Capitolo 4

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«E il braccio lo metto così?» chiese Seokjin, appoggiando il gomito su un cuscino e poi la testa sul palmo, guardando Taehyung.

Il grigio annuì velocemente, deglutendo davanti alla vista dell'uomo sdraiato sul pavimento con una gamba piegata e l'altra distesa, un braccio abbandonato sul ventre e i capelli scompligliati ad incorniciare il suo sguardo profondo e fisso su di lui.
Quante volte aveva implorato il Cielo di dargli la forza? Forse sei volte.

«B-Bene. Ora fermo così.» ordinò, portando la matita alla tela e cominciando a sporcarla leggermente di grafite mentre abbozzava la forma ovale del volto, trasformando il suo sguardo imbarazzato in uno deciso e concentrato.
Sentì un immane sollievo nel poter finalmente disegnare quel viso senza doversi affidare solo alla propria memoria, potendo così evitare molti errori commessi la volta precedente.

Usava una matita molto leggera e stava attento a non calcare la mano; rifletteva molto prima di praticare una linea per usare la gomma il meno possibile, perciò i suoi occhi cadevano spesso sui lineamenti del castano e lì rimanevano per qualche istante, giusto il tempo di memorizzarli nella sua testa per poi poterli rappresentare.

Seokjin lo osservava in silenzio, non potendo fare altro, e si ritrovò a guardare con attenzione ogni dettaglio del suo corpo.
Si rese conto di quanto la sua mandibola fosse squadrata e terminasse in una linea sottile, sostenuta da un collo esile e definito.
Le sue labbra continuavano a scivolare sotto ai denti, pensò fosse una sua cattiva abitudine.

Scuoteva ripetutamente la testa per allontanare le ciocche grigie dalla fronte e lasciava così intravedere le scure sopracciglia.
Seokjin notò con lieve sorpresa come quelle regalassero allo sguardo del minore una certa intensità, accentuata dalla profondità degli occhi stessi.
Fu in quel momento che Taehyung terminò di tracciare una linea e riportò le pupille a fendere quelle del castano.

Quest'ultimo trattenne inconsciamente il respiro sotto a quella lama tagliente e lo rilasciò solo quando fu tornato a concentrarsi sulla superficie bianca.
Seokjin sorrise appena, trovando ridicolo il modo in cui improvvisamente si fosse sentito in soggezione. Fino a due minuti fa era stato proprio il minore ad arrossire ogni due secondi, non aveva niente da temere.

«Torna serio.» disse atono con una voce un po' più profonda, data la concentrazione totalmente rivolta al disegno. Seokjin obbedì d'istinto, imprecando mentalmente nell'aver trovato quel timbro risonante piuttosto attraente.

Taehyung ad un certo punto sorrise soddisfatto, passandosi le dita tra i capelli e portandoli all'indietro.
Il castano guardò gli angoli della sua bocca sollevarsi e lo imitò automaticamente, non sapendo se trovarlo sexy o dolce.

«Il volto è fatto.» lo informò, posando la matita un attimo per lasciar riposare le dita.
«Di già?»
«È solo la base, i particolari li definisco con la pittura.» spiegò, guardandolo e analizzando attentamente la disposizione della vestaglia.

Era ancora stretta e legata dalla cintura, il che creava un addensamento di colore scuro al centro del quadro, in contrasto con il resto molto più chiaro.
L'idea non gli piaceva affatto, sarebbe stato molto meglio se l'avesse lasciata aperta.
Stava per chiederglielo quando si rese conto di dover proporre all'uomo a cui non riusciva a resistere di spogliarsi.

La gola gli si seccò improvvisamente ma non poteva non dirlo.
Doveva farsi coraggio e stringere i denti così fece:
«Seokjin, prova a slacciare la vestaglia.» disse in fretta, indicando la cintura con l'indice ed evitando il contatto visivo.

Il castano notò subito il suo imbarazzo e ghignò divertito, seguendo immediatamente dopo la sua indicazione. Portò le dita della mano lasciata sul ventre al fiocco del tessuto, insinuandosi nel nodo e sciogliendolo con lentezza, quasi a voler stuzzicare il pittore che rimaneva dietro il cavalletto a ricordarsi di dover inspirare ed espirare.

Tela Bianca // Taejin Where stories live. Discover now