3| Colpi bassi

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L'esperienza è il tipo di insegnante più difficile.

-Oscar Wilde


Questa volta Miss Stacy non riuscì a  soffocare la risatina. La situazione stava diventando troppo divertente per essere ignorata.

Anne era poggiata con i gomiti sul banco, il viso tra le mani e l'espressione quasi furente. Diana, inconsapevole di essere oggetto di tale ira, o forse troppo codarda per guardarla in faccia, le dava le spalle.

Tom stava finendo il suo discorsetto, in mano teneva una margherita gialla appena colta dall'aiuola del giardino. «Quindi, beh, mi chiedevo... vorresti essere la mia compagna per il ballo? Ti andrebbe?»

Diana restò rigida, mentre intorno a lei le ragazze cominciarono a ridacchiare coprendosi la bocca.
Ruby e Tillie sembravano in estasi.

Diane restò qualche secondo in silenzio, osservando la faccia speranzosa e arrossita di Tom.

Era rimasta solo lei delle ragazze, non contando Anne che aveva deciso di fare veto di solitudine, e sinceramente la cosa la scocciava.

A volte, si ritrovava a cavalcare l'onda delle idee strambe o anticonformiste dell'amica senza intenderlo davvero. Questo era uno di quei casi.

Prese un piccolo sospiro prima di rispondere, sapendo che sarebbe stata la sua fine. Ma se, in fondo, era costretta a trasferirsi in pochi mesi e andare via dalla sua amata Avonlea, dal suo amato paese, tanto valeva divertirsi per il tempo che le restava.

«Sì, Tom, mi farebbe piacere»

Le ragazze scoppiarono in un applauso felice, i ragazzi fecero qualche esclamazione di disgusto ma così lieve da non sembrare molto convinti.

La verità era che i più scaltri si erano proposti per primi e ora rimaneva solo Anne. Il che non li emozionava né li rendeva felici.
In fondo sapevano che Anna era di Gilbert.

La rossa si alzò furente e uscì dalla stanza di fretta. In realtà non sapeva perché si era infuriata così tanto, ma era certa di avere le guance calde dalla rabbia.

Gilbert la osservò uscire, consapevole che ormai fosse rimasta solo lei come dama spaiata. Conosceva abbastanza la ragazza da sapere che non era per quello che era scappata via, ma allo stesso tempo provò ad immaginarla come sua compagna di ballo.

In fondo cosa c'era di male se le chiedeva di essere la sua accompagnatrice? Avevano già ballato in passato e, forse, questo poteva aiutare con la situazione di Diana.

Miss Stacy cominciò a battere le mani e a richiamare l'attenzione dei ragazzi, pronta a cominciare la lezione mattutina. Diana guardò la sua insegnante, con uno sguardo dispiaciuto, ma il piglio di Miss Stacy non le permise di lasciarsi andare nel panico.

«Su su Diana, non hai fatto nulla di male. Ora accomodatevi, così possiamo cominciare. Gilbert vai a controllare Anne per favore.»

Detto ciò si voltò e cominciò a scrivere alla lavagna.



Anna teneva le braccia lungo i fianchi e fissava al di là del laghetto con espressione concentrata. Sentii arrivare Gilbert ma non si mosse. «Ho esagerato, vero?»

Lui si stupì, non per il suo tono pacato -in confronto a quella sceneggiata di pochi minuti prima- ma perché sembrava averlo riconosciuto anche senza essersi voltata.

«Diana sembra molto dispiaciuta»

Lei a quel punto sospirò e poi si voltò. «Tendo a farmi prendere dalle emozioni. Marilla dice che ho un debole per il dramma»

La resilienza del cuoreWhere stories live. Discover now