Capitolo 26

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Cap.26

Gabriel aveva perso la sua occasione.

Lo sconforto non lo abbandonava, senza contare il problema della caduta di immagine del figlio, che si sarebbe riflessa sul marchio stesso. Ma che stava combinando quel giovane impiastro? Come cavolo si era messo in quella situazione?!? E comunque, doveva ammetterlo, il caratterino della sua avversaria lo aveva piacevolmente colpito: "Già! È un osso duro!" - pensò tra sé e sé.

Subito riprese il dossier e provò a riformulare un piano: doveva assolutamente metter fuori combattimento Ladybug, anche se, al momento, la situazione era proprio a suo sfavore.

"Maledizione!" - imprecò dopo circa un'ora.

Decise, senza una particolare motivazione, che una passeggiata lo avrebbe sicuramente aiutato e, per la prima volta in tanti anni, si preparò ad uscire dalla villa con destinazione il suo atelier in centro Parigi. Era comunque convinto di passare inosservato, vista la sua lunga latitanza dalla scena pubblica, ma un paio di occhiali scuri ed un cappello a tesa larga avrebbero sicuramente giovato, certamente più del doppio petto che indossava quotidianamente.

Prima di aprire l'uscio, Gabriel chiamò la fida segretaria che, sgomenta, lo vide pronto per uscire.

"Ho bisogno di fare due passi" - disse lo stilista - "per favore, Nathalie, annulli tutti gli impegni di oggi".

La donna annuì stupefatta ed a bocca leggermente aperta, a sottolineare l'incredulità del momento: Gabriel Agreste che voleva uscire era in assoluto una novità sorprendente.

"Vuole che l'accompagni?" - chiese quasi con timidezza, a mezza voce.

Gabriel ci pensò un attimo e, contrariamente alle aspettative della segretaria, annuì.

Valeva la pena esser in due per non dare nell'occhio - "Così sarà sicuramente più facile passare inosservati, anche considerando che qualcosa sarà certamente cambiato dall'ultima volta in cui sono uscito a passeggiare".

E fu così che la strana coppia abbandonò villa Agreste, in direzione atelier Agreste - centro città.

Marinette, trascinata da Alya, passò in rassegna tutte le vetrine del centro, alla ricerca dell'abito giusto per l'amica. Non che la cosa le dispiacesse, ma avrebbe preferito prima parlare con un certo gattaccio che le tormentava i sogni e la vita. In ogni caso, visto che la notizia della sberla aveva già fatto il giro di tutta internet, sicuramente due passi l'avrebbero aiutata e così, lasciando spento il telefono per le troppe notifiche in arrivo, non aveva avuto nessun modo per negarsi all'amica che, scherzosamente, l'aveva additata come "la castiga modelli"!

Purtroppo, la ricerca non aveva ancora portato a nulla di buono e, dopo ore passate a provare abiti su abiti in tutti i negozi possibili, le due giovani decisero per un ultimo tentativo nella boutique più cara di Parigi: la Maison Agreste.

"Certo che avresti potuto chiedere aiuto ad Adrien, invece di picchiarlo!" - disse l'amica guardando le vetrine assortite ed osservando i prezzi esposti - "questi abiti costano una fucilata ed uno sconto sarebbe stato ben accetto ... ma tu devi sempre rovinare tutto!"

"Alya, è stato più forte di me. Come te lo devo dire!" - partì lagnosa l'eroina in incognito.

"Marinette, di sicuro Adrien ci penserà bene prima di avvicinarsi ancora a te!" - sghignazzò la giovane reporter.

È inutile che me la tiri tanto: è anche colpa tua se ci ho sbattuto contro. Mi ci hai portato tu al parco, senza dirmi nulla!".

"E tu ci sei venuta senza accorgerti di nulla! Mary, sei davvero incredibile: come ci riesci?".

MarinetteTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang