Capitolo 16.

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Paulo.

Giuseppe è andato via nel posto che più amava , è andato via e lo sapeva , lo sapeva benissimo.

Ecco perché le sue frasi criptiche , i suoi gesti strani e mille cose che se ci ripenso ora hanno completamente senso.

E' andato via nella spiaggia in cui è cresciuto , in cui ha cresciuto i suoi figli ed i suoi nipoti , in una calda mattina di Luglio , cullato dal rumore delle onde del mare mentre teneva la mano della sua persona preferita al mondo , la sua Beatrice .

Anita ci ha detto che l'ultimo controllo del cuore non è andato bene , glielo avevano detto , gli restava qualche settimana , avrebbe prolungato il tempo se fosse rimasto immobile a letto , senza fare troppi sforzi , se non i minimi.

Lui ha detto no , ha scelto la vita , ha scelto di vivere a pieno gli ultimi momenti di una vita che gli ha dato tanto , di una vita che gli ha dato tutto , persino la gioia di diventare un bisnonno.

Così  ha chiesto ad Anita di tenere un ultimo segreto per loro e lei da buona moglie ha accettato.

E' andato via felice , è andato via come voleva.

E' da ieri che siamo a casa dei nonni di Beatrice , domani ci sarà il funerale di Giuseppe .

Esco sul terrazzo , Beatrice è li , non riesce a stare molto in mezzo alle persone , non ha voglia di rimanere nella stanza in cui c'è la bara di suo nonno , non riesce a vederlo in quel modo più di tanto.

E' li fuori , culla Mathias , ogni tanto si fa abbracciare da me , piange , parla poco.

Mi ha chiesto lei di restare ma non me ne sarei comunque andato , non l'avrei mai lasciata sola , nè lei nè Mathias.

Non l'ho mai vista così , forse perché non ha mai realmente provato un dolore del genere , non mentre io ero qua per lo meno.

E' sul dondolo , ha in braccio Mathias che continua a chiedere del nonno , che chiede perchè non si va a fare colazione al mare , chiede perchè il nonno è andato via .

Non gli abbiamo ancora detto che il nonno è andato via per sempre.

E' sera , ormai il buio si sta impossessando di tutta Palermo che verrà illuminata dalla luce della luna e delle stelle.

Faccio piccoli passi , mi siedo anche io sul dondolo , Beatrice si gira verso di me , gli occhi pieni di lacrime ed il mio cuore si spezza , accarezza i capelli di suo figlio che è appoggiato al suo petto , il dito in bocca , lo sa che è successo qualcosa di molto brutto ed è per questo che non vuole lasciare sola la sua mamma.

"Vieni qua."
Sussurro poi quando a Beatrice scappa un singhiozzo , si lascia abbracciare , gli porto le bambe sulle mie , abbraccio anche Mathias.

"Paulo?"

"Si ometto?"

"Dove è andato il nonno?"
Sospiro , Beatrice alza il capo , annuisce .

E so che è il momento di dirglielo , le ho detto che l'avrei aiutata,  perchè nessuno meglio di me sa cosa si provi a perdere una persona così importante , una persona così fondamentale.

"La mamma non riesce a dirmelo."
Aggiunge ed io rimango stupito per l'ennesima volta dalla sua grande intelligenza e capacità di osservare le cose.

Lo prendo in braccio , vado verso la ringhiera della terrazza.

"La vedi quella stella? La più lontana e la più luminosa di tutti."
Dico e indico un punto preciso del cielo , Mathias annuisce.

"Ecco , li tanti anni fa c'è andato il mio papà."
Dico con una morsa allo stomaco ed un po' mi si inclina la voce.
"E ora c'è andato anche il nonno ometto ."

"E' andato su una stella? "

"Si."

"E mi può vedere comunque?"

"Si Mathias , ti può vedere comunque , ti proteggerà da lì , come proteggerà anche la mamma ."
Gli spiego mentre continuiamo a guardare quel punto indefinito .

"E se gli mando il bacino tutte le sere gli arriva?"
Mi chiede ancora .

"Si amore mio , gli arriva."
Questa volta è Beatrice che parla , si alza e si avvicina a noi , le cingo la vita in un gesto spontaneo , le bacio la fronte.

Mathias manda un bacio verso la stella , scuote la manina in segno di saluto.

"Ciao ciao nonno."

-

Beatrice mi ha chiesto di non andare via .

Mi ha chiesto di restare qua , come la notte scorsa .

Non riesce a stare da sola ma non vuole nemmeno farsi vedere negli altri nel modo in cui si fa vedere da me.

Perché con me si permette di crollare , con me si lascia andare.

Beatrice è cresciuta tenendosi tutto dentro ogni qualvolta le succedesse qualcosa.

Non parla , non si apre , non si sfoga.

E poi sono arrivato io , con me l'ha fatto per caso , quando ci siamo conosciuti , non sa nemmeno lei perché , ha detto che le è venuto spontaneo farlo, ha detto che mi ha guardato negli occhi e si è sentita completa.

E comunque , anche se non mi avesse chiesto di andare via , sarei rimasto in ogni caso.

Siamo tornati a casa sua solo ora , per dormire , da sua nonna sono rimasti i suoi genitori e suo fratello Gennaro ,  sua sorella Alessia tornerà domani.

Alessandro invece l'abbiamo portato qua , dorme in camera con Mathias , dove c'è un lettino in più proprio per lui.

Beatrice esce dal bagno dove si è fatta una doccia veloce , bisognosa di lavarsi di dosso anche il dolore , seppure impossibile come cosa.

Sono seduto sul letto , blocco il telefono che avevo in mano , la guardo e lei guarda me , in uno sguardo che dice molto di più di quel che possa sembrare.

E' lei che prende l'iniziativa , si siede in braccio a me , si accuccia al mio petto ed io d'istinto la stringo forte.

"Fa così male, così male che mi sembra di non riuscire a respirare."
Sussurra piano .

"Lo so Beatrice."
Le accarezzo i capelli , le bacio il capo e la cullo leggermente.

"Però riesci a farlo ancora."
Alzo un sopracciglio non comprendendo fino infondo le sue parole.
"Intendo che sei ancora in  grado di farmi tornare a respirare , tenendomi anche solo così , fra le tue braccia."
Aggiunge perché immaginava non capissi.

"Sono qua per te Beatrice."

"Però fra poco più di due settimane te ne andrai anche tu ed io come farò a respirare?"

Mi spiazza , sembra così disperata.

Non so cosa dire , la stringo più forte.

E per la prima volta vorrei davvero aver preso una strada diversa nella mia vita.

Before You Go. - Paulo Dybala. Où les histoires vivent. Découvrez maintenant