appena fuori dalla porta di emergenza della sala, prima che la folla la fagocitasse. Il panico fece il resto.

All'aria aperta, la corvina cadde in ginocchio e, col viso sulle mani, scoppiò in un pianto straziante.

Com'era stato possibile che Papillon e Lillà fossero arrivati a tanto. Non c'erano mai stati atti così crudeli da causare morti, eppure la figura a terra senza vita dell'amica, circondata dai paramedici intervenuti dopo pochi minuti dalla tragedia, non lasciò dubbi: dopo esser stata carnefice ed assassina, la calca si era fermata grazie solo all'intervento di Carapace che, senza perdere forza e speranza, aveva dato prima il meglio di sé come DJ ed ora era il vero eroe della situazione.

Il rimorso della giovane stilista era tale da non lasciarle neppure il fiato per respirare ed i singhiozzi e conati le fecero da accompagnamento ad un grido disperato: "Perché?!?!" - strillò la giovane - "Mio Dio, perché?!?!"

Alya, abbracciata all'amica, le fece forza, piangendo e condividendone la disperazione.

In quel momento, BlackPy comparve, apparentemente dal nulla, di fronte a loro: "Tu sei la causa di tutto questo!" - le riversò contro con tutto l'odio incamerato nel tempo - "E meriti di soffrire, come hai fatto soffrire me!".

Detto questo, gettò un dito a terra, di fronte al gruppo di amici.

"Te lo rendo a pezzi, il tuo Chat Noir! Questo è il primo! Dove posso tagliare i prossimi?" - esclamò spiritata la donna pantera.

"Nooo! Ti prego, ti scongiuro..." - urlò piangendo Marinette - "Non fargli questo!".

"È solo l'inizio!" - disse scomparendo nell'ombra l'akumizzata.

Alya e Nino sbiancarono.

Marinette raccolse il dito insanguinato da terra e l'unica cosa che si udì nella piazza oramai mezza svuotata, tra i rumori di ambulanze in corsa e via vai di lampeggianti, fu il suo ultimo grido di disperazione, prima di collassare: aveva fallito ed ora gli altri ne stavano pagando le tremende conseguenze.

Tutto il macello era durato non più di un'ora ed i genitori di Marinette, trasformati ed appostati al sicuro, erano rimasti nascosti nelle vicinanze, pronti ad intervenire, pur essendo coscienti della situazione. Sabine avrebbe voluto usare ill suo potere di guarigione, ma Tom la fermò: non sapevano come e di cosa fosse capace l'akumizzata e loro dovevano essere pronti a proteggere prima di tutto chi avrebbe potuto effettivamente rimettere tutto a posto, ossia Ladybug.

Osservarono e studiarono l'avversario, preparandosi.

Appena videro BlackPy scomparire nell'ombra, dopo aver consegnato il macabro trofeo alla figlia, si fecero finalmente vicino alla corvina che, riconosciuti, vi si piombò contro piangendo di dolore.

Tom, pur nelle vesti di supereroe, l'abbracciò teneramente.

Sabine, preso il dito amputato dalle mani della figlia, rivolse la sua attenzione ad Alya e Nino: "Riesco a percepire Adrien. Sta soffrendo molto e per questo il mio potere mi permette di localizzarlo. Abbiamo bisogno di voi per sistemare questa situazione. Dobbiamo intervenire ora, costi quel che costi" - confermò solenne.

I due subito annuirono, mentre Tom sollevava la figlia in stato di shock.

"Andiamo. Sembra che quest'akumizzata possa teletrasportarsi ovunque, ma che abbia dei limiti di tempo tra un teletrasporto e l'altro. Quindi abbiamo circa cinque minuti per trovare Adrien prima dell'irreparabile!".

I quattro eroi con in spalla Marinette si diressero sul primo tetto accessibile ed una forma d'ape gialla li raggiunse: "Non vi dimenticate che il mio aiuto è sempre un vantaggio!" - disse cercando di esser spavalda, ma senza riuscirci.

In fondo, Chloé era una buona persona, troppo abituata al lusso per esser in grado di gestire una situazione al limite della guerriglia.

"Ti chiedo di guardarci le spalle" - disse Sabine alla regina delle Api - "Sei l'unica che ci può salvare!".

Chloé annuì, attendendo ordini.

"Seguici a distanza ed intervieni solo se ci vedi in difficoltà: il nemico non può volare, ma si teletrasporta dall'ombra. Tu sei l'unica che può batterla!".

Insignita di tale carica, Chloé fece un grosso respiro e si preparò alla battaglia, annuendo e spiccando un balzo in aria, arrivando quasi alle nuvole. Sarebbe intervenuta solo in estrema necessità: questo era il suo compito - se solo avesse detto a tutti chi fosse Chat...

Sabine prese Marinette e la tirò a sé.

"Guardami!" - le comandò - "Guardami e respira!".

Marinette, strattonata dalla donna per un braccio e completamente scombussolata, fissò la madre negli occhi.

"Mary, abbiamo bisogno di te! Abbiamo bisogno di Ladybug!".

"Ma... io.... Gli orecchini..." - balbettò la figlia, riluttante.

"Ora ci servi tu, altrimenti Adrien non sopravviverà!".

Le parole della madre scossero la corvina che, inspirando profondamente, riprese una parvenza di controllo.

Appena Sabine vide il miglioramento, rispose piano: "Abbiamo visto tutto: cerca di recuperare l'anello di Chat, ci servirà! Noi liberiamo l'ostaggio".

"Lillà ha catturato anche Chat Noir e quello è il suo dito" - confermò la corvina.

"No!" - asserì la donna - "Questo appartiene ad Adrien e percepisco che è in grave pericolo! Se l'akumizzata ha catturato anche Chat Noir, la situazione è grave perché potrebbe averlo portato ovunque, anche in un luogo diverso da Adrien. Alya, aiutala. Nino, proteggile!" - disse Sabine, lasciando Marinette nelle mani degli amici e prendendo Tom per una mano.

Alya e Nino annuirono, allontanandosi con Marinette in lacrime, mentre i coniugi Dupain-Cheng si spostarono in direzione Adrien.

"Non c'è tempo da perdere!" - urlò la madre alla figlia. "Vai e recupera l'anello! Sii forte, bambina mia!".

Quella fu l'ultima vita che Marinette vide i genitori trasformati, prima della disfatta totale.

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