13 | Destino

602 26 16
                                    


Per lo più precipita nel suo destino chi fugge. 

-Tito Livio

Il ricevimento si era spostato alla tenuta Blythe ed era andato avanti per ore. Dopo aver banchettato ed aver bevuto, adesso era il momento della musica.

Alcuni amici di Bash avevano tirato fuori delle chitarre ed era partita una festa generale, incoraggiata dalla gioia e dall'alcol.

Anna si strinse il maglione in dosso, per cercare di scaldarsi e poi si guardò intorno con sofferenza. Stava contando i minuti entro i quali sarebbe andata via e avrebbe messo fine alla sua agonia. Nel frattempo era stata attaccata a Marilla e Matthew come una cozza allo scoglio, aveva tenuto gli occhi bassi e non aveva detto una parola nelle ultime ore.

Ce l'aveva quasi fatta.

Ad un certo punto, un amico di Bash fece partire una ballata e Marilla fissò stupita Matthew che rise buttando la testa indietro.

«Non sentivo questa canzone da...»

«Da un secolo, Matthew»

In poco si alzarono e la lasciarono al tavolo da sola. Anna si alzò dopo qualche minuto, le era passata la voglia persino di vedere tutta quella felicità. Voleva buttarsi a letto e tirare su le coperte fino alle orecchie. Voleva alzarsi sulla sedia e urlare "come fate ad essere così felici? Non vedete che è tutta una menzogna?"

Rabbrividì al pensiero così cinico, che non le apparteneva per niente, e fece il giro della casa fino a trovare un angolo buio e silenzioso. Si accomodò guardando la punta delle scarpe e sospirò.

«Credevo che Anne Shirley Cuthbert guardasse il cielo in una serata del genere, a quanto pare mi sbagliavo»

La voce la fece sussultare e non fece in tempo a girarsi che lo vide, appoggiato al muro che fumava in silenzio. «Sei diventata anche muta?» le chiese con un tono derisorio che non ricordava gli appartenesse.

«E' una bella serata sì» rispose, schiarendosi la bocca per far uscire le parole che sembravano incastrate in gola. «Ma non sono più quella ragazzina fantasiosa»

Si fissarono in silenzio, il peso delle cose non dette tra di loro come un baratro pronto a spaccarsi e farli capitolare giù.

«Ti trovo bene» disse infine. «Non pensavo di vederti qui»

«Non sarei mai tornato, se non fosse stato per le minacce di Bash» prese un altro tiro della sigaretta e Anna sentì qualcosa fremerle nel basso ventre.

Era più bello di quello che si ricordava, di quello che le sue fantasie continuavano a propinarle. Lui sorrise, come se le avesse letto il pensiero in faccia.

«Adesso fumi anche?» le chiese stizzita, per cambiare argomento.

«Su una cosa hai ragione Anna, anche io non sono più il ragazzino di una volta» il tono secco le fece venire le lacrime agli occhi. Gilbert buttò il mozzicone di sigaretta e se ne andò, lasciandola al buio con i suoi rimpianti ed i suoi pensieri.


-


Quelli erano i momenti in cui desiderava avere una sorella o perlomeno un'amica che non abitasse dall'altra parte dell'oceano.

Ma, come al solito, Anna Shirley-Cuthbert si era dovuta fare forza da sola. Aveva ignorato le occhiate preoccupate e curiose di Marilla e Matthew si era alzata e lavata per andare in chiesa, come ogni Domenica che il Signore aveva creato.

La resilienza del cuoreWhere stories live. Discover now