Capitolo 35

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Entrai in camera aprendo la porta con un piede e cercando di non fare rumore, stringendo forte tra le mani il vassoio per non rischiare di rovesciarlo a terra; lo appoggiai sul comò accanto al letto e mi spostai i capelli dietro le spalle, sistemandomeli davanti allo specchio e aggiustando poi la maglietta e i jeans che indossavo.

Mi voltai poi verso di lui, notando che dormiva beatamente con la pancia in giù al centro del grande letto matrimoniale, con tanto di gambe aperte e mani che afferravano tutti e due i cuscini. Non potei fare a meno di ridere osservandolo e fui grata del fatto che si stravaccasse in questo modo solo quando non c'ero anch'io nel letto, altrimenti sarebbe stata sicuramente una bella lotta. 

Lentamente mi avvicinai e mi sedetti sul bordo del letto, spostando la coperta pesante e abbassandomi per dargli un bacio sulla schiena nuda: rimasi poi ad osservarlo mentre spostava leggermente un braccio sul cuscino, continuando però tranquillamente a dormire. Ritentai quindi poggiando una mano sul suo fianco e cominciando a lasciargli una scia di baci lungo tutta la schiena, ma solo quando arrivai sulla spalla lo sentii sospirare profondamente e vidi un sorriso aprirsi sul suo volto mentre ancora teneva gli occhi chiusi. Sorrisi praticamente di riflesso e salii in ginocchio sul letto, mettendomi a cavalcioni sulla sua schiena e continuando a baciargli le spalle ed il collo.

«Tanti auguri, dormiglione! - fu la prima cosa che gli dissi, accarezzando le sue spalle ampie - Ma sai che ora è? Quasi mezzogiorno, e tu stai ancora a poltrire nel letto. - un sorriso ancora più grande si aprì sul suo viso mentre rimaneva con gli occhi chiusi - Guarda che ti ho portato.»

Gli diedi un bacio sulla guancia e poi mi alzai, sentendolo mugugnare qualcosa di incomprensibile mentre si girava con la schiena sul letto e si stiracchiava.

«Cosa c'è?» gli chiesi, afferrando il vassoio e riavvicinandomi al letto.

Si decise finalmente ad aprire gli occhi, alzando un po' il cuscino dietro la testa per osservarmi, battendo la mano sul letto accanto a sé per rispondere alla domanda che gli avevo posto. Risi di fronte al suo stordimento momentaneo e mi sedetti accanto a lui, poggiandomi il vassoio sulle gambe.

«Buon compleanno.» ripetei, rivolgendogli un sorriso enorme. 

Lui si mise a sedere per bene accanto a me e mi passò un braccio intorno alle spalle, attirandomi a sé per darmi un lungo bacio tra i capelli.

«Grazie.» soffiò al mio orecchio, facendomi rabbrividire al suono della solita voce rauca che aveva appena sveglio.

Strinsi un braccio intorno al suo fianco e poggiai la testa sulla sua spalla, lasciandomi accarezzare i capelli e stringere contro il suo petto.

«Hai cucinato tu?» mi chiese poi stupito, allungando il braccio libero per portarsi il vassoio sulle gambe.

«No, sono andata dalla signora affianco e le ho detto: "hey, oggi è il compleanno del mio ragazzo, ti va di preparargli la colazione?"»

Lui scoppiò a ridere, prendendo in mano la forchetta e osservando le uova nel piatto con aria indagatrice; alzai la testa dalla sua spalla per poterlo osservare con una finta aria minacciosa, aspettando che dicesse qualcosa.

«E' commestibile o rischio di morire appena compiuti vent'anni?» mi chiese poi divertito.

«Ringraziami, almeno i venti te li ho fatti compiere. Avrei potuto cucinare ieri e non farti festeggiare il compleanno, ma ho deciso di aspettare un giorno in più.» lo presi in giro.

«Ah, beh, e ti dovrei anche ringraziare per questo? - disse scherzosamente, scompigliandomi i capelli - Ti sei impegnata, quindi devo almeno assaggiare.» acconsentì.

The Words I Never Told YouDove le storie prendono vita. Scoprilo ora