𝓑𝓪𝓬𝓲𝓸 𝓭𝓲 𝓜𝓸𝓻𝓽𝓮

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Una missione? Com'era possibile?

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Una missione? Com'era possibile?

Jimin aveva avuto poche certezze dal risveglio dopo l'intervento, una era stata ribadita da figure autorevoli: serviva riposo. Non intendevano riposo fisico, perché il suo corpo era in perfetta forma, bensì mentale. Il suo intervento era stato compiuto dai Mentalisti e ancora non aveva ben chiaro cos'avessero fatto. Era certo, però, che dovesse evitare di ricordare.

Sei mesi di missione erano una follia.

Poverino - sghignazzò la voce - Non ne hai mai fatta una da solo, no? Morirai se non ti farai aiutare.

Da te? Mai.

Come vuoi, tesoro, sappiamo entrambi che fallirai senza la mia esperienza.

Mentre Jimin si rifugiò nel silenzio di una lotta con sé stesso, Sayumi fece fuoco e fiamme. Era appena tornata da una missione che avrebbe dovuto compiere Jimin, se solo ne fosse stato capace, e per lei era stata un'agonia. Si era dovuta affidare alle menti brillanti dei suoi strateghi, perché rimpiazzassero la genialità del Mietitore, ma non c'erano riusciti fino in fondo. Poi, nell'ultima settimana, arresi e abbattuti, avevano implorato aiuto al vicecomandante della A-27, Johan Nielsen, che, nella sua follia, aveva concluso l'incarico.

Sayumi era abituata a compiti che richiedessero più forza che cervello: odiava le missioni sotto copertura perché non sapeva mentire e amava irrompere nei magazzini delle gang per riscuotere debiti della mafia. Eppure, sarebbe ripartita anche il giorno successivo, pur di salvaguardare Jimin. «Perché lui, signore? Non è ancora guarito! Mandi me, piuttosto»

Lloyd le serbò uno sguardo pietoso, come si fa con un figlio delirante, e assottigliò le labbra in una linea retta per mostrare il disappunto di una decisione in cui era stata ignorata la sua opinione, quella degli Strateghi e di chi se ne intendeva di più: i Mentalisti. Non poteva svelare che il Boss avesse scartato ogni giudizio, affidandosi al suo e la Shine4 si muoveva soltanto se era lui a volerlo «Yasha, l'ultimo incarico è stato terribile, le missioni sotto copertura non fanno per te» questa era l'unica verità che affermò con convinzione. «E non possiamo chiamare Shadow: un incarico della Yakuza dev'essere svolto dalla Cerchia». Il boss Miura era intransigente su questo punto e la Shine4 non poteva perdere il loro cliente migliore. Avrei potuto posticipare la missione, se solo Knight me l'avesse ordinato - pensò aspramente. E, in realtà, non potevano chiamare Shadow perché aveva già rifiutato: Miura doveva aver sentito delle condizioni precarie di Jimin.

Shadow non era che un nome di convenienza affibbiato dai telegiornali, Layton Gray era quello vero, il Manipolatore di Ombre.

Miura aveva tentato di coinvolgerlo perché Layton era un mutante della Mizar, un'organizzazione che a lungo aveva tenuto testa alla Shine4, compensando il divario fisico con la scienza. Fin da bambino, Layton Gray era divenuto la cavia di esperimenti che gli avevano donato irrefrenabile capacità di plasmare la notte. Tuttavia, quando era divenuto abbastanza potente, si era ribellato, cancellando la Mizar per sempre.

Kohaku {Parĸ Jιмιn}Where stories live. Discover now