Capitolo 80

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Capitolo 80
(Suggerimento Musica: My Immortal By Evanescence)

Le sue parole m'intrappolarono la voce in gola, incapace di ribattere, incapace di contraddirlo.

Doveva vedersi mentre sorrideva, si sarebbe innamorato di se stesso.

-Fa così male rendersi conto che dopo tutto non hai ancora capito quanto sia disposto a fare di tutto per te- sussurrò togliendo un po' di distanza tra di noi -Che dopo tutto quello che abbiamo passato e ci siamo detti, tu, non hai ancora capito che quello che voglio da te non è solo il sesso- parlava con voce flebile mentre mi prese il viso tra le mani, il pollice destro mi accarezzava la guancia dolcemente, alleviando la mia rabbia -Che dopo tutto non hai ancora capito quanto ti ami-bisbigliò a fior di labbra.

Sapeva perfettamente come confondermi, come uccidermi lentamente senza dolore, senza rumore, semplicemente guardandomi.

-Il tuo non è amore, Ashton-le parole rudi uscirono con voce dolce dalle mie labbra.

-Allora spiegami cos'è- soffiò -Dai un nome a quella voglia di baciarti, vederti sorridere, abbracciarti, proteggerti che ho ogni volta che ti vedo, ogni volta che ti ho vicino- cercai di abbassare lo sguardo ma le sue mani tenevano ben stretto il mio viso in modo da non perdere la visuale che aveva sui miei occhi. -Dai un nome a quella sensazione di quando stai risalendo da sott'acqua e non vedi l'ora di arrivare per prendere aria, beh, pensare di rivederti mi fa lo stesso effetto-mi morsi il labbro sentendo la voglia di saziarmi delle sue labbra sempre più forte dentro di me. -Dagli un nome, perché se dici che non è amore, allora dimmi cos'è- il verde nei suoi occhi divenne più acceso, più luminoso, più meraviglioso.

Non ho mai saputo cosa significasse sentirsi soli, fino a quando non l'ho perso lui.

-Se mi ami così tanto, allora, perché lo hai fatto?perché hai rovinato tutto?- era la mia unica domanda, il mio dubbio, il mio dilemma.

Il suo sguardo era su di me, ma era come se guardasse il vuoto alla mia domanda.

I suoi occhi si erano spenti in un secondo, il suo volto senza espressione, le sue mani nel mio viso erano tremanti.

-È solo quando perdi una persona è che ti accorgi di quanto l'hai amata- mormorò.

Una frase con tanto significato, con tanta malinconia, con troppo dolore.

Non c'era una risposta concreta, semplicemente, lo ha fatto, senza pensarci, senza pensare che probabilmente mi avrebbe frantumato.

-Lo avresti fatto,vero?- quasi sussurrai -se non sarei arrivata io te la saresti portata a letto, non è così? Oppure quando sono entrata avevate già finito?- non riuscì a nascondere il tono disgustato.

-No- si affrettò a dire -non c'è stato niente, mi sono fermato in tempo, te lo giuro-

-Ma l'hai baciata- affermai.

Non rispose, ma il suo sguardo diceva anche troppo.

Presi le sue mani, allontanandole dal mio viso, era inutile, dovevo solo buttare i suoi ricordi.

-Non posso stare con una persona che non può resistere ai suoi impulsi- sputai - Vivi e lasciami vivere, ti prego- il petto mi si strinse mentre vidi i suoi occhi diventare sempre di più rossi, immobile davanti a me, in silenzio, sul punto di crollare, sul punto di cadere nel vuoto, proprio dove ero caduta io, dove mi ero persa, dove rimarrò.

Le nostre spalle si sfiorano quando lo superai, stringendo gli occhi e le labbra nel sentire la sua mano afferrarmi il braccio.

Si avvicinò al mio orecchio, sussurrando parole amare e spezzate dalle lacrime che mi fecero rabbrividire.

-Ti ho guardato in mille modi e ti ho amato in ognuno di loro-

Mi sono innamorata di lui come ci si addormenta, piano piano e poi profondamente.

Trouble || Ashton IrwinWhere stories live. Discover now