Capitolo 19.

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Paulo.

E' stata una giornata meravigliosa , non passavo una giornata così spensierata da fin troppo tempo e soprattutto sono felicissimo che anche Beatrice e Mathias siano riusciti a distrarsi.

Siamo stati al parco giochi , poi sulla spiaggetta vicina dove abbiamo anche pranzato e dopo un altro po' di spiaggia siamo andati a fare merenda  in un piccolo barettino in centro all'isolotto.

Ora dobbiamo tornare a casa , probabilmente chiederò a Beatrice di passare insieme anche la cena , non voglio che questa giornata finisca così presto.

"Mi scusi."
Chiedo all'uomo della biglietteria , mi sistemo meglio lo zaino sulle spalle , mentre Beatrice è qualche passo più indietro a me , con Mathias in braccio che sta riposando.

"Si?"
Risponde l'uomo appoggiando il giornale e degnandomi della sua attenzione.

"A che ora è il prossimo traghetto per andare a Palermo?"

"Alle sette di domani mattina."

"Cosa?"
Chiede Beatrice alle mie spalle precedendomi.

"Purtroppo hanno avuto problemi al porto , hanno sospeso tutti i traghetti."

"E la gente che è rimasta bloccata qua ?"
Chiedo e lui alza le spalle.

"Ci sono un paio di pensioni , potrete chiedere se hanno posto ,solitamente non sono mai piene."

"Grazie."
Dico semplicemente e l'uomo annuisce ed alza una mano in segno di saluto , poi riprende il suo giornale.

"Che facciamo ora?"
Chiede Beatrice preoccupata.
"Insomma non abbiamo niente per passare qua la notte ."

"E' una notte Beatrice , potremo adattarci."
Cerco di tranquillizzarla anche se pure io sono un po' preoccupato.
"Le cose per Mathias le hai tutte nella borsa, nello zaino abbiamo qualcosina e c'è sempre la bottega sul lungomare."
Aggiungo.

"Non sappiamo dove passare la notte."

"Vedrai che risolveremo anche questo problema nica , okay?"
Le sussurro  avvicinandomi , le accarezzo la guancia con un dito , chiude un attimo gli occhi e si abbandona al tocco.

"Okay."
Sussurra e mi fa sorridere  .

"Mamma quando arriva la barca?"
Chiede Mathias togliendosi il dito di bocca.

"Non arriverà la barca tesoro."
Risponde Beatrice accarezzandogli i capelli.

"E come andiamo a casa?"

"Ti va di passare una notte qua? Facciamo un pic nic sulla spiaggia per cena , poi andiamo ancora un po' al parco giochi e , se la mamma ci lascerà,  prenderemo un super gelato prima di andare a fare la nanna."
Gli occhi di Mathias si illuminano .

"Si mamma che bello , possiamo?"

"Tu lo vizi troppo !"
Mi riprende Beatrice.

"Non è vero."
Ribatto io ridendo.

"Si che è vero."
Mette un finto broncio , mi fa ridere e ride anche Mathias senza rendersi conto davvero del perchè.

"Allora mamma possiamo?"
Chiedo avvicinandomi e abbracciandola da dietro , mi appoggio alla sua spalla in modo che possa vedermi anche Mathias.

"Mmm."

"Dai mamma!"
Insiste ancora Mathias buttandole le piccole braccia al collo.

"Ad una sola condizione."
Dice seria e sia io che Mathias apriamo bene le orecchie.

"Quale?"
Chiedo .

"Che la mamma venga riempita di baci!"
Risponde e sia io che Mathias non ce lo facciamo ripetere due volte ,  la stringo forte , le riempio di baci una guancia mentre Mathias le da dei baci dove capita.

Appoggia una mano sul mio braccio che la circonda mentre ride felice .

E quando la sento tornare a ridere , in questo modo , in un modo così spontaneo , in un modo così sincero , a me sembra di riuscire a tornare a vivere a pieno.

-
Siamo riusciti a trovare una camera nella pensione in riva alla spiaggia che , nemmeno a farlo apposta , aveva a disposizione l'ultima camera.

Ci siamo sistemati e poi siamo andati a fare il pic nic sulla spiaggia per cena , siamo andati al parco e poi a prendere il super gelato.

Mathias è crollato fra le mie braccia mentre tornavamo alla pensione , l'abbiamo messo a letto , nell'unico letto a due piazze presente nella camera , purtroppo avevano finito i lettini , così abbiamo messo dei cuscini per proteggerlo che toglieremo quando anche noi andremo a letto.

"Posso chiederti una cosa?"
Mi chiede Beatrice seduta sulla sdraio del piccolo balconcino mentre io sono appoggiato alla ringhiera .

"Quello che vuoi."

"Perchè sei tornato ora? "
Le trema leggermente la voce.
"Dopo quattro anni , come se non fosse passato così tanto tempo."
Non mi guarda , fissa le stelle.

Sapevo me l'avrebbe chiesto , sono ripiombato nella sua vita senza spiegazione dopo quattro anni , è stata fin troppo paziente a non chiedermi spiegazioni prima.

"E' stato l'anno più difficile della mia vita."
Faccio una pausa , mi lecco il labbro inferiore.
"Intendo calcisticamente parlando.
Ho sentito troppo la presenza di Ronaldo , che in realtà è un grande amico oltre che un grande campione , Allegri però ha deciso che dovessi essere io la vittima sacrificale, mi ha cambiato ruolo , mi ha arrettrato ed ovviamente ho cominciato a peggiorare , a non riconoscermi , a fare sempre peggio.
Mi urlavano contro , pensavano non volessi appliccarmi per capriccio , pensavano fossi un egocentrico incapace di abbassare il suo ego quando in realtà davvero non riuscivo ad esprimermi in campo.
Ed allora ho perso la testa , ho cominciato a fare una vita un po' sopra le righe fuori dal campo ed ovviamente tutto questo è arrivato ai piani alti che hanno preso una decisione drastica : vendermi.
Vogliono vendermi .
Ma io non voglio andarmene , non ho intenzione di andarmene,  mostrerò a tutti che posso stare li , che sono degno di quella maglia e di quel numero.
Solo che tutti parlano di questa cosa , i miei fratelli , i miei compagni , tutti Beatrice , tutti quanti.
Ed è iniziato tutto quasi due settimane fa , in Brasile , alla Copa America.
Stavo diventando pazzo.
Non ne potevo più.
E in una sera peggiore delle altre , quando stavo seriamente pensando di mollare tutto , ho cercato rifugio nei miei pensieri , ho cercato ricordi felici , ho cercato tempi in cui stavo bene , in cui ero leggero , in cui ero solo Paulo."
Faccio un'altra pausa , mi giro , le do le spalle , guardo le stelle ed asciugo una lacrima che scende furtiva.

"E?"
Mi chiede dolcemente.
La sento alzarsi , mi bacia la schiena , mi abbraccia ed appoggio una mano sulla sua.

"E ho pensato a te Beatrice.
A te perchè per te sono sempre stato Paulo, mai nulla di più , mai nulla di meno.
Solo Paulo.
Niente Picciriddu , niente Joya , niente Dybala.
Al massimo per te ero amore.
Ed in automatico il tuo pensiero mi ha alleggerito subito , ho pensato a Palermo , al quartiere , a quanto mi mancasse , a quanto avessi ignorato per fin troppo tempo il bisogno di tornare , quanto avessi ignorato il bisogno di tornare a riprendermi il cuore che ti ho lasciato qua.
Quella notte stessa ho fatto i biglietti per Palermo cercando il primo volo disponibile e ho chiamato Giovanna.
Ed appena sono tornato qua e ti ho vista mi è sembrato di tornare a respirare , come se negli ultimi quattro anni fossi rimasto in apnea."

Mi bacia di nuovo la schiena.

"Mi sono sempre presa cura del tuo cuore."
Mi dice , le trema di nuovo la voce.
Mi giro , la prendo fra le mie braccia , la stringo forte .

"Ero sicuro che te ne saresti sempre presa cura ."

"E questa volta quando tornerai a Torino te lo riprenderai?"
Mi chiede mentre le accarezzo i capelli , ancora appoggiata al mio petto.

"No Beatrice , sarà dove starai tu , perchè dal primo momento che ti ho vista , quel cuore è appartenuto a te."

Before You Go. - Paulo Dybala. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora