9. Mia

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Aprile 2018

Damiano la stava osservando ormai da un pezzo. Victoria si stava scatenando al centro della pista, inconfondibile con le sue calze a rete e con il nuovo top leopardato, e decisamente poco coprente, che avevano acquistato insieme diverse ore prima, in quel pomeriggio all'insegna dello shopping.

Era impossibile non notarla, anche in mezzo alla bolgia. Ci saranno state un centinaio di ragazze strafighe lì in mezzo, ma gli occhi di Damiano erano fermamente puntati su quella biondina sexy.

Victoria muoveva i fianchi sicura, determinata ad apparire la stella più luminosa del cielo. Instancabile, ballava già da due ore. Frenetica, correva al bancone per uno shot e tornava subito in pista.

Quando Thomas si avvicinò a Damiano e gli urlò qualcosa all'orecchio, cercando di sovrastare la musica, il sorriso sulla faccia di Damiano si spense. Thomas gli aveva appena fatto notare che, quella sera, più ragazzi rispetto al solito gli avevano chiesto di fargli conoscere la loro bassista.

Allora Damiano si guardò intorno e tutti quegli sguardi puntati sulla sua migliore amica iniziarono a pesare sulle sue spalle.

"Damiano David non è geloso", cercava di convincersi, ripetendolo come un mantra nella sua testa.

"Vic è la mia migliore amica."

Prese Thomas a braccetto e insieme si spostarono in un'altra zona del locale, il più possibile lontano dalle paranoie che lo stavano assalendo.

Per fortuna, un altro angolo bar era strategicamente posizionato dalla parte opposta rispetto alla pista, così da rendere impossibile vedere potenziali peccati e peccatori.

Se Victoria avesse voluto divertirsi in quel modo, avrebbe dovuto farlo. Di certo non sarebbe stato Damiano ad impedirlo. Era la loro serata libera, tutti e quattro avevano il diritto di svagarsi. E Dam preferiva farlo senza doversi preoccupare di sorvegliare la bassista, o il suo divertimento sarebbe andato a farsi fottere.

I ragazzi si erano comunque ripromessi di non esagerare. Anzi, era stato proprio Damiano a prometterlo per primo, dando il buon esempio ai compagni.

«Al massimo mi scolo un bicchierone di Pepsi», era stata la risposta di Ethan. Thomas aveva annuito, non troppo convinto. E Victoria, conoscendola, aveva sicuramente incrociato le dita dietro la schiena, prima di accettare il compromesso.

Comunque, ormai era troppo tardi. Quella serata era già diventata una di quelle in cui se bevi è fantastico, e se non lo fai inizi a sbadigliare come un quarantenne alle undici di sera. Tanto valeva cominciare dal primo giro con roba forte.

Il piano di Damiano, però, era stato troppo avventato, troppo superficiale. Forse doveva essere studiato meglio e un po' più a fondo.

Il ragazzo, infatti, aveva mal sperato che l'alcol gli avrebbe permesso di non pensare più a lei, che gli avrebbe permesso di dimenticarsi completamente della sua presenza a pochi metri di distanza, così che non l'avrebbe più né guardata né cercata.

Invece, anche dopo due litri di tequila, Victoria restava il suo unico punto fisso, la cosa migliore a cui pensare nella sua mente poco, o per niente, lucida.

Aveva parlato di lei a chiunque gli avesse rivolto la parola, che fossero ragazze o ragazzi.

Persino Thomas, stanco di sentirla nominare, se n'era andato via, lasciandolo solo, come avevano fatto tutti gli altri.

Ma di che cosa avrebbe dovuto parlare, se non di lei, che era la cosa migliore che gli fosse capitata nella vita?!

Bastava pronunciare il suo nome e Damiano aveva già gli occhi a forma di cuore e l'amore addosso.

Si fece strada tra la folla, dritto al suo obiettivo. Non si era neanche posto il problema di non trovarla, perché se anche lei non fosse stata più nel punto di prima, Damiano l'avrebbe comunque scovata.

Ed eccola lì, la cosa più bella tra le cose più belle. Le cinse i fianchi da dietro. Lei sussultò, ma appena riconobbe il volto familiare, si lasciò andare. I suoi riccioli biondi solleticavano il petto di Damiano. Il suo bel sedere, trasportato dal ritmo della musica, stuzzicava le mani del ragazzo, e non solo quelle.

«Non sai cosa ti farei», le aveva sussurrato dentro l'orecchio.

«Che cosa?», le aveva chiesto curiosa lei, voltandosi.

Ora i due erano faccia a faccia. I loro nasi si sarebbero toccati, se non fosse stato per la differenza d'altezza. Ma questo non era mai stato un problema. Quella distanza era da un pezzo diventata più che trascurabile, l'avevano azzerata ormai troppe volte.

E, infatti, le loro labbra si sfiorarono delicatamente, ma il loro respiro si era già fatto affannoso, neanche avessero appena corso la maratona.

«Mia», sussurrò di nuovo lui. «Ti farei mia.»

Insieme Sempre || Damiano e Victoria ||Where stories live. Discover now