Capitolo 37.

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L'ora di pranzo è arrivata con una lentezza incredibile. Per l'intera mattinata non ho fatto altro che coccolare Emma e riordinare casa, con l'obiettivo di uccidere tutto il tempo che mi divideva da Riccardo.
E adesso eccolo qui, è appena arrivato a casa, e mentre lo osservo parcheggiare l'auto dalla finestra della cucina, prendo un dolce e profondo respiro, tentando di tranquillizzare la mia anima e continuando a sperare che tutto si risolvi al meglio.
Dalla tensione che possiede proprio sulle spalle, posso perfettamente notare quanto sia teso, ma proprio nel momento in cui solleva lo sguardo e incrocia i suoi occhi azzurri nei miei, ogni singola paura sembra cancellarsi in meno di un secondo. Solleva la mano verso la mia direzione, scuotendola con un'incredibile dolcezza per salutarmi. Io faccio lo stesso, non smettendo di distogliere lo sguardo quando sul suo viso appare un lieve sorriso, che gli regala una luce immediatamente.
Ogni singolo dettaglio che ci circonda sembra ricevere una sfumatura di felicità, e nonostante io abbia ancora tanta, troppa paura, una quantità immensurabile di pura speranza mi varca la soglia dell'anima, riuscendo a farmi rasserenare. Dio mio, ne avevo davvero bisogno.
Ancora sorridente e con il cervello in pappa per le emozioni, lancio un veloce sguardo ad Emma, sistemata all'interno della culletta, per poi raggiungere l'ingresso. Apro la porta con una notevole agitazione, e quando ritrovo Riccardo a meno di un metro di me, vorrei letteralmente spegnere tutto il resto, mettere pausa a questo momento e vivere al cento per cento ogni singolo secondo, anche quello più piccolo e breve.
"Ehi" È proprio lui a rompere il silenzio e a prendere in mano la situazione, riuscendo a spezzare completamente questa lieve tensione che ci circonda praticamente ovunque. Prima di dire qualsiasi cosa, mi prendo qualche istante di pausa per poter osservare con costanza il suo corpo. Indossa un cappotto grigio fumo, che aderisce lungo la sua pelle in maniera estremamente naturale, rendendolo un perfetto modello. Ha i capelli scompigliati, gli occhi lucidi e cristallini, le labbra arrossate e le guance lievemente screpolate, forse a causa di queste temperature forse più basse del previsto.
"Ciao... entra in casa che fa davvero freddo" Sussurro a bassa voce, appoggiando la schiena contro la porta per permettergli di varcare la soglia della nostra dimora. Lui lo fa a passi lenti, annuendo con dolcezza e superandomi, per poi riportare qualche secondo dopo, il suo sguardo su di me. Mi osserva con un'immensa delicatezza, e devo dire che inizio a sentirmi un pizzico agitata a causa dell'intensità con la quale lo sta facendo. Io chiudo la porta proprio alle mie spalle, lasciandomi sfuggire un piccolo sospiro che scappa dalle mie labbra in maniera lenta e delicata.
Con agilità e leggerezza fa scivolare il cappotto lungo le sue braccia, sistemandolo sullo schienale del divano. Io osservo ogni suo muscolo diventare teso, per poi rilassarsi improvvisamente quando le sue iridi si sciolgono nelle mie.
"Vado a dare un bacio ad Emma" Mi avvisa a bassa voce, riuscendo a sfiorare ogni singola corda della mia anima. Ignoro ogni sensazione, annuendo lentamente alle sue parole. Lo vedo avanzare verso la culletta di nostra figlia, e proprio nel preciso istante in cui si china lentamente verso di lei, sorrido senza accorgermene. "Ciao, amore di papà... mi sei mancata tantissimo oggi. Come hai passato questa giornata? Tutto bene?" Le domanda teneramente, come se potesse ricevere una risposta. Le accarezza la guancia paffuta con le punte delle dita, ricevendo un tenero versetto da parte di Emma.
Stanca di osservarli a qualche metro di distanza, prendo un pizzico di coraggio e li raggiungo, volendo vivere questo momento al loro fianco.
Lo sguardo di Riccardo cade su di me l'istante dopo, ma quando allunga un braccio verso di me per stringermi, mi rendo conto di quanto sia dimezzato il suo orgoglio per fare un gesto del genere. Mi stringe contro il suo petto con una notevole dolcezza, sfiorandomi le spalle con le dita per accarezzare la mia pelle, che nonostante sia coperta dal maglioncino, si riempie di tanti piccoli brividi.
Non so per quale motivo, ma mi ritrovo a socchiudere le palpebre, assaporando questo momento e sentendo una scia di felicità varcare la soglia del mio cuore. Non so come si risolverà del tutto la nostra discussione, ma sono certa che questo suo piccolo gesto sia uno dei principali dettagli per poterlo fare.
Non dice nulla per alcuni istanti, ma non smette di stringermi neanche per un po', riuscendo a farmi percepire ogni sua emozione.
"È andato tutto bene, Fede?" Il suo fiato soffia con dolcezza lungo la pelle del mio collo, riuscendo a riempirla di tanti piccoli brividi.
"Si, ce la siamo cavata abbastanza bene" Gli rispondo. Contemporaneamente, lascio scivolare la mia mano lungo il contorno della sua camicia, cercando di avere almeno un piccolo contatto con il suo corpo, che mi risponde con un dolce sospiro. "Non vedevo l'ora di rivederti"
"Anche io. Ho bisogno di parlare con te e chiarire quel litigio" Questa volta parla a bassa voce, riuscendo a farmi perfettamente assaporare tutta l'inquietudine che riempie il suo cuore già da diverse ore.
"Sono qui per poterlo fare" Faccio spallucce, tranquillamente. "Prima vuoi mangiare qualcosa?"
"No" La sua risposta è secca e veloce, e prima che possa rendermene conto, mi ritrovo faccia a faccia con lui, che cerca in tutti i modi di trovare le giuste parole per affrontare questo discorso, forse poco lineare e lievemente sconnesso. "Voglio soltanto che tu mi dica che va tutto bene. Ho bisogno che tu lo faccia, Federica"
"Va tutto bene" Affermo. Glielo sussurro a bassa voce, tentando di bloccare quell'immensa agitazione che riesce a spezzarmi anche il respiro. "Ci siamo urlati contro senza nessun tipo di freno, abbiamo messo il broncio per ore, e solo dopo aver capito di aver sbagliato, ci stiamo chiedendo scusa... ma ti giuro che non m'importa. Non voglio assolutamente pressare su questa cosa! Voglio che tutto questo casino si risolvi, e voglio che accada proprio in questo momento"
"Anche io! Ho passato una giornata infernale, e l'unica cosa che avrei voluto fare era tornare a casa e stringerti fra le mie braccia"
"Adesso sei qui, no? Fallo e basta. Ho bisogno di fare pace con te o credo di impazzire" Quasi mi lagno, non riuscendo a bloccare quell'infinità di emozioni che mi riempie anche l'anima. "Abbracciami e basta. Abbiamo solo bisogno di amarci"
"Ripetilo, ti prego" I suoi occhi vengono improvvisamente illuminati da un'immensa luce, che non riesco assolutamente a definire con precisione.
"Abbiamo bisogno di amarci, Riccardo. Abbiamo bisogno di amarci forte, proprio come abbiamo sempre fatto"
"Avevo bisogno di sentirmi dire esattamente questo" Sorride nel vuoto, riuscendo a farmi percepire quanto dannazione sia sincero. Proprio quando sto per rispondergli, ritrovo il suo corpo praticamente attaccato al mio, con l'obiettivo di stringermi e cucire ogni mia singola ferita. "Non parlare più"
"Mi dispiace per averti urlato tutte quelle cose" Sussurro con un filo di voce. Un senso di benessere sfiora la mia anima dolcemente, mentre inizio a sentire una quantità immensa di sollievo riempirmi il cuore. Averlo così vicino è davvero una cosa quasi impossibile da descrivere.
"Shh, ti ho detto di non parlare più. Voglio solo baciarti"
Averlo a così pochi centimetri di distanza mi fa letteralmente andare fuori di testa sotto tutti i possibili punti di vista, e non so se il merito sia solo suo o anche del sogno che ho fatto questa mattina. Credo proprio che il mix fra questi due dettagli sia sul serio perfetto.
Con un veloce movimento, pressa la mia schiena contro la parete alle nostre spalle, separando le mie gambe con il ginocchio e incollando la sua bocca sulla mia, riuscendo ad assaporarmi con una delicatezza davvero interminabile.

Uhhhh😏😏😏
Contente? Spero che questo capitolo vi piaccia, fatemelo sapere. Un bacione a tutti♥️🐨
-Roberta

Gocce di memoria - Federica e RiccardoWhere stories live. Discover now