Il Furto C. 3

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Erano passate circa due settimane da quel giorno strano.

Roger non si spingeva più in là di un bicchiere a sera e tornava sempre a casa prima delle nove, John gli aveva messo il coprifuoco.

Freddie e Brian non si ricordavano nulla di quello che era successo fra loro, ma il bassista gli disse tutto quello che aveva visto e sintito, così i due, che si piacevano, ma non volevano ammetterlo, decisero di non ubriacarsi più per un po'.

Brian, che era leggermente esagerato, decise di mettersi la cintura di castità, e di affidare la chiave a John, che la custodiva con enorme gelosia.

Verso il pomeriggio, Roger decise di uscire per fare la spesa, e visto che non aveva ancora scoperto dove quella sera parcheggiò la macchina, prese quella del bassista.

Uscito dalla bottega, vide una signorina ben vestita passargli davanti. Aveva i capelli biondi ben pettinati, gli occhi azzurri e una pelliccia bianca con le punte grige. Aveva delle ballerine bianche e un vestitino grigio.

Al collo, portava una collana con un ciondolo, simile a quelli dove dentro si mettono le foto.

Roger le corse dietro per invitarla a bere qualcosa, ma la ragazza aumentava il passo sempre di più, finchè non salì in una macchina nera che aveva appena accostato.

Subito il ragazzo guardò la macchina: era una Aston Martin DB 2/4, già un po' datata per i tempi, ma comunque una vettura molto veloce.

A Roger piacque subito, tanto da salire in macchina e iniziare a
inseguire quell'auto.

Il biondo non sapeva cosa stava facendo. Era come se un'incantesimo lo avesse colpito.
Aveva il cuore che gli batteva a mille, era di nuovo quella sensazione, quella che aveva provato per l'altra macchina, l'amore.

La vettura nera si fermò e scesero prima due uomini.
Uno era il conducente, uomo di circa quarant'anni, e l'altro un ragazzino di circa vent'anni in giacca e cravatta con i capelli ben pettinati.

Sembrava uno di quelli che hanno sempre la puzza sotto il naso e che si credono i migliori.

Poi scese la ragazza. Aveva uno sguardo triste e sembrava sull'orlo del pianto.

Il due giovani si incamminarono per un sentiero che portava a una villa nascosta

Roger aveva inseguito la macchina per due ore e mezza, era lontano da Londra, e il ragazzo non sapeva come tornare indietro.

Si era perso nel nulla e non sapeva come farsi aiutare.
Solo quando l'autista dell'auto gli si avvicinò, a Roger venne un'idea.

"C'è qualche problema?"chiese il signore
"Si...mi sono persa..."disse il biondo facendo la voce da donna.

Di solito gli uomini aiutano più volentieri le signorine, soprattutto se bionde con gli occhi azzurri come Roger.

"Dove abita lei?"chiese l'uomo con voce maliziosa
"A Londra! Stavo tornando a casa...ero da un amico."disse Roger tirandosi giù i lembi della camicia, cercando di coprire ciò che lo incriminava.

"Se vuole, può seguirmi con la macchina, va bene?"domandò l'uomo passandosi una mano sui capelli.

"Mi delizierebbe!"urlò Roger, cercando di avere un atteggiamento più femminile, anche se, avendo sempre visto delle prostitute, il ragazzo si atteggiava come tale.

I due salirono nelle rispettive automobili, e, il signore davanti e il batterista che lo seguiva, si avviarono verso Londra.

Erano ormai le nove di sera e Roger non sarebbe mai tornato in tempo per rispettare il coprifuoco.

Il signore davanti si fermò all'improvviso in uno spazio di fianco a un boschetto, e scese dall'auto. In quella strada non passava nessuno.

"Da qui deve proseguire dritto e poi-" il biondo interruppe l'uomo "Si, da qua mi so orientare, ci sono passata altre volte!" esclamò il giovane.

"Bene...ora dovrei andare" l'uomo non fece in tempo a finire la frase, che Roger cominciò a baciarlo prepotentemente.
Il biondo aveva un piano per rubare la macchina.

Buttò in modo violento per terra l'uomo, che sbattè la testa e perse i sensi.

Senza pensarci, Roger prese la vodka che John teneva in macchina per le emergenze e la buttò sull'uomo steso per terra.

Salì nella vettura nera e si diresse da un suo amico, che aveva un capannone dove teneva cose rubate.

Dopo aver portato via la macchina rubata, tornò a piedi nel luogo dove aveva lasciato l'auto del bassista e il signore.

Il tipo non si era ancora svegliato, così, il biondo prese la macchina e tornò a casa di fretta; probabilmente c'era John che lo aspettava col forcone e con una faccia tristissima.

Roger parcheggiò. Erano ormai le dieci e, stranamente, vide il bassista fumare alla finestra.

Il vento gli scompigliava i capelli, sembrava una principessa Disney con la sigaretta in bocca, una principessa cattiva.

Roger entrò in casa, e vide la situazione di tutti i giorni: Brian, semiseduto sul divano (non riusciva a sedersi bene per via della cintura di castità), e Freddie sdraiato sul mobile, a debita distanza dal riccio, e con tutti i gatti addosso.

Subito dei passi pesanti per le scale fecero gelare il sangue al batterista. Non perché aveva paura di John, quello era un bravo ragazzo, non alzava mai le mani, neanche per scherzo, ma la paura del biondo era di ferire il bassista, si rattristava molto facilmente.

John, detto anche l'orso, scese le scale lentamente, tenendo la mano appoggiata al muro.
Teneva la testa bassa, sembrava quasi "tranquillo".

"Tutto...ok?"chiese Roger al bassista tremando
"MA DATTI FUOCO!"esclamò Deaky prendendo il biondo per le spalle, iniziando a scuoterlo.

John cominciò a tirargli dei pugni, e anche se al batterista facevano male, lo lasciò continuare.

Non perché gli piaceva, ma perché se lo meritava: aveva fatto tardi, in più aveva rubato una macchina, e lasciato un uomo nelle mani del destino.
Si sentiva semplicemente una persona orrenda.

"Ma lo capisci mi preoccupo per te!"disse il più giovene avvolgendo le braccia attorno al biondo.

Roger ci rimase malissimo. John e lui non erano mai stati così amici, eppure al bassista gli importava del batterista.

Il più grande non poté fare altro che abbracciare l'altro.
I due iniziarono a piangere, come due femminucce.

Intanto Brian e Freddie si godevano la scena ridacchiando.
"Se non la smettete di piangere, brutte femminucce che non siete altro, vi mando a fare le prefiche ai funerali!"urlò il cantante guardando il riccio.

Brian si mise a ridere sonoramente, stando attento a non piegarsi per colpa dell'inconveniente che indossava.

Tutto quel ridere gli fece venire da urinare, così si alzò piano piano dal divano e chiese a John la chiave.

Deaky gli diede la collana, e si voltò verso il biondo.
Roger asciugò le lacrime all'amico, e il bassista fece lo stesso.

Freddie sentendosi solo, incominciò ad abbracciare i suoi gatti e ad accarezzarli.

Brian si sentiva solo, ma non voleva dirlo a nessuno, così si sedette (per modo di dire) sul divano e accese la TV.

I quattro passarono la sera guardando un film, le due fontane abbracciate sul divano con affianco il cantante e il chitarrista sulla poltrona.

Guardarono lo sport preferito dall'uomo, e durante le scene dove Abigail e Roger si baciavano, il biondo e John si tenevano le mani.

𝚁𝚘𝚐𝚎𝚛 𝚃𝚊𝚢𝚕𝚘𝚛 𝚁𝚒𝚌𝚎𝚛𝚌𝚊𝚝𝚘Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora