XI. Tell me you won't regret it

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Questo capitolo contiene contenuti espliciti, se non gradite, vi sconsiglio di leggere.
(È la prima volta che scrivo un capitolo simile, scusate se non sarà perfetto. Le parti "smut" saranno comunque poche, perciò siete anche liberi di saltarle se vi infastidiscono)

Rumore. Tutto intorno a lui. Era sommerso da risate, chiacchiere... era la vigilia di Natale, il suo compleanno, e non poteva fare a meno di pensare che non sarebbe voluto essere lì dov'era. Non con Lottie, con Fizzy, con Phoebe e Daisy. Voleva essere con lui, che non era lì, al giorno che per lui era sempre stato il più importante.
Non perché gli anni aumentavano, ma perché per un singolo giorno l'attenzione era solo per lui, e tutti sembrava lo amassero. Commenti su Instagram, tweet su Twitter, post su Facebook. Per un giorno tutto era suo, tutto di Louis Tomlinson.
In confronto, ad esempio, a Niall, si era sempre sentito meno bravo a cantare, a Liam, meno mascolino, a Zayn, meno sexy, e a Harry, beh, rispetto a Harry si era sempre sentito estremamente inferiore in qualsiasi cosa.
Non solo perché era alto tanto quanto un tavolino da soggiorno, ma anche e soprattutto perché Harry era sempre stato il migliore, il più tutto in tutto.
Il più bravo, il più bello, il più dolce.
E lui era sempre solo il più basso e il più stronzo. Ma per quel giorno, la vigilia di Natale, tutto era suo. Pensare che la gente decorava le proprie cade proprio per il suo compleanno - cosa di cui scioccamente si era convinto da bambino, ma che ripeteva sempre alle sue sorelle per strappare loro un sorriso - lo faceva sentire dannatamente importante.
Ma tutti gli altri giorni il mondo era di Niall, Liam, Zayn e soprattutto Harry.
Dio, se gli mancava averlo vicino.
Gli mancava da morire.
Erano quattro mesi che non si vedevano di persona, da soli. Era capitato di essersi incontrati in occasione di qualche incontro con la band che era in pausa da più di tre anni, ma gli mancava.
Però nel giorno di Louis non c'era mai stato spazio per Harry nella mente di chi gli era caro. Per un giorno all'anno c'era Louis e basta.

Così quella sera aveva aperto i regali di compleanno, aveva riso, scherzato, e aveva fatto finta di non avere un nodo in gola che si stringeva ogni minuto di più.
Lottie l'aveva visto, lo capiva sempre, ma non poteva fare altro che accarezzargli la schiena cercando di consolarlo.

Sentiva nell'aria qualcosa che non funzionava però. Mancava qualcosa.
Qualcuno

Quando il campanello suonò distraendoli da chissà quale discorso, Louis si affrettò ad alzarsi per andare ad aprire, ma Fizzy lo fermò.
"Lou, ma avevamo detto che saremmo stati solo noi, doveva essere una cosa intima"
"Fiz ma chi vuoi che sia? Sarà Luke con gli altri"
Phoebe non voleva lasciar perdere.
"Ma che dici Louis? Hanno detto che non sarebbero venuti, potrebbe essere una mandria di fan che ha scoperto il tuo indirizzo"
Lottie le guardava contrariata.
Il maggiore sbuffò.
"Okay adesso piantatela. Fan? Ma siete serie? Vado ad aprire"
Il rumore del campanello risuonò ancora nelle mura di casa, facendo avanzare Louis velocemente.
Sbirciò dallo spioncino della porta e non poté fare altro che restare fermo, immobile.
Era sera, dietro di lui c'era la luce dei lampioni della strada, che non permettevano a Louis di potergli vedere il viso.
Ma vedeva gli occhi chiari che al buio brillavano. Li distingueva perfettamente.
Vedeva i ricci illuminati.
Vedeva il cappotto color beige che gli avvolgeva le spalle, il cappello che gli copriva il capo.
Il campanello suonò ancora.
"Ragazze uscite dalla porta sul retro, veloci"
Le ragazze non sembrarono confuse, si sbrigarono a raccogliere le loro cose.
Le più piccole sbuffarono anche.
Lottie gli venne incontro. Un'altra volta il campanello suonò.
Louis stava iniziando a tremare.
"È Harry, Lottie"
"Già, è solo Harry. Respira"
"Tu...?"
Lei annuì. Chissà come si capivano quei due...
"Si, lo sapevo. Noi andiamo, Lou. Buon compleanno"
Salutò le sorelle, guardandole allontanarsi da lui per uscire dalla casa.
Il campanello suonò ancora.
Riempì i polmoni d'aria, poi cercando di non esitare, abbassò la maniglia.
Portò la porta verso di se, chiudendo gli occhi.
"Ehi" disse il ragazzo.
Louis non rispose, alzò lo sguardo soltanto, incapace di proferire parola.
Schiuse le labbra, guardandolo.
Era sempre più bello.
Si stava facendo crescere i capelli, forse. Aveva un viso vispo. Sorrideva.
"Che- che ci fai qui?"
Harry sorrise.
"È il tuo compleanno Louis" disse con aria allegra.
"Ti va di farmi entrare?"
Louis balbettò qualche parola incomprensibile prima di spostarsi e far entrare l'altro in casa.
Harry lo seguì verso il salotto.
"Uhm scusa per il disordine ma le mie sorelle sono state qui e ehm... hanno fatto un disastro e..."
Harry rise. Il petto di Louis si scaldò dalla felicità che provava vedendolo sorridere.
"È più ordinato dell'ultima volta che sono stato qui" disse guardandolo negli occhi.
Quattro mesi prima, il giorno della loro rottura.

|| Loved you first || One shots Larry StylinsonWhere stories live. Discover now