Capitolo 19

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«Sono stanchissima.» disse Elise, poggiando la testa sulla spalla di Louis appena tornammo a casa.

«A chi lo dici. - concordò Sophie, portandosi una mano davanti alla bocca quando sbadigliò, rivolgendosi poi a Niall - Andiamo a dormire?»

«Si, andiamo.» rispose il biondo, abbracciando la fidanzata e lasciandole un bacio leggero sulla fronte.

«E dormite davvero, non come ieri notte.» s'intromise Louis, dando una pacca sulla spalla dell'amico. 

Immediatamente vidi Sophie diventare talmente rossa dall'imbarazzo che temetti le sarebbe venuto qualcosa; Niall invece rise, prese un cuscino dal divano e lo tirò in faccia a Louis.

«Tu invece dovresti dormire un po' di meno, giusto Elise?» lo stuzzicò il biondo. 

Tutti scoppiarono a ridere e un coro di "ohh" si levò da parte dei maschi presenti, i quali cominciarono a prendere in giro Louis mentre Elise si copriva il viso con le mani, scuotendo la testa imbarazzata.

«Preparatevi, perché stanotte non riuscirete a dormire per le urla che arriveranno dalla nostra stanza.» annunciò Louis.

«Louis! Ma la vuoi smettere?» lo riprese Elise, ormai diventata bordeaux dalla vergogna. 

Il risultato fu un secondo coro di "ohhh", ancora più forte del primo, e delle grosse risate generali che continuarono per almeno altri dieci minuti.

Dopodiché tutti andarono nelle proprie stanze, per ultimi io e Zayn; gli diedi la buonanotte e lui entrò nella sua camera, qualche stanza prima della mia.

Arrivai alla porta della mia camera, la aprii ed entrai; tuttavia, non feci in tempo a chiuderla che qualcuno s'infilò in mezzo, spingendomi dentro e chiudendosela velocemente alle spalle.

Mi voltai di scatto e, nel buio della stanza, individuai solo una sagoma che non riconobbi subito, dal momento che i miei occhi non si erano ancora abituati all'oscurità, ma che appena si avvicinò divenne inconfondibile.

«Che ci fai qui?» 

La mia doveva sembrare un'accusa, ma la sua sola vicinanza mi aveva fatto perdere ogni capacità di risultare acida, quindi mi era uscita solo una voce più stridula del solito.

«Come sapevi che ero io?» mi chiese, non trattenendo una piccola risata mentre faceva un passo verso di me.

Ne feci io uno all'indietro per prendere di nuovo un po' di distanza da lui, sentendomi a disagio nel buio totale.

«C'è solo una persona in questa casa che mi spingerebbe in modo così brusco.» dissi, risultando questa volta un po' più decisa.

Lui rise e fece un altro passo verso di me, venendo illuminato dalla fioca luce della luna che filtrava dalla finestra.

I suoi occhi. Cavolo, forse sarebbe stato meglio se fosse rimasto al buio.

«Che ci fai qui?» ripetei, di nuovo con voce tremante e con il cuore che cominciò a battere più forte non appena mi resi conto di essere in una stanza da sola con lui, di nuovo.

«Non voglio stare da solo, stanotte.» disse scrollando leggermente le spalle, come se mi avesse appena detto che sarebbe andato a fare la spesa.

«C'è Zayn solo in stanza, se vuoi puoi dormire con lui.» gli suggerii ironica, avendo invece compreso benissimo dove volesse andare a parare.

Rise di nuovo, scuotendo la testa e facendo un altro passo verso di me. Provai ad indietreggiare ancora, ma incontrai ad ostacolarmi il comò e fui costretta a fermarmi. 

The Words I Never Told YouDove le storie prendono vita. Scoprilo ora