2| Animo nobile

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"C'è una saggezza della testa, e una saggezza del cuore."

-Charles Dickens


Miss Stacy alzò gli occhi sulla classe -che la stava guardando in ammirato silenzio- e quasi non le scappò un risolino.

Gli studenti erano tutti seduti diligentemente con la schiena dritta e gli occhi puntati su di lei, pronti ad ascoltare la nuova notizia.

«Visto il successo del ballo scorso. Con l'approvazione di qualche membro del comitato» si fermò pensando alla faccia Miss Lynde e alla fatica che aveva dovuto fare per strapparle quella concessione.

Cercò le giuste parole per continuare. «Abbiamo pensato di organizzare un secondo ballo, questa volta aperto anche alla scuola di Roseville. Sarebbe bello se riusciste ad invitare qualcuno della vostra classe oppure, se preferite, venire da soli. Avremo modo di esercitarci ancora» aggiunse in fretta vedendo la mano di Anne alzarsi alla velocità della luce e predicendo cosa volesse chiedere l'alunna.

Anne annuì e abbassò la mano.

Un coro di gioia e lamenti si alzò nell'aria. Certo, i più entusiasti erano contenti di poter avere finalmente un po' di svago. Il restante era completamente nauseato all'idea di ripetere quella brutta esperienza.

Josie si strinse nelle spalle e abbassò lo sguardo, ricordando come era andata l'ultima volta. Le ragazze sembrarono pensare lo stesso perché si allungarono per stringerle la mano.

«Dobbiamo per forza cercare un cavaliere?» domandò Anne.

Gilbert la guardò di sottecchi. I capelli erano più arruffati del solito sulla cute perché nella pausa pranzo aveva riso tantissimo per una battuta di Ruby, disfacendoli un pochino, e non se li era mai sistemati.

Gli sfuggì un piccolo sorriso ma fissò lo sguardo sulle venature del banco di legno.

Floyd fece braccetto a Billy e poi si aggiunse alla protesta. «Sì infatti, chi dice che vogliamo una ragazza al braccio tutta la sera?»

Billy restò con gli occhi bassi, anche quando sentì lo sguardo di Josie su di lui. Non si erano più parlati da quella sera e dopo tutto il casino seguente. Si era dovuto scusare, certo, davanti genitori e famiglia, ma da solo non le aveva più parlato.

C'era qualcosa che cresceva in lui ogni volta che la guardava, non sapeva descrivere cosa fosse. All'inizio si era infuriato per l'ingiustizia della situazione, lui si era semplicemente comportato come tutti gli avevano sempre insegnato. Non capiva perché la stavano facendo così lunga.

Poi aveva visto Josie, e in tutta quella storia era lì che si era iniziato a sentire strano davvero.

Sembrava davvero diversa da come l'aveva lasciata, le labbra all'ingiù senza ombra di un sorriso, le mani strette intorno ai fianchi e gli occhi stanchi, come se non avesse più voglia di guardare nessuno.

Da allora aveva smesso di parlare, se non lo stretto necessario, almeno fino a quando -si era detto- quello strano sentimento non l'avesse lasciato.

Fino ad allora nessuna fortuna.

Anne girò la testa per fronteggiarli. «Non che noi vogliamo stare tutta la sera attaccate alle vostre braccia»

Lo disse a Floyd ma guardò Billy.

Miss Stacy schioccò le mani richiamando l'attenzione. «Per favore, ci sono delle regole a riguardo. Non voglio che succedano cose pericolose o di cattivo gusto. Ognuno deve essere contento con la scelta del proprio partner, altrimenti potrà presentarsi non accompagnato e fare amicizia lì. La scuola di Roseville è al corrente del piccolo incidente dell'anno scorso.» fece una pausa passando lentamente gli occhi su tutti ma evitando di soffermarsi sui principali. «Quindi: nessuna coppia deve mai trovarsi sola o in un luogo appartato fuori dalla pista da ballo, si partecipa solo se si vuole ballare e passare una serata piacevole e soprattutto ci si comporta civilmente, rispettando la distanza dal compagno di ballo.»

Il tono si indurì un pochino, e di conseguenza anche lo sguardo. Floyd ed il resto dei suoi amici abbassarono la testa e nessuno si permise di fare altre battute di cattivo gusto.

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Diane si sistemò la gonna e continuò a marciare al passo semi infuriato di Anne. «Ti rendi conto che ardire ha avuto Floyd? Dopo tutto quello che Billy ha fatto a Josie hanno ancora il coraggio di aprire bocca!»

Diana annuì e le imitò l'espressione oltraggiata. Sapeva che quando Anne era immersa in quei discorsi doveva assecondarla.
In realtà la sua testa viaggiava su un'altra linea d'onda.

Le cose con Jerry erano finite male, è vero, e la colpa era praticamente sua, è vero, e comunque quella storia non sarebbe mai potuta esistere, è vero.

Eppure c'era qualcosa che le spezzava il cuore ogni volta che pensava a lui.

«Però... magari ci divertiremo Anne, non credi?»

Lei si voltò di scatto gli occhi sgranati e l'espressione oltraggiata. «Divertirci? Con quei...quei...»

«Non sono tutti così» aggiunse in fretta Diana. «Gilbert per esempio...»

Anne la bloccò con una mano, come se anche solo il pensiero di Gilbert le suscitasse emozioni che solo lei poteva sapere.

«Diane ti prego sono maschi» e lo disse con stupore, anche se aveva puntato al disprezzo.

Diana sospirò. «Quindi non conti di venire con nessuno al ballo?» quando lo chiese pensò a Jerry, altra occasione in cui la loro relazione non avrebbe mai potuto vedere la luce.

«Assolutamente no»

Diane la superò un pochino e poi le prese la mano, in un gesto di solidarietà.

La resilienza del cuoreWhere stories live. Discover now