CAPITOLO 3 - Alex

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Quella mattina le cose erano andate come di consueto, all'ingresso Catia e Marta lo avevano salutato nel solito professionale "Buongiorno signor. Rinaldi" e lui aveva ricambiato con un altro altrettanto freddo buongiorno e poi si era rintanato nel suo ufficio. 
Non era cambiato nulla se non il fatto che adesso sapeva i loro nomi e che il tarlo di Filippo si stava insinuando.

Ieri sera mentre beveva una birra con lui, dopo lavoro, gli aveva confidato la epocale figura di merda che aveva fatto, addossandogli tutte le colpe, e sperando che lui lo prendesse in giro per averlo preso sul serio. Invece l'amico aveva riso e poi aveva insistito che secondo lui un matrimonio combinato con la sua dipendente fosse l'idea più sensata arrivati a quel punto, non aveva tempo per conquistare nessuna donna ormai.

Sentì bussare alla porta.
<<Avanti>> Tuonò frustato.
<<Mi hai cercato?>> Gli chiese Monica entrando.
<<Si>> Fu la risposta e, mentre la sua assistente lo osservava curiosa, si chiese un altra volta se quello che stava per fare era la cosa giusta. 
<<Da quanto lavorano qui Catia e Marta?>> Non seppe se la sorpresa nei suoi occhi fosse più perché sapeva i suoi nomi o per la domanda insolita.
<<Catia è stata assunta da quasi un anno. Marta sta terminando i suoi sei mesi di contratto proprio in queste settimane. Hanno fatto qualcosa che non dovevano?>> 
<<No>> 
<<Volevi che ti facessi coinvolgere nella scelta del personale? Pensavo non volessi essere coinvolto se non per il tuo team o per le cariche più importanti>>
<<Si esatto>> Vide la confusione nel volto della sua assistente che aumentava a ogni risposta lapidaria. 
<<Cosa ne pensi di loro?>> Aggiunse poi continuando a non dare nessuna spiegazione. 
<<Sono delle brave ragazze, serie e lavoratrici>>
<<Personalmente di Marta che mi dici?>>
<<Non lavorativamente parlando intendi>> Un suo cenno di assenso la fece proseguire << Non lavora qui da molto quindi non la conosco molto bene, ma mi sembra una brava ragazza senza grilli per la testa, molto matura e responsabile. Non saprei dirti altro.>>
Emise un pesante sospiro e poi si decise a dire quello che doveva. 
<<Potresti chiederle di venire nel mio ufficio non appena è disponibile?>>
<<Si certo>> Monica anche se non aveva ottenuto nessuna spiegazione uscì e fece il suo dovere.

Una decina di minuti dopo Marta era dentro il suo ufficio, sorpresa e un po' spaventata avrebbe osato dire lui. 
<<Accomodati>> Le disse mostrandole con un gesto della mano la poltrona davanti a lui. Titubante lei ubbidì. 
Nel frattempo lui ripensò alla conversazione con il suo amico quando avevano scoperto che l'idea della receptionist candidata a futura moglie non era la stessa. La frase di Filippo che lo aveva tanto tormentato all'inizio era riferita a Catia, mentre lui aveva sempre considerato Marta una più valida alternativa. Vedendola lì seduta davanti a lui se ne convinse. Non era sicuramente una di quelle donne che catturava gli sguardi ovunque andasse, ma la trovava comunque interessante nella sua semplicità. Non le sembrava neanche una che parlava a sproposito anzi l'aveva sentita dire a malapena qualche parola, ma non le sembrava neanche timida da quello che aveva potuto notare quando si intratteneva qualche secondo con uno dei colleghi. 
Sì, tra le due era la scelta migliore. 

<<Scusami per aver interrotto il tuo lavoro Marta, ma avevo bisogno di parlarti>>
<<Non si preoccupi, mi dica pure come posso aiutarla>> Gentile e disponibile. Ottimo. 
Ok, adesso era arrivato il momento di fare la proposta. Non era mai stato così a disagio come in quel momento. 
<<Marta, ecco io ti volevo chiedere una cosa...>> Come poteva dirglielo? Doveva smettere con tutti quei giri di parole ed essere diretto. 
<<Mi vuoi sposare?>> Forse così era troppo diretto, per poco la candidata a futura moglie non rimaneva secca.
<<Cosa?>> disse ridacchiando nervosamente. La postura era rigida e quando gli disse <<è uno scherzo? Oppure c'è un significato nascosto che non comprendo?>> gli occhi spalancati gli chiedevano una conferma. 
Ci aveva visto giusto: i suoi occhi erano marroni, gli ricordavano il colore del cioccolato al latte. Lui preferiva il cioccolato fondente, ma li trovò comunque piacevoli nel suo viso. 
<<So che la situazione è un po' assurda...>> La sua mimica facciale gli fece notare che secondo lei utilizzare l'espressione "un po'" era riduttivo, ma lui proseguì senza correggere <<...ma ho necessità di sposarmi al più presto e vorrei che tu accettassi la mia offerta>>
<<Ma-ma è ridicolo. Si rende conto che non sta contrattando un affare, stiamo parlando di un matrimonio vero e poi perché io?>>

Lo sapeva che doveva prepararsi un discorso, le cose non stavano andando proprio come se le aspettava. Era una situazione surreale, si trovò d'accordo con lei: era tutto ridicolo, eppure lui ci doveva provare.

<<Perchè tu Marta sei la più adatta>> Cercò di usare il tono più dolce e seducente che potè.
<<Assolutamente no.>> Fu la sua risposta poi rimase lì rigida e zitta senza aggiungere altro.
<<Sì invece, sei la più adatta te lo assicuro.>> Cercò di convincerla.
<<Non ha capito. Il mio era un non ci penso proprio a sposarmi con lei.>> Il disprezzo che ci mise lo fece infuriare, non sapeva neanche lui perchè, ma quello che gli sfuggì non era stato preventivato. 
<<Se non accetta la licenzio!>>
<<Non può farlo!>> Nella sua voce un misto di rabbia e preoccupazione.
<<Sì che posso, anzi le dirò di più non ne ho neanche bisogno visto che il suo contratto è in scadenza>>
<<Perfetto allora>> Disse lei senza quell'aria contrita che aveva assunto prima.
<<Perfetto>> Si rilassò anche lui.
<<Me ne vado oggi stesso>> Replicò Marta un secondo prima di alzarsi e andarsene lasciandolo completamente sbalordito.

Non ti dovevo dare retta.

È andata tanto male?

Mi ha risposto di no. Ho minacciato di licenziarla. Ha risposto che se ne andava oggi stesso. Cosa dici?

È stato un disastro. Perchè le hai detto che la licenziavi?

Era una bella domanda, se la poneva anche a se stesso. Era così disperato? O forse era stato il suo tono che non gli era andato giù? Non ebbe il tempo di formulare un messaggio sensato che già Filippo gliene aveva mandato un altro.

Hai perso il tuo fascino amico, nessuna avrebbe risposto di no a me. A te invece una ragazza, anche abbastanza insignificante, ti ha dato un bel due di picche. Anzi direi che ti ha lasciato sull'altare. hahah

L'idiozia del suo amico era a tratti fastidiosa, ma si conoscevano da una vita e proprio questo lato di lui lo aveva aiutato a superare i momenti più difficili. Questo suo modo da cazzone contrastava la serietà che invece imponeva sempre a se stesso e gli strappava un sorriso anche nei momenti più impensabili, come al funerale di suo padre.

<<Alessandro>> 
Si rese conto che si era perso nei ricordi tristi e felici della sua vita solo quando vide la sua assistente sulla soglia che lo chiamava da chissà quanto tempo. Lo osservava scoraggiata, pensò che sarebbe arrivata al punto di fare uno striptis davanti a lui pur di attirare la sua attenzione. E forse se non si trattasse di Monica, per cui aveva un gran rispetto, avrebbe lasciato che lo facesse.
<<Cos'è successo con la ragazza? Ti ho sentito gridare>> Gli chiese non appena ebbe la sua tanto agognata attenzione.

Sicuro di potersi fidare di lei, le raccontò tutto. Dell'eredità di suo padre, del rischio di perderla senza un matrimonio, la decisione di sposare una donna sconosciuta, la scelta ricaduta su Marta, della sua minaccia e del suo no. 
Lo sguardo della donna seduta di fronte a lui era passato dal dispiacere, allo stupore, alla disapprovazione e allo stupore nuovamente. 
Infine se ne uscì con un <<Quella ragazza mi piace. Non ti permettere di licenziarla, non per motivi personali>>
<<è stata una cosa detta così sul momento, non l'avrei mai fatto>>
<<Dovrei andare a parlare con lei e dirle che non deve andarsene>> disse Monica alzandosi.
<<Puoi anche provare a convincerla ad accettare la mia proposta? Offrile in cambio ciò che vuole.>> La pregò.
<<Sei così disperato?>>
<<Sì, Monica lo sono. Ti ho detto quali saranno le conseguenze se non mi sposerò.>> 
<<D'accordo, non voglio che accada. Ti aiuto anche se non approvo la tua scelta di sposare una sconosciuta e non credo che Marta sia ciò che stai cercando, ma se sei sicuro>> 
<<Lo sono e poi prima hai detto che la ragazza ti piaceva>>
<<Infatti mi piace, ma ho detto che non è quello che tu stai cercando. Non è lei il problema.>> Senza aspettare che rispondesse se ne andò e lui rimase lì nel suo ufficio a pregare che la sua ultima carta giocabile funzionasse.

Nota Autrice

Eccoci con il nuovo capitolo dove finalmente iniziamo a conoscere Marta. Stiamo per entrare nel vivo della storia. 

Come sta andando questo momento difficile? State bene? Come trascorrete i vostri giorni a casa? 
Fatevi forza e teniamoci compagnia insieme.

#iorestoacasa


Assolutamente SìWhere stories live. Discover now