Capitolo 1

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Il primogenito della Luna

"Si incontrarono in un giorno di pioggia, come nei più romantici dei racconti.

Uno incrociò gli occhi di laguna dell'altro e ne rimase incantato,

l'altro lo guardò e nelle forti e scure braccia trovò una casa."

 L'umidità appesantiva l'atmosfera, rendendo difficile anche il solo respirare. Grandi foglie venivano spostate e falciate brutalmente al passaggio del figlio del Sole, il più bello tra i gitani del villaggio che affollava l'enorme foresta in un luogo sperduto nell'immensità dell'oceano Atlantico.

 Taehyung, così si chiamava il prediletto della luce; pelle ambrata - abbronzata per il molto tempo passato a cacciare e lavorare i campi -, capelli folti e morbidi, di un color castano scuro, gli occhi ancor più neri erano grandi, tanto da essere più profondi degli abissi marini che circondavano l'isola dei gitani.

 La sua possente figura, temprata dalle dure attività e dagli sforzi, camminava con un'andatura sicura e fiera nel mezzo della vegetazione, con un arco in una mano ed una freccia nell'altra, lo sguardo attento, pronto ad avvistare un piccolo movimento tra le verdi fronde, mentre le orecchie si tendevano per individuare il minimo suono. A coprirlo una tunica di canapa che sembrava fasciare perfettamente ogni lembo della sua scura pelle fino a metà coscia, lasciando gambe e braccia scoperte.

 Quella mattina s'era svegliato prima del solito, esattamente all'alba assieme al suo Protettore, percependo nell'aria il presentimento di una novità. La notte era stata consigliera ed aveva trasmesso un messaggio ben preciso attraverso un sogno, fin troppo realistico per i propri gusti: nell'entroterra dell'isola, nel suo cuore, in quelle profondità che neanche lui aveva mai avuto il coraggio di visitare, aveva visto un cerbiatto immergersi in una distesa d'acqua cristallina, nata da una cascata. Aveva incontrato lo sguardo  dell'animale e la necessità di andargli incontro ed accarezzarne le guance fu tale da avvicinarglisi inconsapevolmente; si inginocchiò in modo da fissare i suoi occhi innaturalmente chiari e tendere le mani forti e grandi verso di lui.
L'immagine scomparve al delicato tocco: si era svegliato in quel preciso istante e subito aveva controllato i palmi, percependo ancora la morbidezza di quel manto tanto chiaro da parere bianco, sporcato solo da alcuni pois neri come l'ossidiana.

 Fu solo dopo qualche istante che si rese conto dell'assurdità dei suoi pensieri e del suo istinto, che lo spingeva ad inoltrarsi verso quel sentiero sconosciuto e raggiungere la pozza d'acqua per incontrare il cerbiatto, segno di purezza ed animale consacrato alla Luna secondo la cultura.

 Scosse il capo, scompigliando maggiormente la folta chioma, per poi spostare le lenzuola di lino ed indossare la propria tunica, deciso a dirigersi al fiume per un bagno freddo e rigenerante, in modo da recuperare il senno e svegliarsi del tutto da quel sogno, ancora vivido sulla propria pelle. Mosse i primi passi, sentendo l'amaro in bocca, cercando invano di distrarsi dalla sua scherzosa mente, soggiogata dal volere della Luna, con il permesso del fratello Sole.

 "Taehyung! Già sveglio?" una voce angelica lo richiamò non appena uscì dal suo capanno, facendolo sorridere e voltare verso il suo possessore: un giovane ragazzo, suo coetaneo, ma dall'aspetto più femminile e dolce del proprio.

 "Si, ho fatto un sogno strano" ammise il cacciatore, sfregandosi le palpebre e guadagnando un risolino divertito da parte dell'amico.

 "Il grande e possente Kim Taehyung che si fa impressionare da un sogno! Questa dovrò raccontarla al capo villaggio" scherzò l'altro, ottenendo un'occhiataccia in risposta. Gli fu naturale ridere dell'espressione sconvolta del ragazzo, abituato a vederlo sempre con un'aria seria e decisa.

The Moonchild ballad|| vkookWhere stories live. Discover now