Capitolo 3

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«La tua casa è carina.» disse Seokjin, le mani in tasca e gli occhi che vagavano dai tappeti dai colori caldi alle numerose cornici appese sulle pareti. Era anche molto più spaziosa di quanto si fosse aspettato da un giovane pittore in erba perciò lo stupore crebbe mano a mano che si addentravano nell'appartamento.

«Oh, grazie...» "...anche tu sei carino". Taehyung si morse il labbro inferiore per frenare la sua lingua dal pronunciare quelle parole e i suoi zigomi si velarono di rosa, in soggezione a causa della presenza del castano. Si stava trattenendo con tutto se stesso dal fermarsi in mezzo al corridoio per poter accarezzare ogni centimetro di quella pelle perfetta per scoprirne i segreti.

«Vuoi qualcosa da bere? O da mangiare.» chiese impacciato, sentendo tutta la sua esperienza sociale accumulata in quasi trent'anni di vita, scivolargli via dalle mani sotto allo sguardo imponente dell'uomo perfetto.
«No, grazie, sono passato da un bar prima di venire qui.» rispose invece l'altro tranquillo, guardandolo placidamente e soffermandosi a contemplare come il grigio cercasse di celare il nervosismo.

Chissà perché fosse tanto a disagio.

Seokjin non credeva di essere stato scortese nei suoi confronti e di certo non era stata sua l'idea di invadere la casa di uno sconosciuto per essere dipinto.
Eppure era palese il rossore sulle guance dell'altro, come era palese la dentatura che continuava a torturare il labbro inferiore ad intervalli regolari.

Il castano finse di non notare gli occhi dell'altro che guizzavano veloci sulla sua figura ogni qual volta si voltava per osservare un vaso o un tavolo.
Diamine, si sforzava davvero per non ridacchiare davanti a quel ragazzo che sembrava un adolescente alle prime armi in confronto a lui, abituato a quel genere di cose.
Sì, perché fino a quando non avrebbe davvero visto un pennello nella mano dell'altro, avrebbe continuato a credere fosse tutta una scenata da rimorchio.

D'altronde, come poteva biasimarlo.
Era...

Bellissimo. Taehyung non riusciva a pensare a nessuna parola diversa da quella, non quando si trovava così vicino al suo corpo. A sua discolpa, però, tutta quell'attrazione non era dovuta semplicemente all'aspetto fisico ma anche al desiderio, alla bramosia che nell'animo di un artista arde nel momento in cui si trova l'oggetto perfetto, la propria meta.

Per fare un paragone, Taehyung si sentiva febbricitante come un bambino a cui viene sventolato un nuovo giocattolo davanti. Ce lo ha proprio a portata di mano, pronto per essere afferrato e plasmato a suo piacimento, mentre la fantasia corre lungo sentieri perduti e tortuosi che lo portano ad immaginare le mille cose possibili che potrebbe fare con quel semplice aggeggio.

«Possiamo andare allo studio, allora.» Taehyung lo aveva sempre chiamato laboratorio, ma di fronte a quella presenza carismatica e raffinata si sentì in dovere di sembrare anche lui un minimo più professionale.
«Studio?» chiese il castano con curiosità, osservando gli occhi del grigio accendersi di una nuova luce, lasciando alle spalle l'imbarazzo di poco prima, e il suo annuire mentre lo portava alla stanza.

Seokjin lo seguì in silenzio, trovandosi presto davanti ad una delle tante porte in legno. Quando questa venne aperta, le sopracciglia scivolarono verso l'alto in automatico, catturate in un'espressione sorpresa e adorante.
La camera era spaziosa e le pareti erano totalmente nascoste da quadri appesi di tutti i colori, mentre del pavimento se ne poteva scorgere solo una stretta passerella e un atrio più ampio a ridosso della grande finestra. Tutto il resto era infatti occupato da altri quadri, ordinatamente impilati tra loro, una scrivania e un cavalletto dalle dimensioni notevoli.

«Wow» si lasciò sfuggire sovrappensiero, mentre ancora era impegnato a studiare i dettagli di quella camera che sembrava immersa in un'atmosfera a parte rispetto al resto della casa.
Guardò le tele, imbrattate di colori cangianti e accesi che si amalgamavano per rappresentare qui una montagna, là un parco e ogni tanto qualche volto accompagnato da fiori e natura morta.

Tela Bianca // Taejin Where stories live. Discover now