(Vic's pov)
Ottobre 2018
Lo guardavo mentre ci stava provando con quella ragazza. Probabilmente lei gli dava corda solo perché sapeva bene chi era lui.
Sapeva che era Damiano, quel Damiano. "Damiano dei Måneskin", così veniva chiamato dalle sue conquiste delle serate in discoteca.
Le aveva di nuovo offerto da bere e, questa volta, si erano anche seduti al bancone del bar, l'uno accanto all'altra. E lui non le staccava gli occhi di dosso.
Che cosa stava facendo?
Di solito non si comportava così. Una ragazza lo riconosceva, si scambiavano i convenevoli, si facevano una foto. Poi, se era abbastanza carina, le offriva anche da bere, le faceva una pessima battuta a cui lei avrebbe dovuto ridere per forza. Baci, abbracci e tanti saluti.
Perché questa volta era diverso?
Perché le loro spalle erano talmente vicine da potersi sfiorare?
Perché i loro nasi erano uno ad un soffio dall'altro?
Ed io perché mi stavo facendo tutte queste paranoie, anziché divertirmi?
Perché?
Perché sì.
Perché ero gelosa.
E avevo i miei buoni motivi per esserlo. Il primo, il più grande, sicuramente era la paura che Damiano potesse trovare una compagna migliore di me.
Magari si era stancato dei miei capelli biondi, dei miei occhi azzurri, della mia boccaccia da cui uscivano in continuazione un fiume di parole. Magari preferiva i lunghi ricci rossi di quella ragazza, i suoi occhi da cerbiatta in calore, la sua pelle fin troppo abbronzata e le sue tette almeno dieci volte più grandi delle mie.
Avevo da sempre avuto paura che da un giorno all'altro si sarebbe potuto stancare di me, della mia risata stupida che non riesco mai a trattenere, della mia estrema tendenza ad annoiarmi della semplicità quotidiana, della mia irrefrenabile voglia di fare sempre qualcosa di diverso. Ma non pensavo che quel giorno sarebbe arrivato così presto.
"Non è ancora successo niente", mi ripetevo, eppure già sentivo il vuoto crescermi dentro al petto, quel vuoto che non avrei mai potuto riempire con nient'altro, perché lui era il mio tutto.
«Thomas!»
Riuscii ad intercettare il mio fratellino mentre si spostava insieme ad un gruppo di amici.
«Facciamoci un giro. Offro io.»
Uno, due, tre shottini. Eppure i miei occhi non erano ancora stati in grado di voltarsi in una direzione diversa da quella in cui potevo spiare Damiano e la ragazza rossa.
«Che c'hai Vic? Nun sarai mica gelosa?»
Se per "gelosia" voleva intendere l'istinto omicida che aumentava man mano che il mio migliore amico dava sempre più attenzioni ad una persona diversa da me, allora sì, ero gelosa.
Ero gelosa perché lei stava pure ricambiando tutte le sue attenzioni con la bava che le penzolava dal mento.
La mia espressione aveva appena risposto alla domanda di Thomas.
«Mica è solo roba tua. È pur sempre il tuo migliore amico, ma prima o poi dovrai imparare a condividerlo con le altre. Su, non essere egoista!», scherzò, ordinando di nuovo da bere.
Poteva chiamarmi gelosa, poteva chiamarmi egoista, in fondo era la semplice e pura verità, ma io proprio non ce la facevo a vederlo con quella lì. Non ce la facevo ad immaginarlo con nessun'altra che non fossi io. Il mio cervello si rifiutava proprio.

YOU ARE READING
Insieme Sempre || Damiano e Victoria ||
Romance«... ma è vero che abbiamo un rapporto molto intimo, siamo più che fratelli, più che amici, più che ogni cosa.» Damiano e Victoria. Victoria e Damiano. Nessuno sa quale verità si cela dietro quell'amicizia dannatamente perfetta. C'è chi ipotizza una...