59. Il mio nuovo sponsor

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Ivan sta giocando contro Federico Farini. E sta vincendo.

Farini è testa di serie, ma non è un grande merito batterlo: è talentuoso ma incostante, capace di sconfiggere un Molina in forma sulla terra, così come perdere 0-6 0-6 dal numero duecento del mondo.

Io ho finito la mia sessione di due ore, una di cardio e una di palleggio insieme a Johnson, con Daniele e il suo partner David che ci facevano da sparring (sono sicuro che anche Daniele e David pensassero a me e Johnson come sparring).

Non è stata una seduta molto proficua. Non ero abbastanza concentrato. Pensavo a quello che ho detto ad Anna (ho parlato troppo come sempre), alle parole dure che mi ha rivolto Andrej, e soprattutto pensavo al regalo per Ivan, chiuso nel borsone, radioattivo di ripensamenti. E se non gli piacesse? E se non volesse nemmeno aprirlo perché è arrabbiato con me?

Sono steso sul lettino in sala fisio, con Ethan che mi massaggia. Seguo il match di Ivan dal cellulare. A ogni cambio campo mi sono ripromesso di leggere finalmente i cinquanta messaggi che mi ha mandato, ma la mia mano ha sempre finito per tremare. Sono paralizzato dalla paura. Non tanto paura di scoprire che è arrabbiato con me: se lo fosse sarebbe quasi un sollievo. Paura di sentirmi ancora più in colpa di quanto già non mi senta.

Alla fine, sul 5-4, servizio Ivan, mi decido.

Apro la cascata di messaggi.

Sono cinquanta, ma è un numero falsato dal fatto che molti messaggi sono spezzati.

Anche il mio cuore si sta spezzando. Non è arrabbiato. Come è possibile che non si sia arrabbiato dopo che mi sono comportato in quel modo? È triste, mi chiede spiegazioni. Mi chiede anche scusa di essere stato indelicato a rete, a fine match. Io non so cosa pensavo quando ti ho detto, sono scemo scusa. Dico sempre cose sbaliate a rete.

Aveva ragione Andrej: Ivan pensa di essere in torto, ma io capisco, ora, che quella proposta a rete me l'ha fatta con buone intenzioni. È stato un po' invadente, come suo solito. Ma non l'ha detto per umiliarmi.

«Everything alright, Michele?»

Alzo lo sguardo verso Ethan, alle prese con le mie gambe. Annuisco. Lui mi dice di mettere giù il cellulare, mi deve lavorare le braccia. Alzo il volume dell'incontro e appoggio il telefono al mobile qui accanto, per ascoltare il finale.

***

Ivan ha vinto davvero. 6-2 6-4. È ai quarti di un Master mille, un risultato davvero eccellente. Farà un bel salto in classifica.

Gli ho scritto.

Scusami tu. Sono stato un bambino.
Mi piacerebbe vederti quando hai finito. Anche solo cinque minuti.

Mi ha risposto un minuto dopo essere uscito dal campo.

Anche cinque ore!!!

Poi dopo un paio di minuti mi ha scritto un secondo messaggio:

Sono tanto felice che miai scritto! Ma sono anche un po incazato! Ti sei comportato male 😤
Non ti perdono facile!

Sono quasi felice che me l'abbia detto.

Comuncue: ho un ora di fisio dopo conferenza stampa, se vuoi mi tieni compania mentre il fisio mi massagia! 💪😜
Leggi booked hours su paper fuori della porta e trovi Reshetnikov.

Ecco, in realtà non è vero che è "incazato".

Ignorando le proteste di papà, decido di restare e aspettarlo: ho un'ora e mezza di attesa che passerò con Anna. Papà tornerà a casa. Anna mi ha detto che prenderà un taxi per tornare a casa da sola, appena arriva Ivan, perché è stanca.

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